Manovra, sciopero unitario lunedi’. Verde e diesel a 1,7 euro

ROMA – Effetto manovra sui prezzi dei carburanti. Dopo il maxi-aumento delle accise la benzina e il diesel, riporta Staffetta Quotidiana, salgono entrambi sopra gli 1,7 euro al litro. Su base nazionale, (compresa la quota di distributori indipendenti) la benzina sale a 1,708 euro (+9,9 cent) e il gasolio a 1,702 euro (+13,5 cent).

Sui carburanti si ripercuote quindi immediatamente lo “shock accise”, come scrive Staffetta Quotidiana: i prezzi di tutte le compagnie sono aumentati in media di 9,9 cent sulla benzina, di 13,6 sul gasolio e di 2,6 centesimi sul Gpl. Sulla benzina Eni, Tamoil e TotalErg hanno aumentato i prezzi di 10 cent, mentre sul gasolio, Eni, Shell e Tamoil hanno rialzato di 13,6 cent. I prezzi medi nazionali della benzina vanno ora da 1,709 euro (Tamoil) a 1,716 euro (TotalErg), quelli del gasolio da 1,7 euro (IP, Q8 e Tamoil) a 1,715 euro (Shell). Al Sud, invece, si arriva a sfiorare gli 1,8 euro al litro per la verde. Per Quotidiano Energia, che conferma il balzo in avanti dei carburanti, solo la benzina sale sopra gli 1,7 euro al litro, con un massimo per Tamoil a 1,709 euro e un minimo per Esso a 1,697 euro, mentre il diesel rimane ancora sotto tale livello di qualche centesimo, con il massimo di TotalErg a 1,691 euro ed il minimo di Ip a 1,677 euro. Il Gpl, infine, è venduto tra lo 0,735 euro di Eni e lo 0,750 di Shell (no-logo giù a 0,721).

Con l’ennesima “maxi stangata” sui carburanti gli italiani alla guida sono diventati “i più tartassati d’Europa”. Lo afferma il Codacons alla luce dei rincari di benzina e diesel dovuti all’aumento delle accise deciso nella manovra. “Dopo l’entrata in vigore del decreto Salva Italia – sottolinea l’associazione dei consumatori in un nota – sono gli automobilisti a non salvarsi. Si tratta del quattordicesimo provvedimento preso a danno degli automobilisti in questa legislatura, un record storico e, probabilmente, mondiale. Dopo le 12 misure prese da Tremonti e Berlusconi, infatti, Monti ha deciso l’aumento delle accise e quello del bollo per i veicoli di maggiore cilindrata”. Il Codacons chiede quindi che il nuovo ministro dello Sviluppo Corrado Passera intervenga “almeno liberalizzando il settore con misure serie, ben diverse da quelle ridicole previste dall’art. 28 della legge n. 111/2011” e si interroga provocatoriamente “se sia entrata in vigore la manovra di Monti o l’ennesima manovra di Berlusconi, dal momento che il decreto ripercorre tutti gli errori delle precedenti manovre di luglio e agosto che avranno effetti recessivi sui consumi già stagnanti”.

ADOC, 2011 ANNO NERO VERDE, +13 EURO A PIENO – L’ultimo aumento delle accise, il quinto dell’anno, ha portato i rincari complessivi della benzina al 17,8% quest’anno, con ricarichi sul pieno di 13 euro, record in Europa. Sono i calcoli dell’Adoc “Il 2011 sarà ricordato come l’anno nero dei carburanti, in cui i consumatori hanno subito una stangata di 750 euro tra aumenti diretti e indiretti – dichiara il presidente dell’associazione Carlo Pileri – 250 euro di ricarichi diretti alla pompa, altri 500 euro per i rincari dei prodotti connessi ai carburanti, in primis alimentari ed energetici”. L’Italia, prosegue, è diventato il Paese europeo più caro sul fronte carburanti: “da noi si spende il 27,4% in più che in Spagna, il 14,6% in più della Francia, il 13,9% in più che in Germania. Abbiamo staccato anche l’Olanda, il Paese finora più caro, dove oggi la benzina si paga il 9,5% in meno che da noi”. E nel 2012, con il possibile aumento dell’Iva di ulteriori due punti, avverte ancora l’Adoc, “la stangata potrà essere maggiore, con rincari che sfioreranno i 1.000 euro e con la benzina che molto probabilmente supererà quota 1,80 euro al litro”.

