Neonato morto a Roma: era sano, non ucciso da infezione

(di Gabriele Santoro) – ROMA – Era nato sano, Marcus. Prematuro, ma sano. Avrebbe potuto farcela se qualcosa non fosse andato storto. Per i risultati dell’autopsia, la seconda, sul corpo del neonato morto lo scorso 29 giugno all’ospedale San Giovanni di Roma dopo che qualcuno aveva invertito la flebo con la cannula del latte, bisognera’ aspettare ancora qualche settimana (arriveranno entro il 19 agosto). Ma oggi il medico legale Saverio Potenza di Tor Vergata, che ha eseguito con l’istologo Ugo Di Tondo l’esame sul cadavere del bimbo, un primo punto l’ha messo. Il figlio di Jacqueline De Vega, la colf filippina che dopo aver perso suo figlio ora vive con l’atroce peso che possa essere morto di malasanita’ e non per le ”cause naturali” che le dissero allora, pesava solo 780 grammi. Ma poteva vivere. E poi c’e’ un altro punto che e’ emerso oggi: non sarebbe vero, stando all’avvocato Danilo Granito (il datore di lavoro della mamma, che ne ha preso le difese legali), che ”il piccolo Marcus sia deceduto a causa di una infezione dovuta a un batterio. Nessun esame ha indicato questo tipo di risultato – ha puntualizzato -. La prima autopsia eseguita il 10 luglio non ha assolutamente indicato quanto riportato oggi da alcuni quotidiani”. Uno, in particolare, riporta anche un episodio che sarebbe avvenuto all’interno del San Giovanni: la primaria Caterina De Carolis, che la direzione dell’ospedale ha rimosso dal suo incarico, avrebbe addirittura brindato alla notizia della diagnosi di infezione, perche’ questa, sempre stando a quanto e’ stato scritto oggi, avrebbe alleggerito le responsabilita’ dei sanitari. ”Nessuna valutazione – ha spiegato pero’ l’avvocato Granito – si puo’ fare rispetto a esami che al momento sono parziali, ma che indicano comunque che Marcus era nato sano”. Bisogna attendere i risultati degli esami autoptici: cio’ su cui gli inquirenti guidati dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani vogliono una risposta e’ la causa della morte del bimbo.

E oggi i periti hanno prelevato dal corpo alcuni organi, per verificare se in essi siano presenti particelle del latte finito in vena per sbaglio, e quali conseguenze abbiano prodotto. E poi c’e’ da chiarire se dall’inversione delle cannule, avvenuta il 27 giugno, e il decesso due giorni dopo, Marcus sia stato curato nel modo piu’ opportuno. Nell’inchiesta della Procura di Roma risultano al momento venti indagati, di cui sette medici e tredici infermieri. I loro consulenti di parte hanno partecipato oggi all’autopsia, e il prossimo 3 agosto faranno punto. Lunedi’, infine, la mamma di Marcus sara’ sentita in Procura: la sua testimonianza potra’ essere di grande importanza per ricostruire gli aspetti meno chiari della vicenda. Sulla quale, va ricordato, per ora si procede per omicidio colposo ma presto la magistratura potrebbe aggiungere l’ipotesi di falso.
L’ispezione effettuata dai tecnici del ministero della Salute al S. Giovanni, infatti, ha evidenziato nella documentazione medica lacune, cancellature e punti da chiarire.