Primarie: Bersani avanti di 9 punti, 44,9% a 35,5%

E’ ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi alle primarie per scegliere il candidato premier del centrosinistra. Bersani per ora può festeggiare il vantaggio sul ‘rottamatore’ e il grande successo della partecipazione: le primarie del centrosinistra hanno visto 3.107.658 votanti e code, anche se ordinate, per tutta la domenica del voto. Ma il segretario Pd dovrà aspettare un’altra settimana, ed un ballottaggio che si annuncia agguerrito, per sapere se sarà lui il candidato premier del centrosinistra o se invece toccherà a Renzi guidare la coalizione.

Al ballottaggio Bersani arriva in vantaggio di 9,4 punti percentuali, per un totale di 290.200 voti. Il segretario è al 44,9 per cento con 1.393.990 voti, Matteo Renzi al 35,5 per cento con 1.103.790 voti. Un gap che in una settimana il sindaco di Firenze punta a colmare, convinto che la sfida sia ancora aperta, mentre il leader Pd guarda all’appoggio degli elettori di Nichi Vendola che però ancora non scioglie la riserva sul suo sostegno. Il leader di Sel incassa al primo turno 485.158 voti pari a 15,6 per cento. Più distaccati Laura Puppato, con 80.600 pari al 2,6 per cento e Bruno Tabacci 44.030 pari all’1,4 per cento.

Ma all’indomani del voto è polemica sullo spoglio che ha tardato a consegnare i dati ufficiali, giunti solo in serata, e anche sulle regole e sulla possibilità per chi non ha votato al primo turno di votare al ballottaggio. Quando ancora circolano i dati ufficiosi, i renziani affermano che i dati in loro possesso danno Renzi a meno 5 punti da Bersani. Anche il sindaco, pur non mettendo in discussione i risultati, chiede che “vengano messi on line i verbali di tutti i seggi per una certezza granitica”. Ma alle 18 i risultati ufficiali sembrano dare ragione alle percentuali note già ieri sera, ovvero di un distacco di 9 punti.

Altra disputa aperta, quella sulle regole per votare al ballottaggio. Per allargare il bacino dell’elettorato, i renziani insistono perché possano partecipare tutti coloro che dichiarino di essere stati impossibilitati a farlo per il primo turno e che la registrazione resti aperta fino a domenica. Il comitato dei garanti ammette l’iscrizione degli impossibilitati, ma precisa: “Gli uffici provinciali valuteranno le richieste”. “Ci penseranno i garanti – taglia corto Bersani sulle polemiche – Non mettiamo briciole di problemi in questa grandissima giornata. Ci sono i garanti, noi siamo gente per bene”.

BERSANI, PER ME RISULTATO INCORAGGIANTE – “Il mio risultato è assolutamente incoraggiante, ho grande fiducia in domenica scorsa e sono sicuro che dal giorno dopo lavoreremo tutti insieme per la galoppata impegnativa delle elezioni”. Così Pier Luigi Bersani commenta l’esito del primo turno al ballottaggio.

“Abbiamo lavorato con Vendola per parecchio tempo per costruire la carta Italia Bene comune che fissa i paletti programmatici. Non stiamo aprendo tavoli e tavolini, non stiamo facendo bilancini”, assicura il segretario del Pd.

“Il cambiamento non si fa a chiacchiere”, sottolinea Bersani: “Bisogna che il cambiamento avvenga su dei fatti, accettando delle sfide. E questa sarà la chiave, che sta in poche parole, che andrò a dire sia in vista del ballottaggio sia se tocca a me”.

“Con Matteo ci siamo mandati dei messaggini, poi stasera ci vediamo a Milano. Ci siamo scambiati gli auguri, le cose buone. Lui ha sempre il difettuccio di dire ‘noi e loro’, ma noi siamo noi tutti noi, loro è Berlusconi. Non c’è bisogno di fuoco amico, l’avversario è la destra”, afferma il segretario.