LUNEDI’ 12 SCIOPERO UNITARIO CGIL-CISL-UIL – Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero unitario contro la manovra di tre ore per lunedi’ 12 dicembre. E’ quanto emerso dall’incontro di questa mattina dei tre segretari generali dei sindacati. Nei giorni scorsi Cisl e Uil avevano proclamato due ore di sciopero per lunedì e la Cgil quattro ore di sciopero per la stessa giornata. Nella riunione di oggi è stata definita un’iniziativa comune definendo tre ore di sciopero con presidi davanti alle prefetture. Cgil, Cisl e Uil, preoccupati per le conseguenze della manovra, hanno chiesto un incontro al governo Monti per affrontare i problemi derivanti dalla manovra “e per chiedere i necessari cambiamenti”. I sindacati chiedono inoltre un incontro a tutti i partiti sugli emendamenti.

SCIOPERO P.A E SERVIZI PUBBLICI IN ALTRA DATA – Per i servizi pubblici essenziali (come i trasporti) e il pubblico impiego lo sciopero generale unitario proclamato insieme da Cgil, Cisl e Uil non si terrà il prossimo 12 dicembre, ma probabilmente il 16. Lo riferiscono i segretari generali dei tre sindacati spiegando che la decisione dipende dalla necessità di preavviso per questi settori di attività.

CAMUSSO, PENSO PROF.MONTI DEBBA CAMBIARE OPINIONE – ”Credo che anche il professor Monti debba cambiare opinione”: cosi’ il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha commentato le affermazioni del presidente del Consiglio sulla quasi inemendabilita’ della manovra correttiva. ”Il nostro obiettivo – ha detto Camusso uscendo dalla riunione con i leader di Cisl e Uil nella quale si e’ deciso di proclamare uno sciopero unitario di tre ore per il 12 dicembre – e’ ottenere modifiche sulle cose piu’ problematiche per lavoratori e pensionati”.

BONANNI, C’E’ OPZIONE SCIOPERO 8 ORE ENTRO DICEMBRE – La Cisl considera “un’opzione sul tavolo” la prosecuzione della protesta contro la manovra correttiva se il Governo dediderà di non confrontarsi con il sindacato e di non aprire a modifiche sul provvedimento. Alla domanda dei cronisti se lo sciopero generale di otto ore entro dicembre sia un’opzione sul tavolo dopo quello di tre ore già proclamato per il 12 dicembre, Bonanni ha risposto di sì. “Noi chiediamo un incontro al Governo – ha spiegato – non può non aprire la discussione. E’ una cosa grave quanto detto sulla concertazione che non ci può essere”.

ANGELETTI, SEMPRE D’ACCORDO SU DIFESA COMUNE LAVORO – I sindacati sono “sempre d’accordo quando si deve difendere comunemente un problema”. Lo ha detto il segretario generale della Uil Luigi Angeletti che ha spiegato come l’obiettivo dello sciopero generale proclamato per il 12 dicembre sia “la correzione della manovra”. “Abbiamo chiesto un incontro al presidente del Consiglio – ha detto – per affrontare il problemi della manovra per lavoratori e pensionati. I problemi si concentrano sulla previdenza e sull’Ici per la prima casa. Il fatto che ci sia una disponibilità anche se estremamente limitata è diverso che dire che non si cambia nulla”.

