Niente sacrifici per la casta politica

Per andare in pensione ai cittadini viene chiesto di lavorare 42 anni, ai parlamentari ne bastano cinque. E incassano già a 60 anni, sei in meno dei comuni mortali. Ecco com’è finito lo sforzo chiesto da Monti ai politici.

Riformati? Sì. Ma sempre privilegiati. Ecco la lezione che arriva dal Parlamento costretto, sotto la spinta dei sacrifici imposti dal presidente del Consiglio Mario Monti, a rivedere i trattamenti pensionistici di assoluto vantaggio che deputati e senatori si sono sempre riservati con i loro ricchi vitalizi. Per riscuotere la pensione, a partire dal prossimo gennaio tutti i lavoratori dovranno raggiungere almeno 42 anni di contribuzione. Per le eccellenze parlamentari, invece, nonostante i “tagli” annunciati dai presidenti di Camera e Senato Gianfranco Fini e Renato Schifani per “mettersi in linea con il resto dei cittadini”, continueranno ad essere sufficienti 5 anni di permanenza sugli scranni di Montecitorio e Palazzo Madama.

Vero che la pensione riformata (con il regime contributivo annunciato) non sarà più quella ricchissima elargita con il sistema in corso e che viene calcolata a seconda delle legislature collezionate in quantità che variano dal 25 all’80 per cento dell’indennnità (oltre 11 mila euro mensili), ma potranno consolarsi con il limite di età più favorevole fissato per riscuoterla. Se a tutti i cittadini verranno richiesti 66 anni, ai parlamentari ne basteranno solo 60, meno quelli – e sono minoranza – che avendo una sola legislatura alle spalle dovranno arrivare fino a 65. Unica consolazione per i lavoratori che dal 2012 saranno costretti a rinviare anche di sei anni la riscossione dell’assegno pensionistico, il dispiacere imposto dalla “riformetta” di Fini e Schifani a una piccola schiera di parlamentari (vedi scheda) che dalle prossime settimane, grazie alle privilegiatissime norme che consentivano agli eletti prima del 2001 di incassare pensioni-baby anche a 50 anni, saranno costretti a rimandare l’appuntamento. Come l’ex verde Paolo Cento, l’ex presidente della Camera Irene Pivetti, il democratico Emilio Del Bono (ora consigliere comunale a Brescia), più i leghisti Andrea Gibelli (attuale vicepresidente e assessore della Regione Lombardia), Edouard Ballaman e Oreste Rossi. Pure loro dovranno aspettare i 60 anni. Roma ladrona.