Napolitano vigila su rifiuti Bossi: concorrenza sleale

NAPOLI – Giorgio Napolitano attende il testo della manovra, che il governo dovrebbe trasmettere al Quirinale probabilmente entro questa notte. E intanto vigila sul decreto rifiuti dopo aver rilevato ieri alcuni limiti sul contenuto del provvedimento varato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri: Limiti che sono stati definiti dal Colle “non risolutivi” rispetto all’emergenza di “rilevanza nazionale” in corso in Campania.

Ma il ‘warning’ del Capo dello Stato su questo fronte trova un fiero oppositore nella Lega Nord, con i lumbard che continuano ad attaccare a testa bassa il decreto del governo proprio mentre il premier Silvio Berlusconi ha attivato i tecnici del governo con l’obiettivo di bilanciare il provvedimento secondo gli auspici della presidenza della Repubblica.

Il Quirinale non entra nel merito del duro dibattito politico in corso nella maggioranza sui rifiuti, si trincera dietro un ‘no comment’, ma nessuno, anche nella maggioranza, mette in dubbio l’irritazione del Colle per la presa di posizione del Carroccio che tra l’altro mantiene alto il livello della polemica sul fronte ‘caldo’ delle missioni italiane all’estero, chiedendo a viva voce un rapido rientro dall’Afghanistan e ribadendo la necessità di interrompere al più presto il nostro impegno in Libia: Una sfida al resto della maggioranza ma anche al Capo dello Stato che sostiene la linea della nostra partecipazione ad un intervento nel paese nordafricano sotto l’egida degli organismi internazionali. Il 6 luglio se ne discuterà in una riunione del Consiglio supremo di difesa. Resta in stand by,inoltre, la questione della nomina del successore di Mario Draghi al vertice di Bankitalia. L’asse che sostiene Vittorio Grilli, attuale direttore generale del ministero del Tesoro sostenuto dal ministro Tremonti, sembrerebbe vacillare a favore della soluzione interna incarnata da Fabrizio Saccomanni, è la convinzione che circola in ambienti parlamentari, dopo i paletti sul metodo messi proprio dal Colle: che in una nota ufficiale di due giorni fa sottolineava tra l’altro la necessità di evitare “forzature politiche e contrapposizioni personali” che “non gioverebbero né alla serenità della decisione che spetta ai soggetti istituzionali indicati dalla legge, né a quel prestigio internazionale della Banca d’Italia che si è espresso nella nomina del professor Mario Draghi alla presidenza della Bce e che va oggi tenuto al riparo da laceranti dispute sulla nomina del nuovo governatore”. Un richiamo, si ragiona negli stessi ambienti, alla indipendenza dell’Istituto, sancita dalla legge sul risparmio. Da qui la frenata del governo sulla decisione dalla quale dovrà uscire il nome da indicare, secondo la procedura, proprio a Giorgio Napolitano.

BOSSI ATTACCA NAPOLITANO SU RIFIUTI,CHIEDE STOP MISSIONI – Umberto Bossi all’attacco. Prima Critica Giorgio Napolitano sulla questione dei rifiuti: “firma il decreto e poi dice che non è abbastanza, la sua è concorrenza sleale, perché lui è Napoletano”, ha affermato il senatur durante un comizio tenuto in provincia di Bergamo. Poi, confermando la Lega di ‘lotta’ degli ultimi giorni, entra a gamba tesa nella questione delle missioni italiane all’estero chiedendo, nella sostanza, un loro stop, a cominciare da quella in Afghanistan. “Missioni che – ha spiegato – hanno troppi uomini in giro che ci costano troppo e ogni tanto muoiono anche”. Il leader dei lumbard ha fatto riferimento, al riguardo, ad una conversazione tra Silvio Berlusconi e Hillary Clinton in base alla quale il Cavaliere avrebbe espresso la volontà di riportare a casa i militari italiani stanziati in Afghanistan. Il Senatur è stato netto anche sulla Libia: “le missioni finiscono quando finiscono i soldi- ha sottolineato – e i soldi sono finiti”. Quindi la conferma dell’impegno preso dal governo di abbassare le tasse: “Abbiamo già preparato il percorso con gli spazi entro cui agire”. Ritornando ancora alla Lega di ‘lotta’ ha difeso le pensioni ( “non si toccano”, comprese quelle delle donne) e ha fatto riferimento alla secessione come una “ottima medicina in grado di guarire tante malattie”. Quindi l’annuncio della sostituzione di Reguzzoni alla Camera: “Giacomo Stucchi sarà capogruppo della Lega tra un mese. Non lo invidio. E’ un mestiere difficile che lo costringerà a restare a Roma”.