L’ora della verita’, Francia con il fiato sospeso

(di Tullio Giannotti) – Si sono aperti alle 08:00 i seggi in tutta la Francia, chiamata oggi a scegliere nel ballottaggio fra il presidente uscente, Nicolas Sarkozy, e lo sfidante socialista, Francois Hollande, chi sarà l’inquilino dell’Eliseo per i prossimi cinque anni. Gli ultimi sondaggi di venerdì sera davano Hollande al 52% e Sarkozy, in visibile recupero, al 48%, margine che si sarebbe ulteriormente assottigliato nelle ultime 24 ore. I 46 milioni di elettori avranno tempo per esprimere il voto fino alle 20:00.

Le prime elezioni davvero “europee”, quelle che da lunedì avranno conseguenze dirette sulla politica dell’Unione e sulle strategie per affrontare la crisi, si giocano sul filo del rasoio. La Francia aspetta le 20 con il fiato sospeso dopo aver lasciato i due candidati separati da soli 4 punti, 52% per Hollande, 48% per Sarkozy. Dalle loro trincee, gli sfidanti confortano questo clima da thrilling: “Sarà la più grande sorpresa della Quinta repubblica”, dice il presidente uscente, abituato a non mollare mai. “Non commettete l’errore di pensare che tutto sia deciso, io non sono sicuro di niente”. “Una scelta storica”, questo ripetono un po’ tutti da destra a sinistra, da Le Figaro a Liberation. I due candidati, reduci da una campagna durissima e dal faccia a faccia televisivo di mercoledì, ricaricano le batterie per l’esplosione di adrenalina. Qualcuno azzarda addirittura che se lo scarto sarà troppo ridotto il classico faccione del nuovo presidente che alle 20 e un secondo appare su tutti i teleschermi del Paese non ci sarà. Bisognerà contare i voti, poiché gli exit poll basati sui seggi che chiudono alle 18 – quelli fuori dalle grandi città – non sarebbero a quel punto troppo affidabili. Attorno a Nicolas Sarkozy, due grandi correnti: quella più scettica che abita all’Eliseo e che sta già preparando gli scatoloni in vista del passaggio di consegne di martedì 15 maggio, e quella degli irriducibili, i compagni d’avventura di questa campagna tutta in salita al grido de ‘La France Forte’.

Loro ci credono, seguono Monsieur le president fino all’ultimo e tutti i calcoli sui loro pallottolieri invitano all’ottimismo: “Sarò stupido – dice Xavier Bertrand, ministro del Lavoro – ma io credo che sia ancora possibile”. “Qualcosa sta succedendo”, fa eco la ‘pasionaria’ Nathalie Kosciusko-Morizet, la portavoce diventata in queste ultime settimane la più oltranzista. Lui, Sarkozy, dopo giornate di fuoco vissute a 100 all’ora, si è chiuso in casa con Carla Bruni e la piccola Giulia. A Tulle, nella Francia profonda, feudo elettorale di Hollande, il socialista è invece uscito a passeggio a braccetto con la compagna Valerie Trierweiler. Una camminata nel mercato locale, tante strette di mano, sorrisi e rose, simbolo del partito. Poi, lo scroscio violento di pioggia e la corsa, nella speranza che anche questo sia un buon auspicio. Pioverà su gran parte del Paese, come succede ormai da un mese tutti i giorni. Questo non ha impedito oggi di montare i palchi delle due ipotetiche feste – una alla Bastiglia per Hollande, l’altra alla Concorde per Sarkozy – né impedirà a 46 milioni di elettori di mobilitarsi per scegliere fra due opzioni che potenzialmente potranno dettare la linea dell’Europa nei prossimi mesi, a cominciare dalle consultazioni in Germania e in Italia nel 2013. L’alternativa è fra il rinnovo della fiducia al presidente di questi ultimi cinque anni, che voleva modernizzare la Francia ma che in due settimane si è abbandonato a una rincorsa disperata ai voti dell’estrema destra di Marine Le Pen, e il “cambiamento ora” che Hollande vuole per la Francia ma anche per l’Europa. L’arrivo di un presidente di sinistra al vertice della seconda economia del continente, con l’obiettivo di riorientare la politica sulla crescita e sul rilancio togliendo la ribalta a finanza e rigore di bilancio, sarebbe un evento di grande portata anche simbolica. La decisione di intraprendere la strada del rigore e della continuità propugnata dalla sarkozysta ‘Francia forte’ oppure quella del ‘Cambiamento adesso’ sulla quale punta “il presidente normale” Hollande, sarà frutto di una corsa al fotofinish. Cruciale la scelta degli elettori di Marine Le Pen – che voterà scheda bianca – e di quelli del centrista Francois Bayrou – che ha scelto Hollande. Se seguiranno l’esempio dei loro leader, avrà vinto “il cambiamento” di Hollande, se disobbediranno sarà il trionfo della ‘Francia forte’ di Sarkozy