Lodo Mondadori: Marina Berlusconi, De Benedetti taccia

MILANO – Carlo De Benedetti “invece di tacere” spesso “sale in cattedra a pontificare” e ancora lo fa sul Lodo Mondadori. Così Marina Berlusconi dopo che l’Ingegnere ha definito “la corruzione del millennio” il Lodo Mondadori. “Noi non abbiamo mai corrotto nessuno”, dice la presidente di Fininvest esprimendo fiducia nel giudizio della Cassazione.
“Qualcuno dovrebbe spiegare all’ingegner De Benedetti che talvolta forse il silenzio è d’oro. Nel suo caso, per esempio, sul Lodo Mondadori”, afferma la figlia di Silvio Berlusconi all’indomani dell’intervento del presidente onorario di Cir a ‘Che tempo che Fa’. “Grazie a due sentenze sconcertanti e in contraddizione tra loro ha intascato – per il momento – la bellezza di 564 milioni di euro. Ma invece di tacere e sperare che la giustizia continui ad essere ingiusta com’è stata finora, sempre più spesso con arroganza e impudenza sale in cattedra a pontificare e a impartire improbabili lezioni di rigore morale a tutti e su tutto, Lodo compreso”, prosegue Marina Berlusconi in una nota. “Lo ha fatto anche ieri sera, durante una trasmissione televisiva, nella quale ha riproposto la menzogna diffamatoria secondo cui ‘la difesa di Berlusconi si basa sul fatto che dei tre giudici ne ha corrotto solo uno… vuol dire che ha risparmiato’. Mi vedo quindi costretta a ribadire ancora una volta che la sentenza della Corte d’Appello di Roma che annullava il lodo Mondadori – il verdetto da cui poi originò tutta la vicenda – fu emessa da un collegio di tre giudici. Uno di loro venne successivamente ritenuto colpevole di corruzione, al termine di un procedimento molto controverso. Gli altri due giudici, esperti in materia e sul cui operato non c’è stata alcuna censura, hanno ribadito più volte di aver studiato bene la causa e di aver totalmente condiviso il verdetto. Quella della Corte romana era quindi una sentenza non inquinata e assolutamente giusta, conforme al diritto. E noi non abbiamo mai corrotto nessuno: mio padre venne prosciolto da ogni ipotesi accusatoria nel 2001, ancor prima che iniziasse il dibattimento”, ricorda la presidente di Fininvest concludendo che “Attendiamo ora con estrema fiducia che la Cassazione ci renda finalmente giustizia, perché non vi fu alcun danno e neppure un euro da parte nostra è dovuto”.