Lega: Maroni si prende il partito, Bossi tace

(dell’inviato Teodoro Fulgione) – Nel caldo del Forum di Assago il copione del congresso della Lega Nord si svolge lentamente, senza sussulti o sorprese. Roberto Maroni annuncia la sua candidatura per la guida del movimento e si prepara a prendersi il partito che fu di Umberto Bossi. Il ‘capo’ non parla, non si fa neanche vedere nella calura del palazzetto sportivo poco fuori Milano. Interverrà soltanto domani mattina (domenica). Quella di Maroni è l’unica candidatura presentata.

In 473 sui 630 delegati hanno firmato per lui: è una candidatura unitaria che chiude le polemiche dei giorni scorsi. Sul palco della struttura di Assago, dove sono tante le poltrone vuote, si alternano gli interventi e le mozioni: tutte a favore di Maroni. Soltanto Mario Borghezio prova a scuotere il torpore dei delegati, già provati dal caldo. “Saremo una spina nel fianco – urla dal palco l’energico eurodeputato leghista – Il nuovo segretario, chiunque sia, se lo ficchi bene nelle orecchie: noi indipendentisti ci saremo sempre”. Un passaggio sulla necessità di fare “pulizia dall’infezione di Roma mafiosa”, uno contro i “porci di Roma ladrona”. Ma poi alla fine anche lui garantisce “lealtà al nuovo segretario”. Giovanni Torri, senatore ‘cerchista’, va oltre. Si rivolge direttamente a Roberto Maroni: “I voti – dice – te li devi conquistare uno a uno. Non ti arrivano da facebook”. Poi l’attacco politico. “Se dobbiamo essere democristiani ci sono già Casini & company – conclude Torri – Vedo che qui di verde ormai ce ne è poco”. Bobo non interviene, così come Bossi. Entrambi parleranno domani per lo show-down’ finale del congresso. C’é attesa per l’intervento di Umberto ma Matteo Salvini, segretario della potente Lega Lombarda e maroniano di ferro, chiarisce subito che é finito il tempo delle polemiche. “Se il congresso eleggerà Maroni – dice – Maroni sarà il segretario. Puntò. Insomma, bisogna finirla con le “storie sull’ombra di Bossi”. Salvini é netto: “Nella Lega contano i progetti non i nomi – sottolinea – Bossi? Nella vita ci sono dei cicli. Tutti finiscono”. Roberto Calderoli svolge il ruolo del mediatore. E’ lui che ha trovato la soluzione con Maroni segretario e Bossi presidente. E rivolge un appello a tutti i delegati: “Le correnti dovrebbero essere vietate – spiega – perché tutti devono essere parte della stessa Lega”. Sugli spalti al Forum campeggia un enorme striscione: ‘Grande Bobo’, firmato dai ‘Lupi Retici’ del movimento dei Giovani padani della Valtellina. Non c’é nessuno striscione, invece, per Umberto Bossi. Anche questo è un particolare che segna il momento di passaggio del movimento leghista dalle mani del ‘senatur’ a quelle dell’ex ministro dell’Interno. La sfida è segnata anche per quel che riguarda i posti nel consiglio federale. I maroniani dovrebbero avere la stragrande maggioranza. I bossiani puntano tutte le loro forze sulla candidatura di Marco Desiderati in Lombardia; e su quelle di Gianantonio Da Re e Massimo Bitonci in Veneto.