Meredith, cominciata l’arringa dei difensori Knox

PERUGIA – Cominciata l’arringa dei difensori di Amanda Knox davanti alla Corte d’assise d’appello di Perugia ch sta processando l’americana e il suo fidanzato Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher. In aula l’intera famiglia della studentessa insieme ad altri parenti e amici giunti appositamente da Seattle. La Knox è stata condannata a 26 anni di reclusione che sta scontando in carcere dopo essere stata arrestata dalla polizia il 6 novembre del 2007. Deve rispondere anche di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba per averlo accusato del delitto nelle prime fasi di indagine (il musicista è stato poi invece prosciolto perché risultato completamente estraneo). La Knox si proclama innocente e già in primo grado i suoi legali ne avevano chiesto l’assoluzione.

LA SENTENZA ANDRA’ IN DIRETTA TV – Sì alla trasmissione in diretta tv della sentenza del processo d’appello ad Amanda Knox e a Raffaele Sollecito per l’omicidio di Meredith Kercher in corso a Perugia. Il presidente della Corte, Claudio Pratillo Helllmann “a seguito delle numerose richieste pervenute in cancelleria al fine di effettuare riprese televisive in diretta e servizi fotografici durante la lettura del dispositivo” ha autorizzato “fin d’ora tutti coloro che ne faranno richiesta purché muniti dell’iniziale accreditamento”. La trasmissione in diretta della sentenza è stata chiesta finora da alcuni dei principali network mondiali come la Cnn. Il verdetto è atteso tra sabato e lunedì.

‘ASSOLVETE SOLLECITO, NULLA LO LEGA A DELITTO’ – ”Date per morta la Venere in pelliccia e assolvete Raffaele Sollecito”: il suo difensore l’avvocato Giulia Bongiorno, ha chiuso cosi’ la sua arringa davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Perugia per l’omicidio di Meredith Kercher. Il legale ha sottolineato che l’intero dibattimento ”si fonda sulla prova del dna della quale e’ pero’ stato indicato l’errore”. “Nulla ricollega Raffaele Sollecito a questo delitto”, ha evidenziato il suo difensore Giulia Bongiorno nell’arringa. “I pochi indizi – ha sostenuto il legale – erano su Amanda Knox e sono stati traslati su di lui. C’é chi con una fidanzata acquisisce una famiglia, lui ha acquisito un delitto. Ma nulla – ha ribadito la Bongiorno – c’ è anche su Amanda”.
AMANDA TRASFORMATA VENERE IN PELLICCIA Amanda Knox è stata trasformata in una Venere in pelliccia, in una femme fatale della letteratura decadente, ossessionata dal sesso, mentre invece è una “donna fedele”, secondo l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, la quale ha anche paragonato l’americana alla Jessica Rabbit che dice “non sono così, è che mi disegnano così”. Il legale ha definito il processo “amandocentrico” nel quale i “pochi indizi” su di lei “sono traslati” sul suo ex fidanzato. Per questo la Bongiorno si è soffermata sulla figura della giovane di Seattle. “Raffaele – ha detto – è stato una sorta di ingombro, il gregario sbiadito”. Lo ha quindi accostato a un personaggio di Proust “che non aveva mai alcun desiderio se non quelli di sua moglie”. “Vi è stato proposto – ha affermato – un ritratto deformato di questi due giovani, lui gregario e lei protagonista. Amanda è stata trasformata nella Venere in pelliccia alla quale fa da contraltare un uomo finto e debole”. Secondo la Bongiorno la Knox può essere paragonata a Jessica Rabbit, può sembrare una mangiatrice di uomini “mentre invece è una donna fedele”. “Tra i due ragazzi – ha ribadito – c’ è stata solo tenerezza”.

BONGIORNO, GANCETTO ANDAVA CESTINATO – E’ un reperto ”inaffidabile a prescindere” e ”andava cestinato” il gancetto di reggiseno indossato da Meredith Kercher quando venne uccisa. Lo ha detto il difensore di Raffaele Sollecito, l’avvocato Giulia Bongiorno, nella sua arringa in corso a Perugia. Sul gancetto la polizia scientifica ha individuato il Dna di Sollecito misto a quello della Kercher. Risultato ritenuto pero’ non attendibile dai periti della Corte d’assise d’appello di Perugia che hanno ipotizzato una possibile contaminazione. ”La perizia – ha detto la Bongiorno – e’ la prova che non si puo’ attribuire il Dna a Sollecito”. Il legale ha ricordato che il gancetto e’ stato repertato 46 giorni dopo essere stato trovato. ”In una stanza messa a soqquadro – ha sostenuto – dalle perquisizioni della polizia”. ”Quel reperto – ha sottolineato la Bongiorno – andava cestinato”. ”Nella stanza del delitto – ha affermato ancora – non ci sono tracce di Amanda e Raffaele ad eccezione del gancetto sgretolato dalla perizia”.

COLTELLO TROVATO A VELOCITA’ NEUTRINI’ – Il coltello considerato l’arma per uccidere Meredith Kercher e’ stato trovato dalla polizia ”con la velocita’ dei neutrini”. Lo ha affermato l’avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Raffaele Sollecito, nella sua arringa in corso a Perugia nell’appello per l’omicidio di Meredith Kercher. Ad avviso del legale il processo nei confronti del suo assistito e di Amanda Knox e’ stato caratterizzato dalla fretta. ”Dopo quattro giorni – ha sostenuto – il caso era considerato gia’ chiuso”. Riguardo al coltello sequestrato in casa di Sollecito, la Bongiorno ha fatto chiaramente capire che a suo avviso non e’ quella l’arma del delitto. ”E’ un omicidio non premeditato – ha detto ancora – ma dopo avere ucciso Meredith gli imputati si preoccupano di disfarsi dei cellulari della vittima mentre il coltello lo riportano indietro e lo mettono nel cassetto dove viene subito trovato. Con la velocita’ dei neutrini”. La Bongiorno ha quindi definito la presenza di Rudy Guede nella casa di via della Pergola la ”prova che vale mille prove”. Ha ricordato l’impronta di mano insanguinata dell’ivoriano trovata nella camera della vittima e le atre tracce a lui attribuite. ”La camera di Meredith – ha detto – e’ la foto di chi era presente. Gronda di tracce di Guede ma perche’ non ci sono quelle di Sollecito e della Knox no? La stanza e’ stata pulita come sostiene l’accusa? Nessun detersivo – ha concluso la Bongiorno – ha la capacita’ di riconoscere le tracce di Dna”

BONGIORNO REGALA LIBRO VENERE PELLICCIA AD AMANDA – L’avvocato Giulia Bongiorno ha regalato ad Amanda Knox il libro ‘La Venere In Pelliccia’ al quale ha ripetutamente fatto riferimento oggi, descrivendo la figura dell’americana nella sua arringa nel processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher. Lo ha rivelato lo stesso legale lasciando il Palazzo di Giustizia di Perugia. La Bongiorno ha spiegato che quando ha dato il volume, in italiano, ad Amanda, questa ha sorriso e l’ha ringraziata. ”avevo chiesto di comprarlo – le parole della Knox riferite dalla Bongiorno – ma visto che me lo ha regalato lei la ringrazio”.