Melania, corsa per acquisire nuove prove

ASCOLI PICENO – Pasqua sul campo per gli investigatori e gli inquirenti che si occupano del caso di Carmela-Melania Rea, la mamma di 29 anni scomparsa lunedì scorso dal pianoro di Colle San Marco, ad Ascoli, dove stava facendo una scampagnata con il marito Salvatore Parolisi e la loro bimba di un anno e mezzo, ritrovata cadavere in una pineta a Ripe di Civitella, nel Teramano. Dopo il sopralluogo di ieri – conclusosi stamattina alle 5 – che ha permesso di rinvenire tracce biologiche e alcuni reperti (un orecchino della donna, una catenina e un laccio emostatico) e dunque di collocare l’omicidio proprio qui, accanto ad un chiosco-bar, gli accertamenti dei Ris di Roma, che hanno richiamato sulla scena del crimine anche il loro comandante, il col. Luigi Ripani, sono proseguiti in mattinata per concludersi nel pomeriggio. Ci sarebbero stati altri rilievi interessanti, probabilmente altre tracce ematiche, lasciate dalla colluttazione avvenuta tra l’assassino e la vittima, una donna alta un metro e ottanta, che dev’essersi battuta con tutte le sue forze prima di soccombere ai numerosi colpi che le sono stati inferti con un coltello a serramanico.

Ma nonostante si rincorrano voci di una precisa rosa di sospetti, l’identità del killer è ancora ignota. Si continua a scavare nelle vite dei familiari della Rea, nei loro rapporti con persone che potrebbero aver nutrito motivi di odio, vendetta o gelosia nei confronti di Melania. Perché di una cosa chi conduce le indagini sarebbe certo: chi l’ha uccisa non è un maniaco sbucato dal nulla, ma qualcuno che con lei aveva un qualche ‘legame’. “Credo che non sia uno della nostra comunità”, suggerisce don Carlo, il parroco di Folignano, il piccolo centro dell’Ascolano dove Melania viveva con Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito, e la bimba. “Questa è una Pasqua velata non solo dalle nuvole ma dalla tristezza”, per la “morte disumana di una ragazza solare”, ha detto oggi il sacerdote nella sua omelia, ricordando che solo una settimana fa, la domenica delle Palme, quella stessa ragazza era seduta ai banchi della chiesa con il marito. Una coppia felice, che si apprestava a festeggiare l’anniversario del matrimonio, che cade il 26 aprile. Solo per un caso (le Procure di Ascoli e Teramo hanno negato il nulla osta ai funerali per poter eseguire altri esami sul cadavere) le esequie non saranno celebrate proprio quel giorno. Domani, vertice fra i pm (tre ascolani e uno teramano), per fare il punto delle indagine e stabilire la competenza territoriale.