Mills: ultima udienza, Berlusconi non c’e’

E’ cominciata a Milano ‘l’ultima’ udienza del processo di primo grado sul caso Mills a carico di Silvio Berlusconi. L’ex premier al momento è assente e da quanto si è saputo non dovrebbe, salvo cambi di programma dell’ultimo minuto, presentarsi in aula. Ora sta parlando l’avvocato Niccolò Ghedini che insieme al collega Piero Longo difende l’ex presidente del Consiglio. Entro fine mattinata è prevista la conclusione dell’arringa dei legali poi i giudici entreranno in Camera di Consiglio per la sentenza.

(di Yasmin Inangiray) Si tratta solo di uno dei tanti processi inventati contro di me. Silvio Berlusconi, a poche ore della sentenza sul processo Mills, affida ad un lungo comunicato, la cui premessa è scritta dal portavoce Paolo Bonaiuti, la sua versione dei fatti. Un memorandum in cui il Cavaliere sottolinea la propria “innocenza” oltre all’assenza di prove, un motivo valido a detta del Cavaliere che avrebbe dovuto portare “già tre anni fa il processo sarebbe caduto in prescrizione”. Non mancano poi le accuse ai magistrati che si sono occupati del caso: “Qualunque giudice scrupoloso ed equanime – attacca – avrebbe dovuto chiudere il processo”.

Memorandum che viene rintuzzato dal Pm De Pasquale che in una memoria di 5 pagine respinge le osservazioni degli avvocati delll’ex premier. Berlusconi, almeno per ora, continua a restare in silenzio. Dopo aver ipotizzato ieri di tenere una conferenza stampa sull’argomento, come fece nel 2006, quando a palazzo Chigi convocò i giornalisti proprio per discutere del processo fornendo anche la documentazione scritta sul caso, sceglie alla fine una linea soft, quella suggerita dalla colombe. Nessun incontro con la stampa ma, un lungo comunicato (che, pare, dovesse essere diffuso già ieri) contente il memorandum difensivo.

Salvo sorprese dell’ultima ora Berlusconi, consigliato anche dai suoi legali,non dovrebbe rendere nessuna dichiarazione spontanea prima che i magistrati si chiudano in Camera di consiglio. Ad incombere sul processo è lo spettro della prescrizione, un’ipotesi però che non basta all’ex premier tanto che ai suoi fedelissimi continua a ripetere non solo che la sentenza è già scritta, ma che l’obiettivo di una certa magistratura continua ad essere quello di perseguitarlo. Il Cavaliere respinge al mittente l’accusa di aver versato 600mila dollari all’avvocato David Mills in cambio di dichiarazioni reticenti nei processi per le mazzette alla Gdf e All Iberian, che vedono coinvolto proprio Berlusconi. Non ho mai conosciuto questa persona, ha sempre spiegato l’ex capo del governo ai suoi ricordando poi che “‘Mills, sentito per ben cinque udienze quale testimone, ha radicalmente escluso, comprovandolo con riscontri documentali, di aver mai ricevuto somme di denaro da chicchessia per aver reso delle dichiarazioni in precedenti processi non rispondenti al vero”.

Ecco perché alla fine del lungo memoriale la richiesta dell’ex capo del governo continua ad essere una sola: “una sentenza di totale assoluzione”. A controbattere al Cavaliere ci pensa Fabio De Pasquale, pm di Milano che ha chiesto la condanna a cinque anni di carcere per l’ex capo del governo. In una memoria di cinque pagine consegnata ai magistrati del capoluogo lombardo, il pubblico ministero respinge punto per punto le osservazioni della difesa del Cavaliere spiegando che il ruolo di teste ricoperto dall’avvocato inglese nel processo a carico di Berlusconi era coretto. In particolare de Pasquale sostiene che era impossibile indagare David Mills dal 1995 perché solo a distanza di anni si scoprì che il legale inglese aveva falsificato i documenti a favore della Fininvest. Gli elementi probatori a suo carico, sostiene ancora il Pm, arrivarono solo “più di tre anni dopo” l’ultima delle testimonianze di Mills, “avvenuta il 12 gennaio 1998”