Michael Jackson, medico Murray colpevole

LOS ANGELES – Conrad Murray, medico personale di Michael Jakson, è stato riconosciuto dalla giuria popolare colpevole di omicidio involontario per la morte del re del pop, il 25 giugno 2009, in seguito a una iniezione letale di Propofol, un potente anestetico che ne provocò l’arresto cardiaco. E così si chiude l’ultimo capitolo della vita, e della morte, di Jacko. Dopo sei settimane di udienze, una cinquantina di testimonianze e un processo a tratti molto toccante, Murray é stato condannato all’unanimità dalla giuria popolare. E’ stato dunque lui a causare la morte de il Re del Pop iniettandogli la vietata e pericolosa sostanza che lo ha portato al decesso. Marrey è stato ammanettato ed incarcerato, gli è stata infatti negata la cauzione e attenderà in carcere di conoscere i termini della sentenza che dovrà scontare, la cui lettura è prevista in due settimane. La giuria ha raggiunto il verdetto in un tempo record, meno di nove ore in camera di consiglio, sintomo che i dodici giurati erano sostanzialmente in accordo e che non ci sono state particolari difficoltà nel decidere le sorti del medico di Michael Jackson e chiarirne le cause della morte. I dodici giurati hanno dunque dato dato ragione al pubblico ministero David Walgren che, nel suo discorso conclusivo, aveva affermato che il caso era “abbondantemente chiaro”, e le prove presentate durante il processo erano schiaccianti: Murray, aveva sostenuto l’accusa, ha agito in maniera negligente, amministrando al cantante un farmaco che è un anestetico chirurgico e che dovrebbe essere somministrato solo in ospedale. Questo suo comportamento poco etico e non professionale avrebbe causato la morte del cantante. Teoria accettata dalla giuria, che non ha tenuto conto di quella difensiva, che mirava a sostenere che fosse stata la stessa pop-star, e non Murray, da considerare responsabile per quanto accaduto, perchè sarebbe stato lo stesso Jackson a iniettarsi il Propofol. Quindi si sarebbe trattato di un semplice incidente, senza negligenza alcuna da parte del medico. La testimonianza chiave è stata quella del coroner Christopher Rogers che dopo avere effettuato l’autopsia, ha dunque smontato la tesi della difesa che voleva convincere la giuria del fatto che Michael Jackson avesse assunto il Propofol, potente anestetico chirurgico che il cantante utilizzava per combattere i suoi problemi di insonnia e che ne ha provocato la morte, per bocca e da solo e non con un’iniezione da parte del suo medico. Secondo il coroner, invece, nei due minuti di tempo in cui il Dottor Murray dice di aver lasciato solo Michael Jackson per andare in bagno, ammesso che Jackson avesse potuto avere modo di bere il medicinale, questo non avrebbe fatto in tempo ad entrare in circolo e provocarne l’arresto respiratorio che lo ha ucciso. Rogers ha anche affermato che Murray non era in possesso del materiale medico necessario per somministrare una dose corretta di Propofol, così da far dormire il cantante senza troppo pericolo. “Con gli strumenti che aveva potrebbe aver facilmente sbagliato dose, somministrando troppo Propofol”, ha detto il medico legale, condannando di fatto il collega che aveva in cura Michael Jackson. Secondo il medico legale, la salute di Michael Jackson era buona. “Era in migliore salute di tante persone della sua età, – ha detto il coroner – non c’erano segni di grasso o colesterolo sulle pareti del suo cuore”.