Milano amplia calo, -2% Tutta Europa negativa

ROMA – Sono bastati pochi minuti e anche Piazza Affari, come il resto d’Europa ha accelerato la discesa. Il Ftse Mib cede il 2% a 14.671 punti.

Nuovo scivolone per le Borse in Europa con le vendite che nelle prime battute si concentrano sui titoli auto (-0,68%) e sui petroliferi (-0,67%). Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: – Londra -0,72% – Parigi -2,21% – Francoforte -0,83% – Madrid -1,96% – Milano -2,20% – Amsterdam -1,64% – Stoccolma -2,03% – Zurigo -1%

La Borsa di Tokyo segna un tonfo nell’ultima parte delle contrattazioni e chiude a -2,51%: l’ indice Nikkei scivola a 8.719,24, lasciando sul floor delle contrattazioni 224,52 punti.Torna il terremoto sui mercati finanziari. L’Europa brucia 298 miliardi (20 vanno in fumo solo a Milano) e segna il maggior crollo dagli inizi del 2009, quando ancora si viaggiava nel pieno della crisi spalancata dal crac Lehman.

La Borsa di Seul segna un tonfo in chiusura del 6,2%: l’indice di riferimento Kospi, accumulando una perdita del 22% dai massimi registrati a maggio, crolla a quota 1.744,88, con una perdita di 115,70 punti.

In forte calo in apertura la Borsa di Shanghai, a -1,56 per cento, e quella di Hong Kong che apre in discesa del 2,71 per vento.

Sono proprio i timori sempre maggiori di un nuovo tuffo nella recessione, il tanto temuto ‘double dip’, ad affondare tutti i listini, con anche Francoforte (-5,82%) e Londra (-4,49%) questa volta in caduta libera assieme a Milano (-6,15%). Wall Street si accoda e quando l’Europa ha ormai chiuso viaggia su cali del 4% (-3,8% il DJ attorno alle 19 in Italia, -4,7% il Nasdaq). Insomma, una fuga a rotta di collo da tutti i mercati. Non puo’ che beneficiarne, solitario, il bene rifugio di sempre: l’oro, che aggiorna ancora il record storico segnando a New York quotazioni a 1.829,40 dollari l’oncia (in altre parole, il costo di un grammo vola a 40,9 euro). A scatenare le vendite fin dal mattino sono delle apprensioni tutte nuove sulla solidita’ delle banche europee, dopo la notizia del Wall Street Journal sul monitoraggio avviato dalle autorita’ federali Usa sui livelli di finanziamento delle filiali Oltreoceano dei grandi istituti del Vecchio Continente. Lo spettro e’ insomma niente meno che quello di una tenuta del sistema creditizio. Nella giornata erano pero’ attesi dei dati economici aggiornati e sul timore di una doccia fredda le vendite si erano ampliate gia’ prima della loro diffusione. La realta’ ha poi superato i peggiori timori. L’indice Fed di Philadelphia, che monitora l’attivita’ del comparto manifatturiero nel distretto orientale americano, ad agosto sprofonda a -30,7 dopo il +3,2 di luglio. In pratica, e’ il primo dato su come sta andando l’industria Usa ad agosto e dice male. Va poi peggio del previsto la crescita delle richieste di sussidi di disoccupazione, mentre deludono le attese anche i vari indicatori sui prezzi. I mercati insomma non sanno da che parte girarsi per piangere e quando nel primo pomeriggio apre Wall Street e va subito giu’ a ruota libera le piazze europee son ormai pronte ad alzare bandiera bianca. Tra l’altro ben due funzionari della Fed finiscono col gettare benzina sul fuoco sottolineando l’uno, il capo della Fed di Dallas, che non e’ compito della banca centrale Usa intervenire a difesa degli investitori e l’altro, il suo collega di Philadelphia, stigmatizzando l’impegno del governatore Ben Bernanke a mantenere i tassi d’interesse a livelli prossimi allo zero fino al 2013. Tra i giganti europei vengono bastonati particolarmente i titoli bancari, con Dexia e Societe’ Generale in calo di oltre il 12%, sui timori per gli approfondimenti Fed negli Usa. Il nostro campione nazionale, la Fiat, va a fondo dell’11% in una giornata di passione per tutto il comparto auto, dopo uno studio fosco di Goldman Sachs sulle vendite di auto in Europa nel 2012. Sul gruppo torinese pesano pero’ anche timori a parte, legati all’erosione della quota di mercato in Brasile. A Milano, poi, la tempesta si scatena ancora una volta sugli istituti di credito gia’ pluritartassati nelle infuocate sedute di Borsa di agosto: Intesa Sanpaolo perde il 9,26%), il Banco Popolare il 7,69% e Unicredit il 7,41%. Ma non ce n’e’ per nessuno, in tutto il listino sono una manciata i titoli in positivo, mentre e’ tutto in rosso il paniere che racchiude i 40 gioielli di Piazza Affari.

