Marcella Bella indagata per evasione fiscale

MILANO – La cantante Marcella Bella è indagata per una evasione fiscale da circa 2,5 milioni di euro. E’ quanto emerge dall’avviso di chiusura delle indagini notificato dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano a 20 indagati nell’inchiesta dei pm di Milano Gaetano Ruta e Laura Pedio su una presunta frode fiscale da circa 450 milioni di euro in totale, che vede tra gli indagati anche l’avvocato svizzero Fabrizio Pessina e il marito della cantante, Mario Merello.

La cantante è indagata per il reato di infedele dichiarazione dei redditi, in concorso con il marito, con l’avvocato Pessina e altre persone, perché, come si legge nell’avviso di chiusura delle indagini, nella dichiarazione dei redditi presentata nell’ottobre del 2003, avrebbe omesso “di rappresentare le disponibilità economiche in territorio estero pari” a circa 9.421.000 euro “ed evadendo la relativa imposta nella misura di” circa 2.543.000 euro.

L’inchiesta chiusa oggi era nata da un filone delle indagini sulle presunte irregolarità nella bonifica dell’area Montecity-Santa Giulia, che ha visto coinvolto l’imprenditore delle bonifiche Giuseppe Grossi e lo stesso avvocato Pessina, finito in carcere nel febbraio 2009. Dagli accertamenti dei militari della Gdf era emersa una ‘lista’ di clienti dell’avvocato svizzero che avrebbe aiutato a portare capitali all’estero per frodare il fisco. Tra gli indagati, che hanno ricevuto oggi l’avviso di chiusura, ci sono infatti oltre a Pessina, il marito della cantante (il consulente finanziario Mario Merello), il commercialista Sirio Zanoni e il consulente societario Tonino Cola.

Sono tutti e quattro accusati di associazione per delinquere perché, stando all’atto notificato, avrebbero compiuto “plurimi reati di frode fiscale, attraverso una stabile organizzazione avente struttura e vocazione transnazionale, che operava” in Italia, Austria, Svizzera, Liechtenstein, Lussemburgo, British Virgin Islands, Stati Uniti e Principato di Monaco. Merello sarebbe stato il “promotore e comunque capo” dell’associazione, perché, secondo l’accusa, avrebbe reperito i “clienti a cui proporre le operazioni fiscali illecite”. Pessina invece si sarebbe occupato delle “operazioni estero su estero”.

Tra gli indagati, oltre ai quattro dell’associazione, figurano diversi clienti dell’avvocato svizzero. Attraverso questo sistema di società offshore, Pessina e gli altri avrebbero in un caso raggirato il fisco per un importo complessivo di oltre 255 milioni di euro e in un altro caso per circa 199 milioni di euro. Le accuse sono contestate dal 2000 al febbraio 2009.