Lega prepara la rivolta fiscale ed espelle Stiffoni

(di Serenella Mattera) – Un primo maggio “di riscossa” e di “forte unità”. Con la chiamata all’obiezione fiscale contro l’Imu – quella che Bossi chiama la “rivolta canaglia” – la Lega Nord prova a scrollarsi di dosso i tormenti giudiziari e ritrovare l’iniziativa politica. Nel bergamasco, a Zanica, sotto le insegne del ‘Lega Unita Day’, Roberto Maroni rispolvera lo strumento della disobbedienza civile per farsi paladino della protesta di cittadini e sindaci contro “il pizzo di Stato sulla prima casa”. Ma le tribolazioni per il Carroccio proseguono. E la “pulizia” interna va avanti: Piergiorgio Stiffoni, finito sotto la lente degli inquirenti per alcune operazioni finanziarie “sospette”, è l’ennesimo espulso. “Chi sbaglia paga: noi non copriamo nessuno”, assicura da Parma il Senatur. Sono passate tre settimane dalla ‘notte delle scope’, quando Maroni lanciò la fase delle “pulizie di primavera” dentro la Lega degli scandali. Ne avrebbe fatto subito le spese Rosi Mauro, espulsa dal consiglio federale, come il tesoriere Francesco Belsito. Primi, ma non unici. Come testimonia la decisione dello stesso consiglio federale, tornato a riunirsi oggi, di “mettere fuori” Stiffoni.

“E’ stata decisa la cancellazione di Stiffoni dal libro dei soci ordinari militanti”, comunica ai cronisti il ‘triumviro’ Maroni. Una misura drastica ai danni del senatore ed ex amministratore del gruppo della Lega a Palazzo Madama, che si era già autosospeso dal partito. Un’espulsione deliberata nel giorno in cui dalla procura di Milano emerge che Stiffoni avrebbe utilizzato il conto (soldi pubblici) per le spese dei senatori, per effettuare operazioni “sospette”. “Pur in un momento difficile, chi la dura la vince” avverte però Bossi che dice: “non si illudano di avere fatto fuori la Lega. A volte la gente si mette a correre più forte, la Lega non è finita, é nella battaglia più di prima”. Intanto il consiglio federale (é sempre Maroni a dare l’annuncio) destina a sezioni e militanti tre milioni “recuperati da alcuni fondi” di Belsito e avvia azioni legali per tornare in possesso dei soldi del partito. Ma allo stesso tempo istituisce una commissione per la revisione dello statuto della Lega, da portare al congresso del 30 giugno. Insomma, sulla via tracciata da Maroni, prosegue la pulizia interna fatta “con la ramazza” e insieme si tenta il rilancio politico.

Sul palco del ‘Lega Unita Day’ sfileranno perciò domani Umberto Bossi, i ‘triumviri’ e “tutto il gruppo dirigente”. L’evento, del resto, spiega ancora Maroni, è stato organizzato proprio per “porre fine alle voci di contrasti interni e dare un segnale forte che siamo uniti”. Con un obiettivo molto immediato: arginare l’emorragia di voti attesa nella tornata di questo fine settimana. I padani ne sono consapevoli: perderanno voti. Ma l’ex ministro dell’Interno si dichiara “fiducioso” e Mario Borghezio parla di “un primo maggio di riscossa”. L’arma cui i leghisti si affidano è quella della rivolta fiscale contro l’Imu. Che, esulta Maroni, “sta facendo proseliti anche tra i sindaci di Pdl e Pd”. Ai primi cittadini – leghisti e non – i ‘triumviri’ proporranno domani “cinque-sei iniziative diverse” per ribellarsi alla “tassa-rapina” sulla casa. “Entro maggio inviteremo i nostri sindaci a prendere iniziativa in giunta per fare fronte comune”, spiega Maroni. “Bisogna reagire”, scandisce il ‘triumviro’. Mentre il Pd Davide Zoggia parla della “solita operazione demagogica” e l’Udc Gianpiero D’Alia deride la “patetica arma di distrazione di massa”.