MALE WALL STREET – La Borsa di Wall Street estende le perdite dopo la serie di dati macroeconomici Usa. Il Dow Jones cede oltre 400 punti con un ribasso del 4,03% mentre il Nasdaq scivola del 4,85%.

UE; VAN ROMPUY, NON IN VISTA NUOVA RECESSIONE – “Non c’é una recessione in vista”. E’ quanto affermato il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy in visita a Oslo secondo cui comunque “ci vorrà del tempo per ristabilire la fiducia”.

USA, RENDIMENTO TITOLI STATO PRIMA VOLTA SOTTO 2% – Il rendimento dei Treasury americani a 10 anni è sceso per la prima volta sotto il 2%.

USA, INFLAZIONE A LUGLIO +0,5%, SOPRA STIME – Negli Stati Uniti l’inflazione ha segnato a luglio un rialzo mensile dello 0,5% dopo il -0,2% di giugno. Il dato è superiore alle attese degli economisti che avevano stimato un +0,2%. L’indice ‘core’ (al netto delle componenti alimentare ed energia) è salito dello 0,2%, in linea con le previsioni. Negli Stati Uniti le richieste di sussidio di disoccupazione la settimana scorsa sono aumentate di 9.000 unità a 408.000 unità. Gli economisti avevano stimato un incremento a 400.000 unità.

ORO: NUOVO RECORD A NEW YORK A 1.829,40 DOLLARI L’ONCIA – Ennesimo record storico dell’oro al mercato di New York. Il metallo prezioso con consegna a dicembre è volato a 1.829,40 dollari l’oncia.

CRISI: WSJ, FED METTE SOTTO OSSERVAZIONE BANCHE EUROPEE – La Federal Reserve avrebbe messo sotto osservazione le filiali delle principali banche europee negli Usa. Lo rivela il Wall Street Journal, spiegando come la banca centrale statunitense guidata da Ben Bernanke sia preoccupata dal livello di finanziamento di tali istituti. Il prestigioso quotidiano di Wall Street afferma come nelle ultime settimane, con l’aggravarsi della crisi del debito in Europa, si siano susseguiti gli incontri tra i vertici della Fed e quelli delle filiali bancarie europee, nonché con i vertici delle autorità nazionali di vigilanza di molti Paesi del Vecchio Continente.

CRISI: FED CONFERMA, RIPRESA USA PIU’ LENTA DEL PREVISTO – Il presidente della Fed di New York, William Dudley, ha ribadito come la ripresa dell’economia degli Stati Uniti nel 2011 sia più lenta del previsto, anche a causa delle condizioni dei mercati finanziari che restano molto instabili. Per questo le previsioni per i prossimi mesi sono state riviste al ribasso. “Nel corso del 2011 – afferma Dudley – la crescita è stata un po’ più lenta delle attese. E se all’inizio dell’anno l’occupazione sembrava riprendersi, negli ultimi mesi le condizioni del mercato del lavoro si sono deteriorate nuovamente, con il tasso di disoccupazione che è a poco a poco aumentato. I consumi delle famiglie – sottolinea ancora Dudley – si sono poi ulteriormente appiattiti e il settore immobiliare appare ancora depresso”. Dudely avverte quindi che senza il necessario impegno e la necessaria assunzione di responsabilità da parte di tutti, dal settore finanziario alla politica, il rischio è quello di raggiungere un punto di non ritorno alla situazione pre-crisi.

