Michael Jackson: al via processo a medico, rischia 4 anni

LOS ANGELES – Si è aperto, in ritardo di circa mezz’ora sul programma di marcia, con il discorso preliminare dell’accusa il processo a carico del Dottor Conrad Murray, il medico accusato d’omicidio involontario per aver procurato un’overdose di sedativo a Michael Jackson, nella mattina che ha condotto la pop star alla morte, il 25 giugno 2009. Mostrando diapositive, una di Michael Jackson vivo e vitale sul palco, l’altra con la pop star nella barella, ormai privo di vita l’accusa si è chiesta: “Cosa è successo nelle 24 ore che separano queste due foto? Dimostreremo che Conrad Murray ripetutamente ha agito con negligenza e in maniera incompetente”. Per impressionare la giuria sono state mostrate anche le foto dei figli di Michael Jackson, poi l’accusa ha raccontato il percorso professionale di Murray, spiegando che Jackson e il medico si erano incontrati a Las Vegas tre anni prima, e ha spiegato che il dottor Murray non è un anestesista, ma solo un medico generico che era stato assunto a maggio 2009 per seguire Michael Jackson durante il tour “This is It” che avrebbe dovuto iniziare a luglio a Londra.

L’accusa ha anche spiegato che Murray aveva prima chiesto un compenso di 5 milioni di dollari per un anno di lavoro accanto a Jackson, e che i due si erano poi accordati 150 mila dollari al mese. Poi è stato spiegato ai giurati cos’é il Propofol, il medicinale che è stato accertato essere la causa della morte di Jackson. “Non é un aiuto per dormire, è un anestetico che serve per addormentare i pazienti nel momento dell’esecuzione di un intervento chirurgico, in una sala operatoria dove può essere praticata l’iperventilazione e dove c’é un anestesista accanto al chirurgo. Nel pacchetto del medicinale, nel foglio delle indicazioni, c’é scritto che i pazienti devono essere continuamente monitorati. La semplice lettura di tali indicazioni – ha continuato l’accusa – avrebbe fatto agire diversamente qualsiasi medico competente. Dimostreremo anche che il dottor Murray ha fatto un accordo con un farmacista di Las Vegas per avere grosse quantità di Propofol, mentendo al farmacista, dicendo di possedere una clinica in California, facendoci spedire regolarmente grosse quantità di Propofol a partire dal 6 aprile 2009. Ma forse la parte che più ha impressionato la giuria e i presenti (fra questi c’erano alcuni componenti della famiglia di Jackson) è stata la voce, registrata del cantante, registrazione fatta dallo stesso Murray il 10 maggio del 2009. La voce di una persona completamente drogata, una voce strascicata e dolente che parlava del suo sogno, il ritorno sul palco, dicendo cose come: “Voglio che la gente, quando lascerà il mio show dica ‘Non ho mai visto una cosa del genere’. “Questa era la persona con cui Murray aveva a che fare, la situazione che si era creata – ha proseguito l’accusa – nonostante questo Murray due giorni dopo la registrazione di quella terribile voce, ha ordinato ancora larghe quantità di medicinali, fra cui il Propofol. Il 19 giugno, durante le prove Michael Jackson si è sentito male e Kenny Ortega, il coreografo dello spettacolo , che fra poco sentiremo personalmente, era preoccupato”. Secondo l’accusa Murray avrebbe detto a Ortega: “io sono il medico, non ti preoccupare della sua salute, preoccupati della coreografia, alla salute di Michael ci penso io”. Infine l’accusa ha raccontato i concitati momenti in cui l’entourage di Jackson ha scoperto che il cantante aveva smesso di respirare. “Murray ha ordinato al personale di raccogliere i medicinali in una borsa, prima di chiamare il 911, chiamata che é avvenuta circa mezz’ora dopo la scoperta del fatto che il cantante non stava più respirando. Jackson, mezz’ora dopo era già morto.

E quando il personale dell’ambulanza e poi i medici del pronto soccorso hanno chiesto a Murray che cosa era stato somministrato a Jackson, Murray mai ha fatto menzione del Propofol”. Secondo l’accusa Murray è anche colpevole di “abbandono medico” per aver lasciato solo il cantante dopo aver somministrato il Propofol e per non aver monitorato il paziente costantemente. L’accusa ha anche dimostrato che l’equipaggiamento medico che Murray aveva nella casa di Jackson era di bassa qualità ed economico. “Per 100 dollari di più Murray si sarebbe potuto procurare materiale per il controllo dell’ossigenazione del sangue (indispensabile con l’uso di un anestetico) in grado di suonare un allarme in caso le cose fossero andate male. “Le prove – ha ripetuto l’accusa – dimostreranno come Conray Murray ha agito con negligenza, ha abbandonato il suo paziente, violando non solo tutte le regole mediche ma anche la semplice decenza fra esseri umani. E’ stato il desiderio di fare questo affare lucrativo, da 150 mila dollari al mese che lo ha portato non solo ad agire come ha agito ma anche ad abbandonare ogni etica medica”. Il giudice Michael Pastor ha poi predisposto una pausa di 15 minuti, dopo la quale il processo proseguirà con le prime testimonianze fra cui quella di Kenny Ortega, il coreografo e regista degli spettacoli che Jackson avrebbe dovuto portare in scena se non fosse prematuramente scomparso. Murray potrebbe dover scontare quattro anni in prigione se giudicato colpevole. Il processo, alla corte di giustizia di Downtown Los Angeles, potrebbe durare cinque settimane.