Lodo Mondadori, giu’ i titoli Fininvest, Cir in borsa a +0,6

MILANO – Apertura in calo per i titoli legati alla galassia Fininvest dopo la sentenza del Lodo Mondadori che ha condannato la holding della famiglia Berlusconi a risarcire di 560 milioni la Cir di Carlo De Benedetti. Mediaset cede l’1,98%, Mondadori l’2,6%, Mediolanum l’1,72%.

PER CIR FIAMMATA IN BORSA POI +0,6% – Apertura volatile per i titoli legati alla galassia della Cir di Carlo De Benedetti dopo la sentenza del Lodo Mondadori che ha condannato la Finivest ad un risarcimento di 560 milioni di euro. Cir guadagna lo 0,61% dopo uno strappo iniziale a +2,2%, Cofide sale dello 0,2%, Sogefi è invariata e L’Espresso sale dello 0,11%.

Di umor nero dopo la sentenza che lo condanna a risarcire 560 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti, Silvio Berlusconi medita le mosse da fare dal buen retiro sardo di Villa Certosa ma sceglie la linea del silenzio. Il premier tace e aspetta con trepidazione la riapertura dei mercati, dopo lo scivolone in borsa di venerdì scorso e l’attacco speculativo ai titoli pubblici italiani, ma a Piazza Affari guarda con timore anche temendo contraccolpi per il suo impero finanziario, dopo la sentenza Mondadori. Nubi si addensano sul privato del Cavaliere, ma la preoccupazione in queste ore è insieme quello di una tempesta sul Paese. Ed è per questo che Berlusconi alla fine, dopo aver già deluso i lampedusani disertando la visita nell’isola sabato, oggi lascia a bocca asciutta anche il popolo del Pdl riunito a Mirabello in attesa di una sua telefonata. E diserta pure, come già era noto, il matrimonio di Renato Brunetta, tenendosi alla larga da ogni occasione ‘pubblica’. Troppo alto il rischio di lasciarsi andare a sfoghi su quella che il premier considera da tempo una “rapina a mano armata”, una “sentenza politica” delle toghe rosse. Troppo lo sgomento del Cavaliere, il timore per le sue aziende ed il suo patrimonio. Ma insieme, e soprattutto, troppa la trepidazione per la riapertura dei mercati e la preoccupazione di non avvalorare l’immagine di un paese in fibrillazione, alla vigilia della riunione della Consob e di quella dell’Eurozona nel cui ordine del giorno il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy ha inserito insieme alla crisi greca e portoghese quella italiana.

Berlusconi non parla ed è il suo portavoce Paolo Bonaiuti ad ammettere in chiaro che “il premier ha deciso di non parlare perché domani si aprono i mercati, la speculazione è in atto, ci sono dei movimenti che si ripropongono ciclicamente pur non avendo un motivo reale alla base”. “L’economia italiana, però é assolutamente solida, così come le sue banche. E gli ‘stress-test’ che usciranno a fine settimana lo dimostreranno. Bisogna avere dunque fiducia e tranquillità”, aggiunge rassicurante Bonaiuti, cercando di camminare nel solco del messaggio tranquillizzante che già venerdì scorso il premier aveva inviato ai mercati dopo il pranzo con Tremonti, con rassicurazioni sulla volontà di approvare entro l’estate e senza tentennamenti la manovra, a saldi invariati e in vista di un pareggio di bilancio nel 2014. Il premier tace, dunque. Nella sua agenda è previsto per domani il rientro a Milano, per studiare insieme ai figli (in particolare la primogenita Marina), ai legali e ai vertici Fininvest il da farsi, prima di tornare a Roma martedì. A Porto Rotondo Berlusconi è rimasto per tutto il giorno con Nicolò Ghedini, studiando la sentenza e valutando il da farsi (resistere tout court, sacrificare utili, vendere rami d’azienda). Sembra scontato che le vie da percorrere siano la richiesta di sospensiva e ricorso in Cassazione, considerato che una fideiussione rende immediatamente esigibile il credito. “Ma qualcosa dobbiamo inventarci, magari ora che la Finanziaria arriva in Senato”, non depone le armi uno dei politici più in contatto con il premier. I gruppi Pdl del Senato fanno sapere che, già la prossima settimana, riproporranno la norma ‘salva Fininvest’ in un disegno di legge, e se questo fosse approvato almeno da un ramo del Parlamento i giudici non potrebbero non tenerne conto. Ma è chiaro che questa è una via troppo lunga ed aleatoria. Serve altro per fermare il risarcimento, anche se è difficile immaginare cosa dopo gli stop del Quirinale. Raccontano anche che, tra le amarezze del premier di queste ore, ci sia quella di non essersi sentito ‘difeso’ da molti dei suoi (con i quali infatti ancora oggi Berlusconi non ha inteso parlare) dopo il tentato inserimento in manovra del lodo ‘Salva Fininvest’. E ad inquietare il premier c’é anche il silenzio della Lega, o meglio le sole poche parole che Umberto Bossi ha scelto di pronunciate sulla sentenza che condanna Berlusconi e che per il leader del Carroccio “non è politica”.

