Nigeria, ostaggio italiano ucciso in un blitz

LONDRA – L’ordine di David Cameron di far partire l’attacco per la liberazione fallita dei due ostaggi Franco Lamolinara e Chris McManus è partito ieri alle otto, ora di Londra (le 9 in Italia), dopo una riunione del Cobra, il comitato britannico di emergenza. Lo scrive oggi il Daily Telegraph in una ricostruzione del blitz in cui i due uomini hanno trovato la morte.

Franco Lamolinara e Chris McManus sono stati uccisi dai rapitori “con un colpo ravvicinato alla testa” una volta cominciato il raid delle forze speciali. Lo scrive oggi il Daily Telegraph. Il giornale britannico cita una fonte di sicurezza nigeriana: “Sono stati uccisi prima ancora che le Sbs entrassero nel compound”.

Nel blitz di ieri a Sokoto sono stati coinvolti una quarantina di uomini delle forze speciali britanniche che si trovavano da due settimane in Nigeria. Secondo una ricostruzione del Daily Telegraph, le Sbs, Special Boat Service composte quasi esclusivamente di Royal Marines, sono state scelte perché erano l’unità in stand by per operazioni di antiterrorismo. Il posto si alterna con le Sas ogni sei mesi. Le Sbs erano arrivate in Nigeria viaggiando in borghese su aerei civili, le armi e attrezzature spedite in grandi valige diplomatiche. Il loro comandante aveva installato il posto di comando della task force presso l’ambasciata britannica a Lagos. Le Sbs avevano accesso a intercettazioni di cellulari ottenute dalle forze di intelligence nigeriane che avevano localizzato gli ostaggi a Sokoto, e di altri dati dal GCHQ, il servizio di ascolto dei servizi segreti britannici. Avevano accesso anche a video della casa dove venivano tenuti McManus e Lamolinara ottenute da un aereo che aveva sorvolato la città. Le immagini venivano ritrasmesse al comando Sbs a Lagos e a Londra, sul monitor della sala del Cobra, il comitato di emergenza britannico. Dopo giorni di ascolto ieri si era aperta una “finestra di opportunita”: le intercettazioni lasciavano capire che i terroristi stavano per spostarsi e poi avrebbero ucciso gli ostaggi. Il direttore delle Sbs informò il capo delle Forze Speciali a Londra, un generale dell’Esercito e un amico personale di David Cameron, che giudicò che bisognava attaccare. Questo giudizio fu avallato da Cameron che alle 8 di Londra autorizzò il blitz.

Secondo i media britannici non è chiaro perché le Sbs hanno attaccato di giorno la casa dove Chris McManus e Franco Lamolinara venivano tenuti ostaggio. In casi ‘normali’ un blitz del genere si sarebbe svolto di notte preferibilmente prima dell’alba, scrive oggi il Daily Telegraph ma “per ragioni che restano non chiare le Sbs sono state costrette a fare un attacco in pieno giorno”. In un segno di fretta, hanno detto fonti al giornale, i soldati hanno posto in atto un piano di “risposta di emergenza” invece del più coordinato piano di “risposta deliberata”. Le squadre speciali britanniche si sono avvicinate in camion vicino alla casa. Il raid, autorizzato dal primo ministro David Cameron alle otto ora di Londra, è cominciato alle undici, ora di Lagos (a Londra era mezzogiorno).

