Pensioni: Inps, -47% nuovi assegni primo semestre 2012

(di Alessia Tagliacozzo) – ROMA – Crollo delle nuove pensioni nel primo semestre del 2012: la riforma Fornero non ha ancora cominciato a dispiegare i suoi effetti ma per i nuovi assegni c’e’ stato un calo del 47% rispetto allo stesso periodo del 2011 grazie all’effetto combinato dello scalino per la pensione di anzianita’ scattato nel 2011 e la finestra mobile (riforma Sacconi) che prevede l’attesa di 12 mesi (18 mesi per gli autonomi) per l’accesso alla pensione una volta raggiunti i requisiti. ”Tutte le riforme hanno funzionato”, commenta il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua: ”E’ stato messo in sicurezza il sistema previdenziale. E’ un segnale di stabilita’ del Paese”.

Nei primi sei mesi dell’anno i nuovi assegni sono stati 84.537 a fronte dei 159.485 dello stesso periodo del 2011 (-46,99%) con un calo significativo sia per il numero dei trattamenti di vecchiaia (-51,09%), sia per quelli di anzianita’ (-43,12%). L’eta’ media di pensionamento e’ cresciuta di quasi un anno passando da 60,4 nel 2011 a 61,3 anni nei primi 6 mesi del 2012, superando di due anni l’eta’ di pensionamento in Francia (59,3) e arrivando a un passo dall’eta’ di pensionamento media dei tedeschi (61,7 anni). Per l’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, sono dati che ”costituiscono la prova provata dell’efficacia delle riforme prodotte dal governo Berlusconi in termini di sostenibilità del sistema previdenziale. E di equità in termini di graduale cambiamento dei requisiti di accesso. Equilibrio tra numeri e persone che dovrà essere prodotto aggiustando gli interventi piu’ recenti”.

Nel 2012 stanno andando in pensione coloro che hanno raggiunto i requisiti nel 2011 e hanno dovuto attendere i 12-18 mesi della finestra mobile. Stanno quindi ancora andando in pensione di vecchiaia gli uomini a 65 anni e le donne a 60 (a questi si aggiungono i 12-18 mesi di finestra mobile). Si sta uscendo inoltre ancora dal lavoro con la pensione di anzianita’ grazie alle quote (almeno 60 anni di eta’ con quota 96 tra eta’ e contributi) e con 40 anni di contributi indipendentemente dall’eta’ (anche per l’anzianita’ e’ prevista l’attesa di 12-18 mesi della finestra mobile). Il calo del 46,99% delle pensioni liquidate e’ il risultato soprattutto del crollo dei nuovi assegni per i lavoratori autonomi che hanno raggiunto i requisiti nel 2011 ma hanno dovuto attendere 18 mesi per il collocamento a riposo (-73,82% per le pensioni dei coltivatori diretti, -67,43% per gli artigiani, -64,84% per i commercianti). Per i lavoratori dipendenti il calo delle nuove pensioni nel complesso e’ stato del 35,58% (da 103.043 trattamenti a 66.385).

Sono diminuite soprattutto le pensioni di vecchiaia (-51,09%) passando da 77.591 dei primi sei mesi del 2011 a 37.952 dello stesso periodo 2012. In particolare le pensioni di vecchiaia dei lavoratori dipendenti sono passate da 44.652 a 34.104 (-23,62%) mentre quelle dei lavoratori autonomi hanno avuto riduzioni superiori all’80%. Le pensioni di anzianita’ sono diminuite nel complesso del 43,12% passando da 81.894 a 46.585 con un calo consistente soprattutto per i dipendenti (-44,72%, da 58.391 a 32.281) sempre grazie all’effetto combinato dello scalino e della finestra mobile che ha rinviato il collocamento a riposo. ”Questi sono dati dell’economia reale del Paese – dice Mastrapasqua -. E’ un segnale per l’Europa e per i mercati. L’Italia ha fatto i compiti e ha i numeri in regola per rassicurare chi vuole scommettere sul futuro positivo e stabile per i conti pubblici”