Papa e Tedesco: si decide Camera e Senato votano su arresto

ROMA – Prosegue fino all’ultimo il pressing del Pdl per evitare l’arresto di Alfonso Papa. Silvio Berlusconi é convinto che questo voto non inciderà sul governo, mentre il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, si augura che il no all’arresto passi anche per l’esponente del Pd Alberto Tedesco con la richiesta dei ‘domiciliari’ che sarà valutata domani dall’Assemblea di Palazzo Madama. Al termine di una lunghissima mediazione con gli alleati la Lega conferma di volere l’arresto dell’ex pm indagato nell’inchiesta P4, ma annuncia di voler lasciare libertà di coscienza: un elemento fondamentale che dà dei margini a chi vuole stoppare l’arresto, soprattutto se sull’autorizzazione si voterà a scrutinio segreto. Ma è ancora mistero alla Camera su chi possa chiederlo: probabilmente si saprà solo all’ultimo momento se ci saranno trenta deputati, o un gruppo parlamentare, pronti ad andare da Fini per perorare questa causa. Alla fine, si ragiona in ambienti della maggioranza, potrebbero essere i Responsabili a togliere le castagne dal fuoco al centrodestra. Anche se più di qualcuno in questo gruppo, ora denominato ‘Popolo e territorio’, non vorrebbe esporsi direttamente. Da più parti arrivano a Papa gli appelli a dimettersi, evitando il voto sull’arresto. “Esiste, per chi è coinvolto in vicende che arrivano alla pronuncia dell’Aula sulla richiesta di arresto, la via delle dimissioni”, dice Pierluigi Castagnetti, presidente della Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio che ha votato a favore dell’arresto del deputato. Ma Papa tiene duro: oggi ha distribuito a colleghi e giornalisti una sua memoria e vuole andare al voto in aula. E, per una inedita coincidenza, anche a Palazzo Madama si voterà l’autorizzazione all’arresto di un parlamentare: si tratta del senatore Alberto Tedesco del Pd, e la richiesta è relativa ad un’indagine per corruzione. A chi maligna di uno “scambio” sottobanco per salvare il senatore dalemiano, però, il Pd reagisce: “su vicende di questa natura non possono esserci miseri scambi politici e strumentalizzazioni”, sostiene Nicola Latorre. Di certo, a Montecitorio il voto segreto non lo chiederà l’opposizione. “Sarebbe bene che anche gli altri gruppi rinunciassero a chiederlo perché è evidente che se verrà chiesto sarà per coprire trucchi o falsità a cominciare dalla Lega che dopo avere cambiato dieci posizioni ora non sa come uscirne. I guerrieri padani si vogliono nascondere dietro il voto segreto”, dice Dario Franceschini del Pd. Ma la Lega, che con Bossi più volte si era schierata a favore dell’arresto di Papa, lo scrutinio segreto alla Camera non lo chiederà: il Carroccio, spiega il capogruppo Reguzzoni, resta “favorevole” all’arresto, ma lascerà ai suoi libertà di voto. Il caso Papa, per i ‘maroniani’, sarebbe un modo per far capire che anche sulla richiesta d’arresto per l’ex braccio destro di Tremonti, Marco Milanese, non si faranno sconti. “Voteremo sì alla custodia cautelare – spiega un seguace del ministro dell’Interno – anche per far capire chiaramente quale sarà il nostro atteggiamento con Milanese. Voteremo per tutti e due a favore dell’arresto. E’ bene che il ministro dell’Economia lo sappia…”. Nel Carroccio, infatti, si sostiene che se domani la maggioranza si spaccasse su questa vicenda, considerando anche l’andamento negativo dei mercati, una crisi di governo non sarebbe poi un’ipotesi così remota. I 49 ‘maroniani’ infatti insistono sul fatto che anche in presenza di voto segreto loro voterebbero per mandare Papa “in galera”, come disse qualche giorno fa Bossi. Il Pdl sarà teoricamente compatto per il no all’arresto del deputato che si è sospeso dal gruppo; anche se diversi parlamentari del principale gruppo di maggioranza sono intenzionati (meglio se a scrutinio segreto) a disattendere l’indicazione di Berlusconi votando a favore delle manette per Papa.Tensione sul caso Papa. Pressing del Pdl per lo stop all’arresto. Ora si gioca la partita del voto segreto. Fli, Urso e opposizioni: si voti alla luce del sole. Reguzzoni: noi seguiremo le indicazioni di Bossi. Castagnetti: c’é anche alternativa dimissioni.

“L’indicazione che darò al gruppo é favorevole all’arresto ma con libertà di coscienza”. Così il presidente dei deputati della Lega Marco Reguzzoni rispondendo, in Transatalntico, alle domande dei cronisti sul voto di domani in Aula relativo all’arresto del deputato del Pdl Alfonso Papa. Inoltre, fa sapere Reguzzoni confermando che “in serata non é prevista la riunione del gruppo, la Lega non chiederà il voto segreto”.

CASTAGNETTI, PER PAPA C’E’ STRADA DELLE DIMISSIONI – “Esiste, per chi è coinvolto in vicende che arrivano alla pronuncia dell’Aula sulla richiesta di arresto, la via delle dimissioni”. Lo ricorda Pierluigi Castagnetti, che cita indirettamente il caso di Alfonso Papa, sul quale domani voterà l’Aula dopo il sì della Giunta all’arresto.

Sul caso specifico di Alfonso Papa, Castagnetti dice di non volersi soffermare “perché me lo impone il mio ruolo di Presidente di garanzia della giunta” ma, ricorda, “ci sono momenti in cui anche i singoli possono con un loro gesto individuale a concorrere a salvare l’istituzione. Anche se può essere o apparire soggettivamente ingiusto, quel gesto individuale può assumere un valore più generale oltreché rappresentare l’occasione per una personale riabilitazione. Lontano dall’apparire un gesto di debolezza o di ammissione di colpevolezza – prosegue Castagnetti – le dimissioni di chi si trova coinvolto in tali situazioni possono essere lo strumento per smascherare supposte forzature da parte di altri poteri, in ogni caso per offrire all’istituzione cui si appartiene un riverbero del proprio senso di responsabilità e della propria affermazione di dignità”.