Oggi nuovo tavolo governo parti sociali

ROMA – Governo e parti sociali oggi tornano a incontrarsi per il secondo round del confronto avviato la settimana scorsa. Una volta fatta luce sulle questioni in campo, sono infatti già note le agende, occorre vedere come si svilupperà il dialogo. E alla vigilia del tavolo già si possono tracciare alcune differenziazioni nette, tra cui spiccano il mercato del lavoro e il welfare. Molto dipenderà dalla Cgil, che ha chiarito le condizioni per restare al tavolo e a poche ore dal summit ha avanzato 6 proposte: si va dalla lotta all’evasione all’introduzione di imposte su grandi ricchezze e grandi immobili, passando per l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie. Tra le ipotesi spunta anche il rialzo della tassa di successione. Uno dei probabili nodi da affrontare riguarda il fronte lavoro. Il governo, con il ministro Maurizio Sacconi, ha da subito risposto all’appello della parti sociali proponendo di riprendere il dialogo a partire da un’intesa sulla bozza del disegno di legge delega sullo Statuto dei Lavori, che riforma lo Statuto dei Lavoratori. L’argomento è stato ripreso dal premier Silvio Berlusconi nel suo discorso alle Camere. Ma la Cgil si è fatta subito sentire, giudicando l’iniziativa una “provocazione”, fatta per dividere le parti. Da parte sua il governo, nel primo summit a Palazzo Chigi, ha presentato il documento in 8 punti che faceva genericamente riferimento alla modernizzazione delle relazioni industriali e del mercato del lavoro. Punto riproposto come pilastro dell’azione anti crisi dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Sull’altra sponda le parti sociali si dicono d’accordo a portare innovazioni su questo campo, ma i sindacati sono anche compatti nel rifiutare l’intervento del legislatore, convinti che la materia sia competenza delle parti stesse. In particolare, la Cgil è preoccupata per la possibile riproposizione dello Statuto dei Lavori, temendo l’introduzione della flessibilità in uscita. Per il sindacato di Corso d’Italia si metterebbe, così, in pericolo il futuro dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa). Il welfare potrebbe essere un’altro terreno di attrito. I possibili interventi del governo sul campo previdenziale, dal blocco delle pensioni di anzianità all’anticipo delle norme di allungamento dell’età pensionabile per le donne non piacciano ai sindacati. Anche se parlando al Tg1 Sacconi ha spiegato che esclude interventi sulla previdenza. La Cisl, comunque, ha già messo le mani avanti. Il segretario generale, in un’intervista a La Stampa, ha sottolineato come “sulle pensioni si sono già fatte tutte le operazioni possibili”. A riguardo lo Spi Cgil ha parlato di misure “inaccettabili”.