Mistero su Gheddafi, raìs incita a rivolta Liberati con blitz giornalisti italiani

TRIPOLI – A Tripoli si odono aerei della Nato sorvolare la città continuamente, secondo quanto ha constatato sul posto l’inviato dell’ANSA.

“Mi trovo nella Piazza Verde, ribattezzata Piazza dei Martiri, a Tripoli. Sono le 8 e la città è immersa nel silenzio”. Lo scrive in un messaggio su Twitter l’inviato della Bbc Paul Danahar che aggiunge: “non si direbbe mai che qui è scoppiata una guerra”.

OLTRE 20 MILA MORTI DA INIZIO CONFLITTO – Sono oltre 20 mila i morti registrati in Libia dall’inizio del conflitto. E’ questo il bilancio del capo dei ribelli. “Io non dispongo di un numero preciso, ma il conflitto armato ha fatto più di 20 mila morti”, ha detto Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale transitorio dei ribelli. Jalil lo ha detto durante una conferenza stampa a Bengasi, capitale della rivolta, nell’est. Secondo la tv filo-Gheddafi Al-Orouba.

ACCORDO ONU PER SBLOCCO BENI CONGELATI – Il consiglio di sicurezza dell’Onu ha trovato l’accordo sullo sblocco dei beni libici congelati, per un valore di 1,5 miliardi di dollari che saranno destinati alla ricostruzione del Paese. E’ quanto si apprende da fonti diplomatiche.

MESSAGGIO DI GHEDDAFI IN TV – libica Al Orouba sta trasmettendo un messaggio audio del colonnello Muammar Gheddafi. “La Libia sia dei libici, non della Francia, non dell’Italia, non dei colonialisti”. ha detto Gheddafi. “Non permettete che i ratti lascino Tripoli ai colonialisti”, ha aggiunto il colonnello che ha poi lanciato un appello a “uomini , donne e tribù a difendere Tripoli dagli stranieri”. “Non ci sarà un posto sicuro per i ribelli, ha detto ancora Gheddafi. “Uccidete i ribelli strada per strada e non abbiate paura dei bombardamenti”, ha continuato il colonnello. “La Libia – ha ribadito – non è della Francia, non é di Sarkozy”. Nel messaggio il rais ha chiamato i libici, anche “uomini e donne” a “purificare” Tripoli dai ribelli.
Intanto i ribelli sostengono di aver circondato alcuni edifici, a Tripoli, all’interno dei quali presumono sia nascosto il leader libico Muammar Gheddafi con i suoi figli. La struttura si trova non lontano dal compound. “Loro sono assieme, in una piccola buca”, ha detto uno degli insorti coinvolti negli scontri.

LIBERATI CON UN BLITZ I GIORNALISTI ITALIANI – Sono stati liberati oggi i quattro giornalisti italiani sequestrati ieri mattina in Libia. Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della Sera, Domenico Quirico de La Stampa e Claudio Monici di Avvenire stanno bene e si trovano all’Hotel Corinthia a Tripoli. E’ stato invece ucciso l’autista che li accompagnava. A quanto si apprende i quattro reporter sono stati liberati in seguito all’irruzione di due giovani nella casa privata a Tripoli in cui erano prigionieri, ha confermato Domenico Quirico de La stampa. “Ci hanno salvato due libici, due ragazzi a cui dobbiamo tutto”, ha detto Quirico dopo la liberazione. Erano lealisti, secondo il racconto dell’inviato del Corriere della Sera Giuseppe Sarcina: “Siamo stati liberati da lealisti, c’erano due gruppi differenti”, ha detto Sarcina, precisando a Skytg24 che “non erano soldati regolari, ma neanche civili. Erano miliziani”. “Sono vivo, vegeto e libero”: sono state le prime parole di Domenico Quirico che si è messo in contatto con la redazione della Stampa da Tripoli. “Adesso sto bene, fino a un’ora fa pensavo di essere morto”. Anche l’inviata del Corriere della sera, Elisabetta Rosaspina, ha parlato con il suo giornale, al direttore del quotidiano Ferruccio De Bortoli ha assicurato che stanno tutti bene. La giornalista “é apparsa tranquilla”, ha detto De Bortoli. “Il nostro primo pensiero va all’autista ucciso a sangue freddo dai sequestratori”, hanno detto poi i giornalisti appena liberati in un’intervista all’inviata del GR Rai in Libia. “Hanno picchiato e ucciso il nostro autista davanti a noi”, ha raccontato l’inviato dell’Avvenire Claudio Monici in un’intervista trasmessa da SkyTg24. “Era un amico. Non un amico da tanti anni. Un uomo buono”, ha detto Monici. “Parlava un misto di italiano e inglese. Lavoravamo spalla a spalla. Lui era spalla a spalla con me quando gli hanno sparato. L’ho visto pregare per la sua vita”. Esprimendosi poi in italiano, Monici ha continuato: “Io sto bene, penso alla famiglia e alle persone care dell’autista che per permetterci di fare il nostro mestiere di giornalista ha perso la vita”.

CNT, SERVONO SUBITO 5 MLD DOLLARI PER DOPO-GHEDDAFI – Per far ripartire l’economia e risollevare le sorti della popolazione il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) ha chiesto aiuti urgenti per 5 miliardi di dollari attraverso lo scongelamento dei beni libici. Il doppio di quanto i ribelli avessero stimato in precedenza. La richiesta é stata avanzata da Aref Ali Nayed, rappresentante del Cnt, durante il vertice del Gruppo di contatto tenutosi ieri a Doha, nel Qatar. “Chiediamo lo sblocco di 5 miliardi di dollari di asset libici per cominciare a ricostruire il Paese. Ci saranno altre richieste in futuro, ma adesso abbiamo urgentemente bisogno di questi soldi per sorreggere l’economia”, ha detto il delegato del Cnt esprimendo l’auspicio che questa somma possa essere disponibile “per la fine del mese”. I direttori politici del Gruppo di contatto sulla Libia hanno in programma una riunione oggi ad Istanbul dove è atteso anche il presidente del Cnt, Mahmud Jibril, che arriverà direttamente dall’Italia, dove questa mattina ha in programma un incontro con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ieri a Parigi aveva incontrato il presidente francese Nicolas Sarkozy.

GHEDDAFI IN GIRO PER TRIPOLI: “Vittoria o morte”, dice Gheddafi sostenendo che la ritirata da Bab al Aziziya, il compound finito ieri nelle mani dei ribelli, è stata una “mossa tattica”, sostiene Gheddafi. Il portavoce del governo parla subito dopo alla tv Al Arouba: sostiene di poter durare ancora “mesi o anni”. “I ribelli non avranno pace, se vengono qui”, aggiunge e minaccia di trasformare il paese in “fuoco, lava, e vulcani”. Si sente, in quest’ultima affermazione, un’eco alle parole del colonnello di qualche giorno fa, che ha minacciato di bruciare Tripoli. Intanto i ribelli hanno annunciato una taglia da 1,6 milioni di dollari sul rais: è questa la ricompensa, con l’amnistia, offerta a chiunque catturi o uccida Gheddafi. E’ caccia ai figli: In serata un manipolo di ribelli, tutti armati, ha perlustrato l’hotel Corinthia ‘stanza per stanza’, alla ricerca di Saadi, intercettando diversi giornalisti stranieri.