ASIA DEBOLE, STABILE FOSTER’S DOPO OFFERTA SABMILLER – Borse asiatiche generalmente negative di oltre un punto percentuale: i mercati dell’area scontano la forza dello yen, che frena le esportazioni giapponesi, e i segnali di rallentamento della crescita cinese. Tokyo è così una delle piazze finanziarie più deboli della giornata, con un calo finale dell’1,25%. Sul listino nipponico, scendono in particolare titoli come l’automobilistico Mazda, che cede il 5,65%, Toshiba (-4,45%) e Nissan, in calo finale del 3,67%. Forte invece Pioneer, in rialzo del 4,18%. Male anche le Borse cinesi, che generalmente si muovono in controtendenza, così come Seul, in ribasso finale di quasi due punti percentuali. Tengono Singapore e Bangkok, mentre si muove chiaramente in positivo la sola Giakarta. Sulla Borsa australiana, dove sono quotati diversi titoli che possono anticipare l’avvio dei loro settori in Europa, molto male i gruppi dei media e si muovono quasi tutti in negativo quelli delle materie prime. Bene gli alimentari, anche se il marchio degli alcolici Foster’s cresce solo dello 0,81% dopo l’Opa ostile del concorrente SabMiller. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse di Asia e Pacifico: – Tokyo -1,25% – Hong Kong -0,58% (seduta in corso) – Shanghai -1,37% (seduta in corso) – Taiwan -1,64% – Seul -1,70% – Sidney -1,22% – Singapore +0,35% (seduta in corso) – Mumbai -1,31% (seduta in corso) – Kuala Lumpur -0,19% – Bangkok +0,52% – Giakarta +1,19% (seduta in corso).

HONG KONG E SHANGHAI PERDONO IN CHIUSURA OLTRE 1% – Chiudono in calo le cinesi, con Hong Kong e Shanghai che superano l’1% di perdite. L’indice Hang Seng della borsa di Hong Kong ha terminato le contrattazioni bruciando 272,76 punti, pari a -1,34% rispetto alla chiusura precedente, finendo a 20.016,27 punti. La giornata, cominciata con l’indice a -0,14%, ha visto le contrattazioni arrivare anche in territorio positivo dopo poche ore, per poi cominciare a scendere fino al calo definitivo. Negativa anche Shanghai, che ha chiuso in flessione dell’1,61% a 2.559,47 punti.

OLANDA SI SCHIERA CONTRO PROPOSTA TOBIN TAX – Il governo olandese si schiera contro la proposta franco-tedesca e della Commissione Ue di una tassa sulle transazioni finanziarie (Tobin tax). In un discorso al Parlamento riportato dalla Bloomberg, il ministro delle finanze Jan Kees de Jager rileva di “essere contro le tasse europee in ogni caso” e che una tassa simile dovrebbe essere introdotta a livello globale. In caso contrario “la distorsione sarebbe grande perché tutti potrebbero facilmente dirottare le transazioni su di un’altra giurisdizione”.

GB AVVERTE, DISCUTIAMO SU TOBIN TAX SOLO SE MONDIALE – Londra avverte che sarà pronta a confrontarsi sull’ipotesi di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, cosiddetta Tobin Tax, lanciata ieri dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, solo se sarà un’imposizione valida per ogni Paese. “Il governo continuerà le discussioni con i partner internazionali sulla tassazione delle transazioni finanziarie”, ha spiegato un portavoce del ministero britannico all’Afp. “Ma qualsiasi tassa – ha aggiunto – sulle transazioni finanziarie deve essere applicata a livello mondiale, altrimenti chi è interessato alle transazioni semplicemente si sposterà verso i Paesi che non l’applicano”.

SARKOZY-MERKEL: STOP FONDI UE A CHI NON RIDUCE DEBITO – Francia e Germania propongono che ”in futuro, i pagamenti provenienti dai fondi strutturali e di coesione” dell’Unione Europea siano ”sospesi nei Paesi della zona euro che non si conformeranno alle raccomandazioni sulle procedure di riduzione dei deficit eccessivi”. Lo scrivono il presidente Nicolas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel nella missiva indirizzata al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy.

BRUXELLES: IPOTESI TASSA TRANSAZIONI PRIMA G20 NOVEMBRE – L’Unione europea mettera’ a punto delle proposte su una tassa per le transazioni finanziarie a livello europeo prima del vertice del G20 di novembre. ”La Commissione andra’ avanti con una proposta legislativa per la tassazione sulle transazioni finanziarie in autunno”, ha detto il portavoce della Commissione europea a Bruxelles, Cristina Arigho, secondo quando riporta l’agenzia Bloomberg.