Napolitano firma il decreto manovra

ROMA – Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo quanto si è appreso, ha firmato il decreto contenente le misure della manovra.

GOVERNO, OK MODIFICHE ART.8; PIU’FORZA A PARTI

La Cgil era pronta a ricorrere alla Consulta (“quella norma è incostituzionale, la porteremo fino alla Corte Costituzionale”), ma a ‘sminare’ il problema sul valore degli accordi aziendali inserito nella manovra con l’articolo 8 ci ha pensato il Parlamento: l’aula della Camera ha approvato infatti oggi, con il parere favorevole del governo, un ordine del giorno alla manovra del Pd con cui il governo assume l’impegno a valutare una revisione del contestato articolo.

Il testo approvato, primo firmatario Cesare Damiano, impegna il governo a “valutare attentamente gli effetti applicativi dell’articolo 8, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a rivedere quanto prima le disposizioni, coinvolgendo le parti sociali, per redigere una norma interamente conforme agli indirizzi dell’accordo del 28 giugno 2011”. L’odg ha ricevuto il voto favorevole di tutta l’assemblea: astenuti solo i deputati di Lega e Fli. “L’odg parla – ha spiegato Damiano – di un intervento improprio su temi di pertinenza delle parti sociali, mirato esclusivamente a dividere il fronte sindacale e a mettere in discussione l’accordo unitario del 28 giugno scorso; contesta inoltre in radice l’introduzione del concetto di rappresentatività territoriale del sindacato, che apre la strada a sindacati di comodo e a logiche di dumping sociale, e l’introduzione del principio della derogabilità di leggi e contratti collettivi nazionali da parte delle intese aziendali, mettendo anche in discussione il diritto al reintegro del posto di lavoro”.

L’articolo 8 sarà modificato “quando le parti sociali saranno tutte d’accordo”, ha commentato a caldo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che più di altri aveva rivendicato le nuove norme. E pronta è arrivata la replica della Cgil. “Le parti sociali avevano chiesto di non legiferare su questa materia: il ministro ha deciso di andare avanti lo stesso, adesso c’é un’unica soluzione, cancellare quell’articolo di legge”, afferma la segreteria nazionale della Cgil riunita nella sede di Corso d’Italia.

“L’ordine del giorno bipartisan per la revisione dell’art.8 della manovra va benissimo”, sottolinea il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, spiegando che “si tratta di una decisione opportuna e condivisa”. “Su quella materia, infatti – dice Angeletti – le parti sociali non erano state messe nella condizione di poter intervenire”. “E’ confortante l’unità di intenti di una larghissima parte del Parlamento nel richiamare l’obiettivo di fortificare l’accordo del 28 giugno, naturalmente con la condivisione delle parti sociali”, evidenzia quindi il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Mentre Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, parla di un “ordine del giorno che può rasserenare il clima che si è creato intorno alle deroghe e, in particolare, ai licenziamenti”.

OK AL DECRETO, ORA SCATTA AUMENTO IVA – L’effetto sui portafogli sarà immediato. Con l’ok alla manovra e la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, forse già domani, occhio alla spesa. Dalla tv al vino, dai giocattoli alle automobili, dalle scarpe ai detersivi, molti prodotti saranno più cari per il ritocco dell’aliquota Iva dal 20 al 21%. Nessun rincaro invece dovrà esserci per pane e latte, pomodori e giornali, per fare degli esempi di prodotti con Iva al 4%. Complicato orientarsi per chi mangia cioccolata: aumenti in vista per le confezioni di pregio, prezzi fermi invece per le comuni ‘tavolette’. Discorso analogo per il caffé: sé è da aspettarsi un rincaro per la confezione al supermercato, invariato dovrebbe restare il prezzo della tazzina al bar, perche nel primo caso l’Iva è al 20 e aumenterà al 21% nel secondo caso è al 10% e resta com’é.

L’aumento dell’Iva scatterà subito: la misura si applicherà infatti dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto legge, ieri approvato in via definitiva con il voto di fiducia della Camera. Insomma è questione di giorni.

Probabili i rincari già dal week-end se la manovra andrà in Gazzetta tra oggi e domani e se si indicherà, come è atteso, che la legge va in vigore dal giorno dopo. Non sarà necessario neanche un ulteriore provvedimento applicativo, come accade qualche volta per le norme fiscali. L’aumento sul singolo acquisto si sentirà poco: per un paio di scarpe da 120 euro, l’aumento sarà di appena 1 euro. Ma è previsto che la norma porti complessivamente nelle casse dello Stato 700 milioni di euro già quest’anno e 4,2 miliardi di euro l’anno dal 2012. Insomma l’esborso per le famiglie potrebbe oscillare dai 123 euro calcolati dalla Cgia di Mestre ai 173 da Federconsumatori e Adusbef fino ai 500 euro che preoccupano le catene di distribuzione come la Coop.

Più caro anche il pieno per l’auto. Con l’aumento dell’Iva previsto dalla manovra “il prezzo della benzina aumenterà di 1,2-1,3 centesimi al litro”, calcola il presidente dell’Unione petrolifera, Pasquale De Vita. Per quanto riguarda l’impatto sui consumi, De Vita ha spiegato che “il trend è negativo e i consumi vanno già maluccio e questa misura certo non aiuta”. I prodotti e i servizi nel mirino sono molti: auto e moto, abbigliamento e calzature, taglio e piega dal parrucchiere, piatti e tovaglie, mobili e lampade, rossetti e rasoi, frigoriferi e lavatrici, solo per citare alcuni dei prodotti a largo consumo. Anche il turismo viene toccato con la previsione di un aumento per stabilimenti balneari e pacchetti vacanza. Si salveranno dal ritocco però tutte le operazioni effettuate con la pubblica amministrazione e quelle per le quali era già stata emessa la fattura anche se il corrispettivo ancora non è stato pagato