ANCHE UGL IN SCIOPERO LUNEDI’ 12 – “In seguito a contatti telefonici con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, l’Ugl proclama, per lunedì 12, tre ore di sciopero unitariamente alle altre tre sigle sindacali”. Lo annuncia il segretario generale, Giovanni Centrella, aggiungendo che “insieme alle altre Confederazioni chiediamo al governo di aprire un confronto con noi per introdurre nella manovra quegli elementi di equità che ad oggi mancano e che stanno creando ansia e preoccupazione sul futuro alle persone che rappresentiamo”.
MONTI, STIPENDI ERANO A RISCHIO. ITALIANI CAPIRANNO MANOVRA

La manovra era necessaria e senza alternative, altrimenti “lo Stato entro breve non avrebbe potuto più pagare né stipendi né pensioni” e quindi per l’Italia sarebbe stata la bancarotta. Mario Monti, al debutto televisivo da presidente del Consiglio, fa subito una premessa: “sono qui per spiegare, non per far piacere a lei”, ha detto a Bruno Vespa tramite il quale ha voluto completare il suo personale ‘road show’ per illustrare – questa volta direttamente agli italiani – la gravità della situazione economica del nostro paese e i conseguenti sacrifici che il suo governo ha dovuto imporre. Ma gli italiani, si è detto convinto il premier, “certamente capiranno”. Presentando la manovra – ha affermato nello stesso salotto dove Silvio Berlusconi firmò il famoso ‘contratto con gli italiani’ – “ho invitato tutti a considerare che questa operazione di rigore, equità e crescita chiedeva sacrifici.

Ma l’alternativa non era quella di andare avanti come niente fosse, ma quella di correre il rischio che lo Stato non potesse pagare stipendi e pensioni”. Il premier ha ammesso che si è trattato di una operazione tutt’altro che indolore anche per lui stesso ammettendo che l’intervento più sofferto è stato quello sulle pensioni più deboli: “La cosa che mi ha fatto più soffrire – ha rivelato – è quando ho visto che per fare una cosa corposa bisognava chiamare a contribuire anche i pensionati e quelli con livelli molto bassi con il blocco dell’inflazione. A quel punto ho capito che bisogna chiamare a contribuire anche quelli dello scudo fiscale”. Per Monti, quindi, la reazione dei sindacati è più che comprensibile : “In passato ci sono stati scioperi, anche generali, per molto meno. Francamente capisco la protesta ma invito anche tutti a pensare cosa sarebbe accaduto al lavoro e alle pensioni senza questo intervento”. “Con i mezzi che ci erano dati – ha aggiunto – abbiamo comunque fatto molta più redistribuzione di quanto non si sia mai fatto. Gli italiani capiranno e noi spiegheremo le nostre decisioni”.

Decisioni che servono anche a “domare i mercati: questi – spiega – sono una bestia feroce e oggi sono imbizzarriti. Certamente – assicura – noi lavoriamo per i cittadini e non per i mercati, ma non possiamo non tenerne conto perchè il loro funzionamento è essenziale”. Talmente tanto che Monti lascia intendere come la manovra approvata sia, di fatto, quasi il ‘minimo sindacale’ richiestoci. Blindando il testo. Pur non annunciandola apertamente il premier ha di fatto evocato più di una volta la fiducia soprattutto quando ha fatto sapere che se “il Parlamento è sovrano, il tempo è però poco e i margini per eventuali modifiche sono pochissimi”. Ma nel futuro dell’Italia a guida Monti non ci sono solo sacrifici: “Il mercato del lavoro – ha infatti detto – sarà il nostro prossimo cantiere e la concertazione sarà essenziale. Le prossime iniziative riguarderanno lo sviluppo, le liberalizzazioni, misure che non chiedono sacrifici ma modificano la struttura per togliere ingessature all’economia italiana”. Ha spiegato che le misure, anche quelle più impopolari come l’aumento della benzina e la reintroduzione dell’Ici, sono state “indispensabili”, ma ha anche assicurato che l’Irpef non verrà toccata. Ma – ha sottolineato – già si sentono gli effetti di questa manovra pesante: l’Italia – ha detto – d’ora in poi siederà al tavolo europeo e internazionale “da protagonista e non da osservatore distratto”.