Monti vede partiti: incontro proficuo Di Pietro: Idv fuori dalla maggioranza

(di Milena Di Mauro) ROMA – Alla fine delle tre ore seduti intorno al desco di Mario Monti a Palazzo Chigi, ‘ABC’ (Alfano, Bersani e Casini) si trovano d’accordo sulla stesura di una mozione comune sulla politica europea ma certo non sulla ‘natura’ della maggioranza che sostiene il governo. Se il leader del Terzo Polo fa di tutto per trovare ragioni di unità e conclude senza meno che “questa è una maggioranza politica”, tempo mezz’ora i segretari di Pdl e Pd lo contraddicono: pronti alla mozione unitaria sull’Ue per dare forza al governo, ma non esiste maggioranza. “E anzi – confuta Alfano – quando si tratta di entrare nel merito dei provvedimenti, subito tra Pdl e Pd, tra me e Bersani, vengono fuori le differenze.

Questa non è una maggioranza politica perché la maggioranza politica nelle democrazie occidentali è quella che viene fuori dal consenso elettorale dei cittadini”. Anche Pier Luigi Bersani, che questa volta all’appuntamento con Monti non è arrivato da tunnel sotterranei ma dal portone principale di Palazzo Chigi, fa in modo di non annettere alla circostanza troppo rilievo. Ve bene stendere un’agenda per le riforme, a partire da quella della legge elettorale, ma “nulla di più”. Eppure Casini, oltre a individuare volontà convergenti su riforme (“presto ci vedremo per parlare di legge elettorale”), Europa, declassamento del rating italiano, liberalizzazioni e lavoro, fornisce un valido aiuto al Pd, timoroso di essere scavalcato a sinistra. “Auspico che la mozione europea scritta dai partiti con Moavero abbia i voti aggiuntivi delle forze che non sostengono Monti”, è l’assist del leader terzopolista.

Ma l’IDV di Antonio Di Pietro immediamente si sfila: “Prendiamo atto, per bocca di uno dei protagonisti dell’incontro, che oggi é nata una maggioranza politica, checché ne dica il finto ingenuo Bersani. Maggioranza di cui non facciamo parte, né vogliamo far parte”. La verità è che – al di là dei punti di unione e dell’apprezzamento del premier Monti per “il clima collaborativo del proficuo incontro” – Pdl e Pd stanno ancora bene attenti a non lasciare troppe impronte sul nuovo governo. Il partito di Silvio Berlusconi invita Monti a “non fare trucchi sulle liberalizzazioni” e guarda con sospetto alla decisione di sospendere le ostilità sull’art.18 – aiutando così il Pd di Bersani – affondando invece sulla deregulation per taxisti, farmacisti, avvocati, categorie che sono tradizionale bacino di voti per il centrodestra.

“Così ci mette in difficoltà – obietta un esponente di vertice del Pdl – e gonfia il fronte del partito che ancora spinge verso il voto”. Così, persino sulla mozione UE in definitiva Alfano frena: “Se ci sarà mozione unitaria lo vedremo, per ora il Pdl dà a Franco Frattini l’incarico di stendere per noi il documento…”. Ben diversa è l’enfasi posta da Pier Ferdinando Casini sulla “mozione di unità nazionale per dare forza a Monti” e sull’impegno non solo del Terzo Polo, ma anche di Pdl e Pd a sostegno del governo. “Dopo anni di demonizzazione bipolare dell’avversario, il fatto che siamo in questa situazione è segno che sia il Pdl sia il Pd hanno la consapevolezza che il Paese è in una fase di emergenza. E quando la casa brucia, bisogna spegnere l’incendio. Oggi siamo in questa fase, magari poi si tornerà ad una dialettica tradizionale”. Intanto, chiosa Casini, “l’incontro di oggi non é un evento, è la normalità piena. Una maggioranza non può che essere politica. E questa lo è”.