Napolitano: ‘Popolo padano non esiste’

“E’ chiaro, il popolo padano non esiste, si discute di federalismo fiscale, si chiede un livello più alto di partecipazione delle Regioni… Tutto questo è lecito, ma ove dalle chiacchiere si passasse ad atti preparatori di qualcosa che va verso la secessione, tutto cambierebbe”, ha detto Giorgio Napolitano, a Napoli.

Napolitano ha definito una “evoluzione positiva” della Lega Nord quella del 2006 che ha portato ad accantonare le proposte del professor Gianfranco Miglio di perseguire l’obiettivo della secessione. “Fu scelto allora – ha aggiunto – il federalismo fiscale. Un’evoluzione in senso federale dello Stato italiano. Ed ora, per realizzarla, si discute del superamento del bicameralismo perfetto per far nascere una Camera delle Autonomie come quelle che esistono in Germania, in Francia e in altri Paesi. Io mi chiedo da dove nascono queste nuove grida che invocano la secessione. Me lo chiedo e cerco di capire”. “Negli ultimi tempi io ho più volte ricordato l’Articolo 5 della Costituzione. Dice che la Repubblica è una e indivisibile, e subito dopo, lo stesso articolo, aggiunge – riconosce e valorizza le autonomie localì. E’ un articolo importante come spiegò alla Commissione dei 75, preparatoria dei lavori della Costituente, l’onorevole Meuccio Ruini, disse che con quell’articolo si voleva proprio impedire la nascita di uno Stato fortemente centralizzato”. A chiedere l’opinione del Capo dello Stato è stato il professor Massimo Villone, ex senatore. “Bossi dovrebbe esserle grato – ha risposto il presidente della Repubblica commentando l’articolazione della domanda – per come ha così finemente elaborato il suo concetto, perché quel che si sente è spesso ridotto al minimo, a grida che si levano dai prati con scarsa conoscenza della Costituzione. Si dice che la sovranità appartiene al popolo, ma poi non si va oltre la virgola, dove si dice che il popolo la esercita nell’ambito della Costituzione e delle leggi. E nelle leggi non c’é spazio per la secessione”.

‘STATO LOMBARDO-VENETO? E’ UN PENSIERO GROTTESCO’ – A Giorgio Napolitano è stato chiesto cosa pensi delle dichiarazioni di Umberto Bossi a proposito di una via democratica alla secessione. “Sono grida che si levano dai prati con scarsa conoscenza della Costituzione”. E della affermazione che la volontà del popolo sovrano è al di sopra del capo dello Stato? “Bisogna leggere bene la Costituzione che dice che quella sovranità si esercita attraverso le leggi”. “Ove dalle chiacchiere, dalle grida, dalla propaganda, dallo sventolio di bandiere si passasse ad atti preparatori di qualcosa di simile alla secessione – ha aggiunto il presidente della Repubblica – tutto cambierebbe. Nel ’43-44 di fronte ad un tentativo di organizzazione, magari armata, di un movimento separatista quell’accenno di Stato Italiano appena nato non esitò a intervenire e si arrivò alla detenzione di un capo importante di quel movimento, Finocchiaro Aprile. Per ciò ho detto che invocare la secessione è fuori dalla realtà e dal mondo d’oggi. Il livello grottesco della richiesta dovrebbe bastare a farlo intendere. Si può strillare in un prato, ma non si può cambiare il corso della storia”.

‘NECESSARIA NUOVA LEGGE ELETTORALE’ – Si è rotto il rapporto di fiducia elettore-eletto. Ora serve un nuovo meccanismo nella legge elettorale. Lo ha spiegato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando questo pomeriggio a Napoli alla facoltà di Giurisprudenza.

“Non tocca a me fare nuove leggi, ma mi pare che ci sia la necessità di una nuova legge elettorale”, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’Università di Napoli rispondendo alla domanda di uno studente. E’ necessario, ha spiegato, ristabilire un rapporto più diretto fra elettore ed eletto, con la facoltà dell’elettore di scegliere il candidato da eleggere, “un diverso meccanismo elettorale è necessario anche per determinare un ritorno di fiducia”. L’attuale sistema elettorale, ha aggiunto, “ha interrotto un rapporto che esisteva fra elettore ed eletto. Non voglio idoleggiare sistemi elettorali del passato, ma solo dire che prima c’era un collegamento più diretto”. Napolitano ha ricordato di essere stato per 39 anni in Parlamento e di essere stato eletto sempre con il sistema proporzionale e solo l’ultima volta con l’uninominale maggioritario (Mattarellum). “Anche per me – ha detto – la differenza era molto forte. Prima ero candidato in una circoscrizione Napoli-Caserta e dovevo rispondere a 2,5 milioni di elettori dove, rispondi a tutti e non rispondi a nessuno. Poi invece nel mio collegio c’erano 100 mila e passa elettori, ed era necessario rispondere più puntualmente.

CALDEROLI,NAPOLITANO SAGGIO, MA C’E’ DIRITTO POPOLI – “Napolitano è sempre molto saggio ma fa finta di dimenticare il diritto universalmente riconosciuto alla autodeterminazione dei popoli…”: lo ha detto all’ANSA il ministro Calderoli, interpellato sulle parole del Capo dello Stato. “Il presidente – aggiunge – poi sa bene che la Lega da oltre 20 anni è garanzia di democrazia”.

Ministro, ma sono parole decise quelle del presidente a proposito delle vostre dichiarazioni sulla secessione… “Non è la prima volta – replica Calderoli – ma il Presidente é il primo a sapere che le parole di Bossi si rifanno a quello che è un diritto naturale riconosciuto. I popoli non sono solo quelli che hanno già uno Stato con confini definiti ma ce ne sono tanti altri che spingono per vedersi riconosciuti i loro diritti”. “Il diritto all’autodeterminazione – aggiunge – è stato creato proprio per quei popoli, come quello padano, che vengono maltrattati e vessati dallo Stato centrale”. Ma davvero lei crede che il popolo padano sia vessato? “Da quando è nata la Lega ripete una verità – risponde Calderoli – che è sotto gli occhi di tutti: il popolo padano non è riconosciuto a livello istituzionale ma in termini di crescita economica compete con la invidiata Germania. Cosa che lo rende ben noto alle agenzie delle entrate… Ecco, contro questo andazzo da quasi trenta anni facciamo sentire la voce delle nostre genti”. “Quanto al Lombardo-veneto – conclude il ministro per la semplificazione – noi non ne abbiamo mai parlato perché in effetti la storia non si ripete. Resta però il fatto che nel sentimento popolare delle genti del nord è rimasto come un paese del mito, una patria dell’anima, in conseguenza di una buona amministrazione”.