Premier non convince Bossi, stallo su pensioni

ROMA – Silvio Berlusconi non convince Umberto Bossi che ritiene ancora un tabù intervenire ora strutturalmente sulle pensioni nel quadro delle misure d’emergenza che dovranno essere prese dal Cdm la prossima settimana, sotto la spinta della Banca centrale europea, per giungere il più rapidamente al pareggio di bilancio, come già annunciato la scorsa settimana dal Cavaliere. E’ una partita dura e aperta quella all’interno di governo e maggioranza nel corso della quale saranno valutate tutte le ipotesi, qualsiasi iniziativa, come ha spiegato Gianni Letta alle parti sociali, ma tenendo presente che la situazione sta precipitando e bisogna intervenire in fretta ed efficacemente.

L’Europa preme e non possiamo tirarci indietro, avrebbe rimarcato il Cavaliere parlando ieri sera a Palazzo Grazioli davanti al suo amico e alleato Umberto. E uno degli interventi ritenuti ‘strutturali’ dal governo è proprio quello sulle pensioni. Si è parlato anche di quelle di anzianità. E i tecnici del governo ci stanno ragionando. Una delle ipotesi riguarderebbe, oltre al blocco di quelle di anzianità, il progressivo innalzamento dell’età pensionabile per le donne. Sullo sfondo anche il braccio di ferro sulla cosiddetta ‘patrimoniale’, teorizzata da alcuni ministri, a quanto pare anche da Giulio Tremonti, si racconta in ambienti del Pdl, ma invisa a Silvio Berlusconi e ad una parte importante della Lega.

La questione ‘patrimoniale’, esisterebbe, quindi, anche se verrebbe considerata una subordinata all’interno della maggioranza rispetto a misure più strutturali. La Padania, l’organo di stampa ufficiale del Carroccio ha un po’ dato la linea sugli orientamenti della Lega, dopo i duri interventi del capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni contro qualsiasi intervento sulle pensioni e l’eventualità di una patrimoniale, puntando con decisione sui tagli ai costi della politica. Un cavallo di battaglia dei lumbard insieme alla tutela dei cosiddetti ‘redditi medi’ e dei diritti acquisiti dei lavoratori. Ma ci sarebbe ancora tempo per ragionare su tutti questi temi, si spiega in ambienti del centrodestra, puntando su un bilanciamento di alcune misure, forse anche quelle relative alla patrimoniale, tale da non intaccare i redditi più deboli. Insomma, i margini di manovra ci sarebbero, si ragiona nel Pdl. E nei prossimi giorni potrebbe portare a novità decisive per convincere le istituzioni europee che il progetto di rientro del debito sarà seriamente impostato dal governo per rispondere in maniera credibile ‘all’ultima chiamatà dell’Europa.