Pena di morte, da tutto il mondo a Roma per dire stop alle esecuzioni

ROMA – Pena di morte, moratoria, abolizione. Se ne continua a parlare, puntigliosamente, passo dopo passo, Paese dopo Paese, conquista dopo conquista. Sempre lo stesso, noioso, refrain? Difficile sostenerlo, se solo si pensa che dal 1973 sono 138, negli Usa, i condannati alla pena capitale riconosciuti innocenti in extremis e usciti dopo anni, o decenni, di prigione. Quanti, invece, sono gli innocenti ‘giustiziati’, nessuno lo sa. Anche per questo ”l’abolizione della pena di morte da’ dignita’ allo Stato”, ha sottolineato il ministro per la cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi al convegno ‘Per un mondo senza la pena di morte, No Justice without Life’, che ha raccolto oggi a Roma un ventina di ministri della giustizia dai quattro angoli del mondo, nella prima delle due giornate contro la pena capitale organizzate dalla Comunita’ di Sant’Egidio. ”L’Italia e’ in prima linea per l’abolizione della pena di morte”, ha sottolineato il ministro della Giustizia Paola Severino, precisando che ”e’ un traguardo lontano, ma che va perseguito con determinazione”. La pensa cosi’ anche il ministro della giustizia francese Michel Mercier, che ha ricordato come Parigi non conceda l’estradizione in Paesi dove esiste la pena capitale, ne’ consente rogatorie internazionali se c’e’ l’eventualita’ che il percorso processuale porti alla condanna a morte. L’abolizione e’ una priorita’ anche per l’Unione europea, che nel periodo 2007-2013 ha stanziato oltre 18 milioni di euro per progetti di sensibilizzazione contro la pena di morte definita dal portavoce di Sant’Egidio, Mario Marazziti, ”violenza estrema ed errore irrimediabile”. Ma le novita’ maggiori vengono dall’Africa, che si dibatte tra fame e guerre civili endemiche ma riesce anche a fare sorprendenti progressi sul dossier pena di morte. Nel 2010 il Gabon e’ divenuto il 16/mo Paese abolizionista dell’Unione africana. Oggi, il ministro della giustizia della Guinea Conakry, Christian Sow, ha annunciato dal palco del convegno l’abolizione della pena di morte nel suo Paese. E la sua collega del Benin, Maria Elise Gbedo, avvocato che si e’ impegnata in prima persona per rendere illegale la poligamia, ha ricordato che il 18 agosto scorso il parlamento ha votato la legge che aderisce al secondo protocollo della risoluzione Onu del 1987, abolendo la pena di morte. A migliaia di chilometri di distanza anche la Mongolia – nel gennaio 2010 – ha introdotto la moratoria commutando tutte le sentenze capitali. In generale, anche il 2011 e’ stato un anno positivo sul fronte abolizionista: l’Illinois e’ diventato il 16/mo Stato degli Usa a liberarsi della pena capitale e 11 Paesi nel mondo, pur emettendo sentenze capitali, hanno continuato a non eseguire condanne. Dati ricordati piu’ volte nel corso della Conferenza di oggi che, per il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, e’ ‘un gesto politico in risposta alla cultura della violenza”. Domani, appuntamento al Colosseo, che alle 19 sara’ illuminato contro la pena di morte, ma non solo. Manifestazioni e iniziative coinvolgeranno 1400 citta’ in tutto il mondo.