Napolitano: ‘Basta ipocrisia su miei appelli’

ROMA – Mezzogiorno e disoccupazione soprattutto giovanile e disavanzo pubblico: questi i dati che Giorgio Napolitano cita celebrando il primo maggio al Quirinale. Dati, dice, per certi versi drammatici. Richiedono interventi, ma il presupposto, sottolinea, “é certamente l’avvio di un nuovo clima di coesione sia politica sia sociale”.
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto al Quirinale i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Giovanni Centrella, accompagnati dalle rispettive segreterie. Il Capo dello Stato ha brevemente salutato le delegazioni sindacali, prima dell’inizio della cerimonia ufficiale per la celebrazione della Festa del lavoro.

NAPOLITANO AI SINDACATI, MI PREOCCUPANO I CONTRASTI FRA VOI – Giorgio Napolitano celebra la Festa del lavoro al Quirinale con i vertici delle organizzazioni sindacali e a loro rivolge un appello a ritrovare quell’unità che, ricorda, è stata importante per la storia della Repubblica e ha dato risultati positivi. “Amici delle organizzazioni sindacali. Permettetemi di esprimervi – ha detto il presidente della Repubblica – preoccupazione crescente dinanzi al tradursi di contrasti che tra voi possono sempre sorgere e di motivi di competizione, che non debbono stupire, in contrapposizioni di principio, in reciproche animosità e diffidenze, in irriducibili ostilità”.

“BASTA IPOCRISIA SU MIEI APPELLI” – Giorgio Napolitano lancia un ennesimo appello alla consapevolezza delle dure sfide che ci attendono, per il pareggio del bilancio del 2014 e per creare le condizioni della ripresa economica e dell’occupazione. Nel farlo, al Quirinale, celebrando la Festa del lavoro, lamenta che i suoi appelli siano accolti quasi con fastidio o “ipocrisia istituzionale”.

“Sembra quasi talvolta – aggiunge il presidente della Repubblica – che l’accogliere oppure no, il far propri sinceramente oppure no quei miei richiami, o comunque si vogliano definirli, sia una questione di galateo istituzionale o un esercizio di ipocrisia istituzionale. Ma è ai fatti e alle conseguenti responsabilità che sempre meno si potrà sfuggire senza mettere a repentaglio quel qualcosa di più grande che ci unisce, quel comune interesse nazionale che non è un ingannevole simulacro, e senza finire per pagare prezzi pesanti in termini di consenso”.

“TROPPA CONFLITTUALITA’ POLITICA E SOCIALE” – “Mi domando, ed è una domanda che può riferirsi alle organizzazioni dei lavoratori ed anche alle relazioni tra le forze politiche, è inevitabile l’attuale grado di conflittualità? E’ impossibile l’individuazione di interessi e di impegni comuni? Si teme davvero che possa prodursi un eccesso di consensualità, o un rischio di cancellazione dei rispettivi tratti identitari e ruoli essenziali?”. Queste le domande che Giorgio Napolitano ha rivolto durante la Festa del Lavoro celebrata al Quirinale durante la quale ha chiesto di avviare un nuovo clima di coesione, sia politica, sia sociale.

“ALLARMANTI DATI SU DISOCCUPAZIONE” – “Indubbiamente allarmano i dati relativi ai giovani tra 15 e 29 anni. Il dato dei quasi due milioni di giovani fuori da ogni tipo di occupazione, ormai fuori dal ciclo educativo e non coinvolti nemmeno in attività di formazione o addestramento. Quest’area, definita con l’acronimo NEET, è composta di circa 700.000 disoccupati e in misura quasi doppia di inattivi”, ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale la Festa del lavoro. Lo ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano, con la premessa che questi dati vanno sempre considerati con attenzione e valutando anche gli effetti delle politiche di sostegno che si esprimono con gli ammortizzatori sociali. Con tutto ciò, emerge una “condizione di forte disagio e incertezza per larghi strati di giovani – ha aggiunto – e in questa condizione si riflettono evidentemente debolezze non recenti del nostro complessivo processo di crescita”, debolezze misurate dai dati del pil che in Italia, tra il 2000 e il 2007, è aumentato del 7%, pari a meno della metà del decennio precedente, mentre nello stesso periodo nell’area dell’Euro il pil è cresciuto di circa il doppio. Se si vogliono aprire nuove prospettive di occupazione in tutto il Paese – è la conclusione di Giorgio Napolitano – è dunque imperativo riuscire a intervenire sulle cause strutturali di ritardo della nostra economia”.

SACCONI, NO ASSISTENZIALISMO MA OPPORTUNITA’ – “Ora che la ripresa è in atto”, “il nostro compito è quello di offrire più opportunità alle persone, soprattutto in termini di accesso alle competenze, e più capacità di autoregolazione alle parti sociali affinché, adattandosi reciprocamente, condividano fatiche e risultati nelle imprese e nei territori”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, nell’intervento alla cerimonia per la Festa del lavoro al Quirinale, presieduta dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. “Ogni comportamento meramente assistenziale, oltretutto incompatibile con il contemporaneo vincolo della stabilità di bilancio, risulterebbe al contrario – aggiunge Sacconi – deresponsabilizzante e orienterebbe al declino la nostra società. A partire dai più giovani ai quali non possiamo né dobbiamo promettere un posto pubblico senza concorso o un salario garantito”: Secondo il ministro del Lavoro, “un Paese lungimirante non si attarda in dibattiti spesso retorici sul precariato. Progetta invece, giorno per giorno, percorsi di istruzione e formazione di qualità; crea prospettive di stabilità occupazionale puntando sulle competenze e sui meriti più che su rigidità di legge e di contratto”. Ed è con questi obiettivi, evidenzia ancora Sacconi, “che abbiamo voluto procedere alla riforma dell’apprendistato facendone lo strumento tipico dell’ingresso nel mercato del lavoro”.