Moody’s, rating molti paesi eurozona a rischio

NEW YORK – “I recenti sviluppi in Spagna e in Grecia potrebbe portare a una revisione dei rating dei molti dei paesi dell’area euro”. Lo afferma Moody’s in una nota. “Il rischio di un’uscita della Grecia da Eurolandia minaccia l’esistenza dell’euro”.”I problemi del sistema bancario spagnolo sono in gran parte specifici del paese e probabilmente non rappresentano un motivo importante di contagio per gli altri paesi, eccetto per l’Italia”.

MONITO LAGARDE, EUROPA A UN BIVIO, AGISCA SUBITO – “L’Europa è a un bivio”: è il monito del numero uno del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, che esorta i leader europei ad agire subito per arginare la crisi. “I responsabili politici della Ue devono mettere a punto una road map chiara per finire il lavoro fatto finora”, ha detto, sottolineando come “non bastano semplicemente obiettivi a cinque o dieci anni, ma servono azioni per le prossime settimane e i prossimi mesi”.

FMI: SPAGNA; AGIRE PRESTO, ALMENO 40 MLD EURO PER BANCHE

NEW YORK – Il sistema bancario spagnolo ha bisogno di almeno 40 miliardi di euro per mettersi al riparo da un ulteriore deterioramento della crisi economica e finanziaria. Perché se gli istituti più grandi mostrano di essere sufficientemente capitalizzati, molte altre banche restano “vulnerabili”, nonostante gli sforzi compiuti dalle autorità di Madrid e dalla Bce. Questo il giudizio del Fondo monetario internazionale (Fmi) che tira le conclusioni dei propri stress test. Stress test i cui risultati confermano le preoccupazioni per lo stato di salute di un sistema bancario – sottolinea il Fondo -che negli ultimi quattro anni è stato colpito da una crisi “senza precedenti nella storia moderna”, con una ristrutturazione che “inizialmente è andata avanti lentamente”. Questo non ha fatto altro che aggravare le cose, col risultato che “la qualità degli asset bancari ha continuato a deteriorarsi” provocando una grave stretta creditizia e accentuando la dipendenza dai fondi della Bce per poter continuare ad avere accesso sui mercati. Il Fondo riconosce quindi come “le autorità spagnole di recente hanno accelerato le riforme del sistema finanziario”, compiendo “significativi progressi”. Nonostante ciò l’invito alle autorità di Madrid è chiaro: “Bisogna agire rapidamente e non risparmiare sforzi per recuperare la fiducia nel sistema finanziario e preservare la sua stabilità”. Ecco quindi la necessità di una iniezione di capitali per almeno 40 miliardi di euro, per rafforzare le molte banche che non reggerebbero l’urto di nuovi schock economici e finanziari. E per adempiere a quelli che sono gli obblighi e i requisiti patrimoniali previsti da Basilea III. Ma – sottolinea il Fondo – sono molti di più i soldi che serviranno, se si prendendo in considerazione anche i costi di ristrutturazione e la riclassificazione dei prestiti. La buona notizia è che dagli stress test targati Fmi non sono emerse particolari criticità sugli istituti bancari più importanti. Ma questo di certo non elimina i rischi di un tracollo del sistema finanziario spagnolo e di un contagio ad altri Paesi.

OBAMA, ‘SOSTEGNO A SOLUZIONI DURE PER UE’

di Serena Di Ronza

NEW YORK – Obama non molla la presa sull’Europa, che invita nuovamente ad agire con forza e rapidamente. Le soluzioni per la crisi dell’area euro ci sono, sono dure, richiedono scelte difficili ma sono soluzioni, ha martellato il presidente americano sottolineando che sono nelle mani dei leader europei e che gli Stati Uniti le appoggiano. Perchè a Washington preoccupano le ripercussioni che una nuova eventuale recessione nel Vecchio Continente potrebbe avere sull’anemica ripresa statunitense. A partire dalle banche: a poche ore da un weekend che sembra decisivo per la Spagna e il suo sistema finanziario, Obama invita l’Ue a rafforzare il proprio sistema bancario iniettando capitale, sull’esempio di quanto fatto dagli Stati Uniti nel 2009-2010. E l’Europa, conferma Obama, si sta muovendo in questa direzione: “ne stanno parlando”.

