Lungo applauso per Agnese Borsellino

MORTA VEDOVA BORSELLINO: A PALERMO STRISCIONI PER AGNESESono stati affissi nella notte numerosi striscioni a Palermo in omaggio ad Agnese Borsellino, deceduta ieri all’età di 71 anni. “Agnese e Paolo sono di nuovo insieme” firmato “Comunità Militante Palermo”: con questa frase i giovani di destra, provenienti dalle organizzazioni giovanili e universitarie di AN e promotori della tradizionale fiaccolata del 19 luglio in memoria di Paolo Borsellino, hanno voluto rendere omaggio alla moglie del magistrato ucciso dalla mafia. Gli striscioni sono apparsi in diverse zone della città ed uno in Via Cilea davanti l’abitazione della famiglia Borsellino. I giovani militanti partecipano ai funerali nella Chiesa di S. Luisa di Marillac.

Nella chiesa di Santa Luisa di Maurillac, insieme ai familiari, sono presenti il presidente del Senato Pietro Grasso e per il governo i ministri dell’Interno e della Giustizia Angelino Alfano e Anna Maria Cancellieri. A dare l’ultimo saluto ad Agnese Borsellino, anche il procuratore di Palermo Francesco Messineo con gli aggiunti, il procuratore generale Roberto Scarpinato, il capo della Polizia Alessandro Marangoni, il comandante dei carabinieri Leonardo Gallitelli, della Guardia di finanza Saverio Capolupo.

LUNGO APPLAUSO A FUNERALI – Un lungo applauso ha salutato l’uscita del feretro di Agnese Piraino Leto dalla chiesa di Santa Luisa di Marillac, a Palermo. La bara è portata a spalla, tra gli altri, anche dal figlio Manfredi, che alla fine della celebrazione ha ringraziato tutti i medici che hanno avuto in cura la madre e i tanti amici e fedeli che si sono stretti alla famiglia in questo giorno di dolore. Una folla commossa si è radunata davanti alla chiesa, che non è riuscita a contenere le persone presenti ai funerali. La salma verrà tumulata al cimitero di Santa Maria di Gesù.

INGROIA, IGNORATE SUE RICHIESTE – “Nei momenti di commozione, tutti piangono sulle bare dei morti. Quando si è vivi non c’é altrettanto impegno ad andare incontro alle richieste che vengono dai vivi”. Lo ha detto Antonio Ingroia ai funerali di Agnese Borsellino. “Agnese – ha aggiunto Ingroia – da viva proseguiva quella ricerca di verità che Paolo aveva portato avanti da vivo”.

PARROCO, VOLEVA CONOSCERE VERITA’ – “Quello di Agnese è stato un ‘martirio bianco’”. Così Don Cosimo Scordato, parroco dell’Albergheria, ha aperto la sua omelia al funerale della vedova di Paolo Borsellino che si è celebrato nella chiesa di santa Luisa di Marillac. Dopo avere ricordato il suo carattere “umile ma forte”, il sacerdote ha sottolineato che durante la sua vita Agnese Piraino Leto ha inseguito il “desiderio di conoscere tutta la verità” e ha chiesto perdono per il “martirio di tante persone” e per tutto quello che “non abbiamo portato alla luce facendo la nostra parte per la costruzione di una società degna di essere vissuta”. In un passaggio dell’omelia Padre Scordato ha poi richiamato le parole dell’Apocalisse ricordando che “Dio non vuole che si versino lacrime” mentre il suo regno deve essere “quello della giustizia e dell’amore”. “E’ giusto prevenire le lacrime – ha aggiunto – e quando necessario asciugarle. Agnese ha esaurito tutta se stessa per questo obiettivo: ha dato quello che ha potuto dimostrando il coraggio di cercare la verità perché il martirio del marito non restasse inspiegato. Ha fatto quello che ci ha insegnato Padre Pino Puglisi: ognuno faccia la propria parte”.

NON SMISE MAI DI CERCARE LA VERITA’, UNA VITA NEL NOME DI PAOLO – Non smise mai di cercare la verità sull’assassinio di suo marito, Paolo Borsellino. Riservata e lontana dai riflettori pubblici, Agnese Piraino Leto, preferiva parlare ai giovani dando messaggi di speranza e di riscatto da quel cancro della mafia che le tolse il marito, l’amico, il padre dei suoi tre figli: Lucia, Manfredi e Fiammetta. Nella sua ultima apparizione, in occasione dell’inaugurazione a Palermo della nuova sede della Dia, già provata dalla malattia, Agnese pronunciò parole che ancora adesso sembrano pietre: “Questa città deve resuscitare, deve ancora resuscitare”. E’ morta, nella sua abitazione, a 71 anni. A darne la notizia è stato Salvatore Borsellino, fratello del magistrato. “E’ andata a raggiungere Paolo – ha scritto su facebook – Adesso saprà la verità sulla sua morte”. In una nota i figli chiedono che “oggi sia un momento di preghiera strettamente privato nel rispetto di una perdita che ha una dimensione prima di tutto familiare”. Sempre a testa alta, in quella sua figura minuta ma fiera e orgogliosa, Agnese Borsellino, che sposò Paolo il 23 dicembre 1968, non ha mai perso la fiducia nella giustizia e nella verità, anche quando i depistaggi e i falsi pentiti raccontarono una storia che ora i magistrati di Caltanissetta stanno cercando di riscrivere, pezzo dopo pezzo. Proprio per la malattia che l’affliggeva, non aveva potuto partecipare alle manifestazioni per il ventennale delle stragi. Aveva però mandato un messaggio ai giovani: “Dopo alcuni momenti di sconforto – aveva scritto – ho continuato e continuerò a credere e rispettare le istituzioni di questo Paese come mio marito sino all’ultimo ci ha insegnato. Non indietreggiando nemmeno un passo di fronte anche al solo sospetto di essere stato tradito da chi invece avrebbe dovuto fare quadrato intorno a lui”. In occasione delle udienze del processo per la strage di via D’Amelio aveva riferito le preoccupazioni del marito che si erano accentuate dopo la strage Falcone. “Mi disse che c’era un colloquio tra mafia e pezzi infedeli dello Stato”, raccontò. E parlò di un Borsellino “sconvolto” mentre le rivelava di avere saputo che l’ex capo del Ros, Antonio Subranni, era “punciuto” (uomo d’onore, ndr). “Paolo mi disse: ‘mi uccidera’ la mafia ma solo quando altri glielo consentiranno”. I verbali dei suoi interrogatori sono stati acquisiti anche al processo al generale dei carabinieri Mario Mori. La malattia le impedì di essere presente in aula a ripetere quelle parole.

L’anno scorso in un’intervista all’ANSA disse: “Io e i miei figli siamo rimasti quelli che eravamo. E io sono orgogliosa che tutti e tre abbiano percorso le loro strade senza trarre alcun beneficio dal nome pesante del padre. Di questo siamo grati a Paolo. Ci ha lasciato una grande lezione civile. Diceva che chiedere un favore vuol dire diventare debitore di chi te lo concede. Era così rigoroso e attento al senso del dovere che alla fine della giornata si chiedeva: ho meritato oggi lo stipendio dello Stato?”. Unanime il cordoglio delle istituzioni. Il Capo dello Stato; Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio alla famiglia Borsellino. Solidarietà anche dal presidente della Camera Laura Boldrini, dal premier Enrico Letta, dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, dal Guardasigilli Annamaria Cancellieri, dal governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, dall’Anm. I funerali si terranno domani alle 9.30 nella chiesa di S. Luisa di Marillac a Palermo, la stessa dove si svolsero le esequie di Paolo Borsellino.