(di Flavia Ressmann) ROMA – L’ostaggio italiano Franco Lamolinara e’ rimasto ucciso durante un blitz condotto in Nigeria da un commando delle unita’ speciali dell’esercito britannico (Sbs) insieme alle forze nigeriane nel tentativo di liberarlo dal gruppo islamico che lo aveva rapito il maggio scorso. Nel corso del blitz e’ morto anche l’altro ostaggio, il britannico Chris McManus. Il tentativo, tragicamente fallito, e’ avvenuto senza che l’Italia ne fosse al corrente e Roma ha chiesto spiegazioni dettagliate sulla dinamica del blitz. A dare il la’ all’operazione militare sono state le autorita’ nigeriane con il forte sostegno e l’appoggio militare di Downing Street sull’onda di un’accelerazione imprevista degli eventi nelle ultime ore e nel timore di un imminente pericolo di vita per i due ingegneri da maggio scorso nelle mani di frange estremiste di ispirazione islamica. Un raid avvenuto all’insaputa delle autorita’ italiane che sono state informate solo a cose fatte, come puntualizza una nota di Palazzo Chigi, e sul quale il premier Mario Monti ha chiesto al presidente nigeriano di avere al più presto una ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all’uccisione degli ostaggi. E’ stato il premier David Cameron a telefonare al presidente del Consiglio Mario Monti – che era in volo da Belgrado diretto a Roma – per comunicargli la tragica notizia. ”La finestra di opportunita’ per liberare Lamolinara e McManus stava chiudendosi”, si e’ affrettato a spiegare Cameron a Monti precisando di aver autorizzato il blitz dopo aver ricevuto dai servizi segreti africani un video che dava indicazioni sul luogo della prigionia. ”Avevamo ragione di credere che le vite degli ostaggi fossero in imminente pericolo”, ha detto ancora Cameron, quasi a voler togliere qualsiasi dubbio sulla validita’ della decisione assunta senza consultare l’Italia. Paese che, tradizionalmente, preferisce la via della trattativa a quella della forza. E a cui questa vicenda, con il suo drammatico epilogo, da’ ragione. Stando a quanto riferito dall’intelligence nigeriana quando le forze dell’esercito africano insieme alle unita’ dell’esercito britannico specializzate in operazione anfibie (tra le 16 e le 20, secondo il Daily Telegraph) hanno fatto irruzione in un’abitazione di Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria, Lamolinara e McManus erano gia’ morti. Poco dopo il presidente nigeriano Goodluck Jonathan ha annunciato l’arresto dei sequestratori-killer. Il luogo della prigionia non dista molto da Birnin Kebbi, capitale dello Stato di Kebbi, nell’estremo nord-ovest della Nigeria, vicino al confine del Niger, dove i due ingegneri sono stati rapiti il 12 maggio del 2011. Lamolinara – 48 anni di Gattinara, in provincia di Vercelli, da 11 anni in Nigeria – e McManus furono colti di sorpresa da uomini armati che avevano fatto irruzione nella loro abitazione ferendo un tecnico nigeriano. Un altro ingegnere tedesco riusci’ a scampare al sequestro scavalcando una rete metallica. Dei due rapiti – entrambi dipendenti della Stabilini Visinoni Limeted – si ebbe notizia per la prima volta nell’agosto scorso quando i sequestratori inviarono un video all’ufficio della France Presse ad Abidjan. Nel filmato, lungo circa un minuto, non c’erano riferimenti alla data in cui era stato girato. I due, inginocchiati e con gli occhi bendati – circondati da uomini armati – a turno chiedono ai rispettivi governi di rispondere alle rivendicazioni dei rapitori che si presentano come membri di al Qaida.

(di Luigi Ambrosino) ROMA – ”Sorpresa” all’inizio, montata con il passare dei minuti in vera e propria ”irritazione”. L’Italia e’ stata avvertita solo ”a cose fatte” del blitz deciso dal premier britannico David Cameron che ha portato alla morte di Franco Lamolinara in Nigeria assieme all’altro ostaggio inglese, Christopher McManus. Un’operazione, fallita, condotta da forze nigeriane e da un pugno di commando delle Sbs britanniche, le teste di cuoio della Royal Navy. E’ stato solo ”ad azione avviata”, come recita la nota di Palazzo Chigi, che Cameron ha alzato la cornetta per chiamare il premier Mario Monti, in quel momento sull’aereo che lo riportava a Roma da Belgrado. Per avvertirlo che le cose erano andate male, e che i due ostaggi erano stati uccisi dai rapitori – e’ la versione britannica e nigeriana – prima che le forze speciali potessero intervenire. Immediate e febbrili le consultazioni con Quirinale, Difesa e Farnesina, per una vicenda che gli stessi servizi italiani hanno fatto sapere di ritenere ”sorprendente”. Il rapimento di Lamolinara è stato infatti seguito ”da vicino” in questi dieci mesi dagli 007 dell’Aise in collaborazione con i colleghi inglesi e nigeriani. Con i quali, però, si apprende da fonti di intelligence, lo scambio di informazioni non e’ sempre stato soddisfacente. Un ‘difetto di comunicazione’ che ha raggiunto l’apice proprio oggi: una circostanza grave, su cui il Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, ha già fatto sapere per bocca del presidente Massimo D’Alema che vuole vederci chiaro. La prassi consolidata in casi del genere prevede infatti che la pianificazione, la decisione e l’esecuzione di un eventuale blitz veda il concorso di tutti i Paesi interessati. Prassi che in questa vicenda, evidentemente, non e’ stata seguita. La nota di Palazzo Chigi seguita alla telefonata tra Monti e Cameron e’ chiarissima laddove indica che ”l’azione e’ stata avviata autonomamente dalle autorità nigeriane con il sostegno britannico, informandone le autorità italiane solo ad operazione avviata”. E a Roma, ovviamente, non puo’ bastare che il premier britannico ci abbia messo la faccia, presentandosi in conferenza stampa per assumersi tutte le responsabilita’ del fallimento. Atterrato a Ciampino, e’ stato Monti stavolta a comporre il numero del presidente nigeriano Jonathan per chiedere anche a lui spiegazioni e una ”ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all’uccisione degli ostaggi”. Una tragedia che porta con se’ increspature evidenti e di cui il governo avrebbe fatto volentieri a meno in un momento delicatissimo in cui l’Italia e’ gia’ impegnata in un estenuante braccio di ferro con New Delhi per l’affaire dei due maro’.