Con un fuori programma, il presidente americano si presenta nella sala stampa della Casa Bianca e delinea quella che secondo gli Stati Uniti è la strada da seguire: la parola d’ordine per ambedue le sponde dell’Atlantico è “crescita subito”, un obiettivo per il quale è necessario “fare il possibile”. L’austerità – avverte – rischia di innescare una spirale al ribasso e far scivolare l’economia europea in una nuova recessione. La stabilizzazione delle finanze pubbliche deve essere contemplata in un’ottica di lungo termine. Osservando il “nervosismo” dei mercati sulla gestione della crisi europea, il presidente mette in evidenza la necessità di dare tempo al Vecchio Continente. Ogni paese ha le proprie specificità: “la Grecia ha speso più di quello che poteva”, e paesi “come la Spagna e l’Italia che hanno fatto intelligenti riforme strutturali, dal sistema fiscale al mercato del lavoro, hanno bisogno di spazio e di tempo per far sì che le misure intraprese abbiano successo”. Osservazioni che giungono mentre Madrid si appresta a chiedere aiuti all’Europa, forse già nel fine settimana, quando sono previste conference call fra i ministri europei al riguardo. “Le autorità europee stanno esaminando i problemi della Spagna – afferma il vice presidente della Bce, Vitor Constancio -. Ci aspettiamo una richiesta di aiuti per le banche”.

La Borsa di Madrid tira un sospiro di sollievo e sale dell’1,77% in contesto di debolezza sulle piazze europee (Milano perde lo 0,74%). Wall Street dopo un avvio in calo, gira in positivo. Un’azione nei confronti della Spagna prima del G20 di Los Cabos, in Messico, sarebbe una nota positiva. L’unica incognita sul vertice, se le tensioni iberiche si allentassero, sarebbe la Grecia, che domenica 17 giugno andrà al voto, un’elezione considerata un referendum sull’euro. La Grecia nell’area euro “é nell’interesse di tutti”, ricorda Obama. “Riconosciamo i sacrifici fatti dal popolo greco. Ma il popolo greco deve riconoscere che le due difficoltà sarebbero peggiori se uscissero dall’area euro”. La posta in gioco per Obama e gli Stati Uniti da una soluzione della crisi europea è elevata. Obama si gioca probabilmente la rieleziono sulla base di quello che succederà in Europa, i cui effetti negativi sull’economia minerebbero le su chance di riconferma. Anche per questo si mantiene in stretto contatto con i leader europei. Contatti fatti anche dell’invio di alcuni ‘team’ americani in Europa per offrire i loro consigli, facendo però attenzione a non far sembrare bacchettate i consigli. La situazione europea è difficile perché non si tratta solo di una crisi del debito, ci sono anche ostacoli politici da risolvere.

“La difficoltà è che ci sono 17 governi che devono coordinare, 27 se si considera l’Unione Europa nel suo complesso e non solo l’area euro. Immaginate di avere a che fare con 17 congressi e non uno. Questo rende le cose più difficili”. Una situazione che Obama conosce bene: il Congresso nell’ultimo anno gli ha creato non pochi problemi, dall’impasse sull’aumento del debito americano lo scorso anno che è costata agli Stati Uniti il downgrade, alla più recente non azione a sostegno della crescita. “E’ essenziale rafforzare la ripresa americana” perché con un’economia più forte – mette in evidenza Obama – superare e assorbire shock è più facile, come dimostra il più solido sistema finanziario americano, ora in grado di fronteggiare eventuali ripercussioni dall’Europa. E “non ci sono scuse” per la mancata azione del Congresso in questo senso.

S&P CONFERMA RATING USA, OUTLOOK NEGATIVO – L’agenzia internazionale Standard & Poor’s conferma il rating degli Stati Uniti con outlook negativo. S&P prevede che il debito americano nel 2012 si attesti all’83%, con un deficit al 9%. Nel 2016 il debito dovrebbe salire all’87% con un deficit in discesa al 5%. S&P ritiene “improbabile” che le elezioni 2012 risolvano il dibattito sulla politica bilancio americana. S&P potrebbe abbassare il rating americano entro il 2014. L’outlook americano – secondo S&P – è negativo in quanto ci sono rischi sul fronte del bilancio e incertezze sul fronte politico.

‘GRECIA RESTI IN EURO MA RISPETTI MEMORANDUM’ – A poco più di una settimana dalla elezioni in Grecia, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto di augurarsi “che Atene resti un membro dell’eurozona. Ma la condizione per cui ciò accada è che il futuro governo ellenico tenga fede al memorandum concordato con il Fmi, la Bce e la Commissione europea”. Questa condizione, ha aggiunto Merkel nella conferenza stampa seguita all’incontro con il premier neozelandese, è stata chiarita a tutti i partiti candidati.

SPREAD BTP CHIUDE IN RIALZO – Lo spread tra il btp e il bund chiude in rialzo a 441,8 punti dai 431 punti di ieri, mentre il rendimento del decennale sale al 5,74%. Il differenziale della Spagna sale a 484 punti da 466 col tasso sui bonos al 6,16%.

WALL STREET GIRA IN POSITIVO, DJ +0,13%, NASDAQ +0,32% – Wall Street gira in positivo. Il Dow Jones sale dello 0,13% a 12.476,81 punti, il Nasdaq avanza dello 0,32% a 2.840,03 punti mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,10% a 1.316,29 punti.