Letta ricatta: se cado l’Imu si pagherà

Letta, Cdm il 23 agosto, io o Alfano sempre a ChigiTra 7-8 anni, quando il gasdotto Tap arriverà in Italia, ”non sarò più primo ministro”. Il premier Enrico Letta, a Baku per una visita breve ma strategica per i costi dell’energia, sa che il suo mandato ha un limite. Ma per ora il premier è ”impegnatissimo” a risolvere i problemi del paese e nulla, neppure la mina della condanna di Silvio Berlusconi, può ”distoglierlo”. E ai rissosi alleati, che lanciano diktat e minacciano le urne, lancia un avvertimento chiaro: ”Senza governo si pagherà l’imu”, spuntando le armi a chi è tentato dall’idea di nuove campagne elettorali. Prima di concedersi cinque giorni di riposo ”salvo emergenze”, come spiegano i collaboratori del premier, Letta vola in Azerbaigian, primo presidente del consiglio italiano a riconoscere al presidente azero Ilham Aliyev il ruolo energetico cruciale del paese caucasico, primo fornitore di petrolio all’Italia. E che, se manterrà l’impegno di far passare il gasdotto Tap attraverso la Grecia, l’Albania e l’Italia, porterà in Italia fino a 10 miliardi di metri cubo annui di gas, pari al 10 per cento del fabbisogno italiano. Al premier non preoccupa affatto che non potrà intestarsi, quando sarà, l’effetto del calo dei costi dell’energia. Quello che per lui conta è dare il segnale che il governo ”è impegnato, impegnatissimo sulle cose da fare”. E l’unico modo per fare le cose ”è un’azione, una decisione, un governo e un Parlamento che agisca, prenda decisioni e conduca in porto le riforme”. In un ”doppio salto mortale”, come lui stesso collega l’accordo sul gasdotto con le tensioni politiche, il presidente del consiglio consiglia agli alleati di fare un calcolo costi-benefici prima di lanciare ultimatum. Sull’Imu invita ”tutti a rileggersi gli impegni che ho preso nel mio discorso in Parlamento”, nel quale si parlava di un superamento della tassazione sulla casa in vista di una riforma complessiva. Ma la promessa a tenere fede agli impegni in una soluzione che andrà trovata entro il 31 agosto si lega ad un chiarimento necessario. ”Per riformare l’Imu serve un governo e un Parlamento, se non ci fossero l’Italia pagherà le rate di settembre e dicembre”, è l’osservazione in linea con l’allarme lanciato ieri dalla Cgia di Mestre secondo la quale l’eventuale caduta del governo causerà 7 miliardi in più di tasse tra aumento di Imu, Iva e altre accise. Se sull’Imu il presidente del Consiglio interviene per evitare che la situazione diventi ancora più incandescente, sull’altro ultimatum del Pdl (”o si concede l’agibilità politica al Cav o è finita”) Letta si tiene alla larga nel merito. Consapevole che nel braccio di ferro tra Pd e Pdl rischia di rimanere stritolato. Come chiarito altre volte, il tentativo è di tenere separata la vita del governo dalle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi. ”Il governo è impegnato ad affrontare i problemi degli italiani, è questo l’obiettivo del mandato che ho ricevuto da Napolitano e nulla mi distoglierà da questo”, ribadisce il premier. Sull’Imu, il Pdl tiene il punto e aspetta il presidente del consiglio al varco. Qualcuno, come Maurizio Gasparri, è allarmato e invita Letta a ”non fare trucchi”. Ma il vicepremier Angelino Alfano interpreta il pensiero di Letta in modo positivo. ”Letta ha detto parole chiare: e’ evidente che se il governo va avanti l’Imu non si pagherà”, sostiene davanti alle telecamere del tg1, rivendicando al Pdl il ruolo di “fortino antitasse dentro questa maggioranza”. Sulla questione del futuro politico di Berlusconi Alfano continua invece a chiedere una soluzione: “E’ interesse della democrazia che una parte importante del popolo italiano non venga privata di una leadership vera e riconosciuta, in questi 20 anni, come quella di Silvio Berlusconi”. Più diretta Daniela Santanché: ”Letta non può far finta che non sia un problema, stia attento a non andare a sbattere”.