Entro una decina di giorni Cir dovrebbe passare all’incasso mentre i legali di Fininvest studiano le contromosse. Il giorno dopo il deposito della sentenza con cui la seconda sezione civile della Corte d’Appello di Milano ha condannato la holding del Biscione a versare 560 milioni di euro alla societa’ della famiglia De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori, gli avvocati del gruppo di Silvio Berlusconi sono gia’ al lavoro per impostare il ricorso in Cassazione. I legali di Cir entro la fine della prossima settimana o al massimo entro i primi giorni di quella successiva, visto che il provvedimento di ieri e’ immediatamente esecutivo, non appena otterranno copia autentica dell’atto firmato dai giudici Luigi de Ruggiero, Walter Saresella e Giovan Battista Rollero, invieranno la lettera a Intesa Sanpaolo per chiedere il pagamento del risarcimento. La banca, capofila di un pool di istituti di credito, nel dicembre 2009, dopo la decisione con cui il Tribunale aveva condannato Fininvest a risarcire 750 milioni, aveva fornito a quest’ultima una fideiussione – rinnovata fino al prossimo ottobre – di 806 milioni nell’ambito di un accordo tra le parti che finora ha ‘congelato’ il risarcimento.

Intanto Romano Vaccarella, Giorgio De Nova, Achille Saletti, Giuseppe Lombardi e Fabio Lepri, il pool di avvocati che segue Fininvest, gia’ domani mattina si riuniranno per valutare il provvedimento – che in queste ore stanno leggendo attentamente – ”per decidere il da farsi”. E non si tratta solo di cominciare ad impostare il ricorso in Cassazione, ma di trovare una via per tentare di ottenere la sospensione dell’ esecutivita’ immediata della sentenza di secondo grado. Una delle possibilita’ e’ presentare al Tribunale un ricorso per bloccare il pagamento a Cir da parte delle banche. Una strada, questa, ipotetica, a cui comunque seguira’ il ricorso in Cassazione: i legali hanno tempo 60 giorni dalla notifica della sentenza da parte di Cir, ma vista la sospensione per la pausa estiva, i termini si allungheranno almeno fino alla fine di ottobre. Solo contestualmente al ricorso, come prevede il codice di procedura civile, Fininvest puo’ presentare ai giudici d’Appello l’istanza per sospendere l’efficacia del provvedimento di condanna ritenendo che da cio’ ”possa derivare un grave e irreparabile danno”. Ma, se la societa’ della famiglia De Benedetti avra’ gia’ incassato il risarcimento, si tratterebbe di un’istanza del tutto inutile e dunque non rimarrebbe che attendere che la Suprema Corte metta la parola fine a questa causa. Causa che e’ il risvolto civile di un procedimento penale finito con la condanna definitiva per corruzione in atti giudiziari del giudice Vittorio Metta e degli avvocati Cesare Previti, Giovanni Acampora e Attilio Pacifico, in quanto la sentenza del gennaio del ’91 che aveva annullato il lodo arbitrale favorevole a De Benedetti consegnando la casa editrice di Segrate nella mani di Silvio Berlusconi, fu ”comprata”.