Libia, ripresa Brega. Esercito verso Bengasi

La tv di Stato libica ha annunciato che la citta’ di Brega, nell’est, e’ stata ”ripulita delle bande armate”. Gli insorti si stavano ritirando dopo i massicci bombardamenti da parte delle forze fedeli a Gheddafi. Ieri si erano ritirati da al-Uqaila, che è caduta nelle mani delle forze fedeli al colonnello Gheddafi. A Bengasi interrotte tutte le comunicazioni dei telefoni cellulari.
MILITARI: BANDIERA VERDE IN 4 QUARTIERI DI TOBRUK – ”A Tobruk quattro quartieri della periferia hanno alzato la bandiera verde” delle forze leali a Muammar Gheddafi. Lo ha affermato il portavoce delle forze armate libiche Milad Hussein Al Foghi. Il colonnello ha poi precisato che nell’immediato l’obiettivo dei militari libici e’ quello di arrivare alle porte di Ajdabiya, che dista circa 250 chilometri da Bengasi ed e’ l’obiettivo piu’ vicino dopo la conquista ieri di Ras Lanuf e Marsa El Brega.

MILITARI, MARCIAMO VERSO BENGASI – Le forze armate libiche marciano verso Bengasi per ”liberare la popolazione ostaggio dei terroristi” dopo la vittoriosa offensiva verso est delle ultime ore. Lo ha affermato il portavoce delle forze armate libiche Minad Hussein incontrando i giornalisti a Tripoli.

TV, STRANIERI TORNATE A CARICARE PETROLIO – La televisione di stato libica ha affermato oggi che i porti petroliferi nel Paese sono “sicuri” e stanno riprendendo le attività dopo la fine degli “atti di sabotaggio”. Ha quindi invitato le compagnie petrolifere a tornare a caricare il greggio e i lavoratori degli impianti a tornare al lavoro.

LEGA ARABA E NO-FLY ZONE, ONU E USA SODDISFATTI – Stati Uniti e paesi occidentali del Consiglio di Sicurezza dell’Onu si sono detti soddisfatti per la decisione presa dalla Lega Araba di chiedere ufficialmente l’istituzione di una no-fly zone internazionale sui cieli della Libia, giudicandola però un passo avanti insufficente per essere decisivo. La Casa Bianca ha accolto con soddisfazione “l’importante passo” della Lega Araba che “rafforza la pressione internazionale su (Muammar) Gheddafi e appoggia la gente della Libia”. “Gli Stati Uniti continueranno a premere su Gheddafi – prosegue la Casa Bianca – a sostenere l’opposizione libica e a prepararsi per ogni eventualità in coordinamento con i partner internazionali”. All’Onu nulla si muove per il momento e non sono in calendario riunioni durante il fine settimana. Ma, secondo una fonte occidentale del Consiglio di Sicurezza, che all’Ansa ha chiesto l’anonimato, la richiesta della Lega Araba “é un fatto rilevante”, anche se “nessun passo formale è stato fatto per muoversi in questa direzione” all’Onu, e non è affatto detto che si concretizzi tra breve. Le fonti hanno ricordato che “una prima risoluzione sulla Libia, la 1970, è stata approvata all’unanimità, un fatto molto importante, e teniamo molto a questa unità “. Ma, aggiungono, “alcune delegazioni non amano che l’Onu intervenga negli affari interni dei singoli paesi”, ed alcuni dei Quindici sono pronti ad interpretare in questa chiave una richiesta come la no-fly zone sulla Libia. C’é prudenza anche a Bruxelles, dove si ricorda, sia in ambienti Nato sia in ambienti Ue, che il sostegno delle organizzazione regionali è soltanto una delle condizioni ritenute necessarie per la no-fly zone. Attualmente il Consiglio di Sicurezza è presieduto dalla Cina, che ha diritto di veto ed ha sempre difeso il diritto alla non-ingerenza. In aprile il timone passerà alla Colombia, seguita in maggio dalla Francia. Insieme con la Gran Bretagna, la Francia sta attualmente preparando un progetto di nuova risoluzione Onu, con il timido appoggio degli Stati Uniti, perplessi però sull’ipotesi di un intervento militare in Libia. In ogni caso, stasera il ministero degli Esteri britannico si è affretttato a congratularsi con la Lega Araba per la posizione presa, sottolinenando che ciò “indica che l’atteggiamento del colonnello Gheddafi non ha alcun sostegno nei Paesi dell’area”. La risoluzione 1970 dell’Onu, con le prime sanzioni contro il regime di Muammar Gheddafi, esclude qualsiasi intervento militare in Libia. Una nuova risoluzione rischia di incorrere nel veto di Russia e Cina, mentre non è detto che paesi come Brasile ed India, e in una certa misura neppure la Germania, siano pronti ad appoggiarla, a meno che non si verifichi un netto deterioramento della situazione in loco.