Pm chiede visita fiscale per Berlusconi

La Procura di Milano ha chiesto una visita fiscale per Silvio Berlusconi per verificare se l’impedimento per motivi di salute presentato oggi al processo sul caso Ruby è “assoluto”. Ora i giudici si sono ritirati in camera di consiglio.
I legali di Berlusconi hanno depositato tre nuovi certificati medici. Tra questi c’è anche un certificato firmato da uno specialista che evidenzia complicazioni cardiologiche per il leader Pdl ricoverato da venerdì scorso al S.Raffaele per una uveite. Gli avvocati Ghedini e Longo, inoltre, hanno presentato un impedimento perché devono partecipare alla riunione a Milano col segretario Pdl, Angelino Alfano.

Per il Cavaliere, ricoverato da venerdì all’ospedale San Raffaele di Milano per una uveite, continuano le cure. Sotto monitoraggio è la pressione sanguigna, che continua a restare alta. Se le condizioni dovessero rimanere queste, è probabile che trascorra un’altra notte in ospedale.

Intanto con un contrordine arrivato all’ultimo momento Berlusconi ha chiesto di annullare la protesta “clamorosa”, ma annunciata come ‘silenziosa’, oggi al Palazzo di Giustizia di Milano e che avrebbe ‘surriscaldato’ il lunedì per lui già ‘caldo’ sul fronte giudiziario.

Non è detto però che un gruppo di fedelissimi si presenti comunque davanti al Palagiustizia. Pare che a fargli cambiare idea sull’iniziativa della sfilata silenziosa annunciata ieri dalla ex ministro Mariastella Gelmini, o ancora di più di una vera e propria “invasione” dell’aula, siano state le ‘colombe’ del partito, a partire da Gianni Letta. Una rinuncia decisa nonostante l’alto livello di irritazione di Berlusconi per il comportamento dei giudici.

E così il dietrofront è stato affidato a una nota. Il Cavaliere dopo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno organizzato la manifestazione “di solidarietà, di vicinanza e di affetto verso di me” ha domandato di “soprassedere” proprio le modalità con cui si sarebbe svolta.

Era prevista la partecipazione di tutti i parlamentari Pdl appena eletti all’udienza del processo Ruby per chiedere “in modo pubblico, determinato e clamoroso il trasferimento” dei suoi processi da Milano ritenuta sede “pregiudizialmente nemica”. Modalità che non rispecchierebbero, a suo dire, “il rispetto che ho sempre portato alle istituzioni repubblicane” e la fiducia ” che la verità sia più forte di ogni pregiudizio e di ogni strumentalizzazione politica anche da parte di chi deve pronunciare una sentenza in nome del Popolo italiano in un procedimento che mi vede in base alla realtà dei fatti come incontestabilmente innocente”.

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