Pm Roma apre indagine sulla polizia

“I lacrimogeni dal ministero sono stati lanciati da agenti di polizia: sono stati sparati a ‘parabola’ non diretti sui manifestanti. La traiettoria è stata deviata perché hanno urtato sull’edificio”. Così il Questore di Roma, Fulvio Della Rocca.
“Se ad un certo punto veniamo aggrediti militarmente è chiaro che dobbiamo reagire, perché siamo qui anche per questo: per tutelare la legge, questo è il nostro compito”, ha detto Della Rocca a proposito degli scontri del 14 novembre a Roma.

“Mi sembra doveroso dare atto di quello che il ministero della Giustizia sta facendo in relazione al filmato diffuso da Repubblica.it”. Filmato, ha aggiunto, che “ho visto questa mattina presto e non appena ne ho preso visione ho dato incarico al capo di gabinetto di avviare indagine estremamente approfondita per verificare la dinamica dell’episodio”. “Le ipotesi naturalmente sono molteplici”, ha proseguito Severino, sottolineando di aver chiesto una indagine “rigorosa”. Il ministro ha sottolineato di aver deciso di lasciare il Cdm anzitempo per recarsi al ministero e “vedere a che punto sono gli accertamenti: ovviamente – ha però sottolineato – data la grandezza dell’edificio e il numero di persone presenti non credo che sarà un’indagine con risultati ad horas”, ma sarà certamente un risultato “appagante” dal punto di vista della ricostruzione dei fatti.

La Procura di Roma indaga su eventuali eccessi di comportamento degli agenti di polizia nel corso degli scontri del 14 novembre scorso. Gli accertamenti riguardano anche il comportamento di alcuni manifestanti.

Intanto sono stati tutti scarcerati gli otto manifestanti arrestati mercoledì scorso durante i disordini avvenuti nella Capitale in occasione dello sciopero europeo. Lo ha deciso il Gip Wilma Passamonti che, secondo quanto riferito dall’avvocato Francesco Romeo, che nel convalidare l’arresto di sei di loro ha disposto per questi l’obbligo di firma, mentre per altri due la richiesta di convalida della misura restrittiva non è stata accolta

SEVERINO AVVIA INDAGINE INTERNA – Il ministro della Giustizia, Paola Severino, visionato il video pubblicato sul sito di Repubblica.it che ritrae il lancio di lacrimogeni dal palazzo del ministero durante lo “sciopero europeo”, ha immediatamente disposto un’indagine interna ed esprime “inquietudine e preoccupazione”.

A partire da un video amatoriale girato con un telefonino, di cui è venuta in possesso, Repubblica descrive oggi in un articolo il contenuto delle immagini. Nel video – secondo quanto riporta il giornale – si vedono i manifestati “senza maschere, caschi né scudi” in fuga in via Arenula.

Poi “dal palazzo di fronte, che è la sede del ministero della Giustizia, in rapida successione vengono sparati due lacrimogeni. Sulla folla. Subito dopo un terzo”. Nell’articolo ci si chiede come sia possibile che dal palazzo del ministero possano essere partiti dei lacrimogeni e si fa anche notare che “all’interno del ministero lavorano alcune guardie penitenziarie” domandandosi se possano essere state loro a “sparare sulla folla in fuga”.

“Dai primi accertamenti, è stato verificato che lacrimogeni a strappo, come quelli che sembrerebbero essere stati lanciati dal Ministero” durante lo sciopero europeo, “non sono in dotazione al reparto di polizia penitenziaria di via Arenula” fa sapere la Severino, assicurando che “le verifiche proseguiranno con il massimo impegno, con il dovuto rigore e con la massima tempestività”.

“I poliziotti responsabili di abusi verranno puniti. E questo per rendere onore e merito agli altri loro colleghi che sono la maggioranza e nei cui confronti è necessario che tutto il Paese nutra il rispetto democratico che meritano” afferma in una intervista a Repubblica il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, dopo aver visto alcune immagini pubblicate dal quotidiano on line delle ‘manganellate’ ad un manifestante da parte di alcuni agenti, e sottolineando che “la violenza su un inerme è intollerabile e ingiustificabile”.

“Questo poliziotto – aggiunge riferendosi alle immagini del video – sarà identificato subito. Faremo le dovute valutazioni e ne trarremo le conseguenze disciplinari. E lo stesso varrà qualora altre immagini dovessero documentare comportamenti simili. Su questo punto non ci sono né se né ma. Il monopolio della forza è democratico se la forza è esercitata nel rispetto della legalità”. Per il ministro dell’Interno, “è giusto che il lavoro della Polizia avvenga nella massima trasparenza” e “sono stata la prima a complimentarmi per la scelta di mettere online le immagini girate dalla Scientifica”. E sull’ipotesi di identificare i poliziotti con il numero di matricola sulla divisa, Cancellieri dice che si tratta di una “questione delicata, ma da valutare”.

Gli studenti “che a migliaia sono scesi in piazza esprimono le loro ragioni. Per questo vanno difesi nella loro libertà di manifestare. Ma questo può avvenire solo in una cornice di legalità complessiva”. Perché, ad esempio, ha ragione Piero Fassino: “A Torino ci sono stati gesti da squadristi. E non è la prima volta purtroppo”. Riflettendo sul suo ruolo, Cancellieri sottolinea che “c’è un dato indiscutibile, la sottoscritta, come gli altri colleghi di questo governo, non solo ha una storia da tecnico ma è sola” perché “sono espressione di una maggioranza parlamentare che è solo numerica. E spesso questo non è proprio un vantaggio”. Quanto alle parole di Beppe Grillo nella ‘lettera al soldato blu’, si è trattato per il ministro di parole “da irresponsabile”, un esempio “di sciacallaggio politico”.