“L’espressione zero a zero non mi sembra felice visto che hanno votato in 3 milioni però certo la partita è aperta ed io ho voluto il ballottaggio”, dice Bersani, ospite a Che tempo che fa di Fabio Fazio, sulle affermazioni di Matteo Renzi in vista del ballottaggio di domenica. “I cittadini decidono davvero, non c’è trucco. Anche quello che dice Matteo che io ho il voto degli apparati, è sbagliata. Ho vinto nelle città dove c’è la gente e non gli apparati”. “C’é il congresso l’anno prossimo e ci sono le primarie anche lì…”, afferma il segretario del Pd, parlando del futuro di Matteo Renzi. Quanto a sè, aggiunge: “Io continuerei a fare fino al congresso il segretario del Pd”.

RENZI, ATTIREREMO VOTI DI BERSANI – “Sono convinto che siamo in grado di spostare una parte dei voti di Bersani, voglio andarli a prendere”. Lo dice il sindaco di Firenze Matteo Renzi aggiungendo di puntare anche ai voti di “Tabacci, Puppato e Vendola” con cui colmare la distanza di 250 mila voti”. “Sono convinto che se pur Vendola dica di non votare Renzi questo non significa che ci sia il travaso di voti completamente per Bersani. Su questo noi abbiamo grandi chance”, aggiunge.

“Non vogliamo sfasciare il Pd, ma farlo vincere cambiando schema di gioco, giocatori, convocati e allenatore”, sottolinea Renzi. “E’ già passata la gioia di ieri sera, ora siamo convinti di potercela fare”. “Chi si accontenta di come sono andate le cose – aggiunge – voti Bersani, chi vuole investire sul cambiamento può scegliere noi”. “Il punto centrale è che si riparte da zero a zero, e ripartendo da zero a zero ce la giochiamo fino all’ultimo”.

“I risultati sono molto positivi, e sono particolarmente contento del clima. Ora bisogna andare a convincere i delusi del centrodestra, che possono essere coinvolti da noi”, aggiunge il sindaco di Firenze a Sky Tg24. Quanto alla sfida di domenica prossima, Renzi spiega: “Do per assodato che Vendola scelga Bersani, non ho dubbi su questo”.

“Sono molto contento, è stato bello. Dicevano che le primarie avrebbero rovinato il centrosinistra. Da ieri il centrosinistra, il Pd, non è più di dirigenti e correnti ma di chi è andata a votare, non è più di D’Alema e Bindi ma di chi ha votato”, dice in serata Matteo Renzi a Che tempo che fa.

VENDOLA, SI’ A BERSANI SE RISPETTA IMPEGNI – Nichi Vendola chiude il dialogo con Matteo Renzi, ma non è disposto a offrire il suo “soccorso rosso” a Bersani in modo incondizionato. Sel darà indicazione ai suoi elettori di votare al ballottaggio per le primarie solo se il leader del Pd si impegnerà a rispettare l’agenda e i programmi del centrosinistra, dice Nichi Vendola in una conferenza stampa a conclusione della riunione del coordinamento politico nazionale del partito. Il presidente della Regione Puglia invia così una lettera virtuale a Bersani per chiedergli che “gli impegni sottoscritti per le primarie non diventino carta straccia, perché in questo caso saremmo liberi tutti”.

“Escludo che Sel possa dare il suo sostegno a Renzi nel ballottaggio”, aggiunge Vendola. “Del resto il nostro appoggio non se lo aspetta neanche lui. Ha fatto una campagna brillante con un dispendio di energie e risorse economiche, ma tutto in un’ambiguità di fondo perché con le sue proposte il ricambio del Paese rimane confinato ad un ricambio della classe dirigente del Pd. Serve invece un nuovo modello di sviluppo. Renzi non può pensare di apparire come un rivoluzionario che cerca il consenso dell’ancien regime”.

“Nelle primarie del centrosinistra abbiamo ottenuto poco meno del 16% dei consensi. Ma questo dato, letto nel territorio, fornisce elementi straordinari di rilievo della nostra presenza che si attesta intorno al 20% nelle principali città italiane”, rileva il leader di Sel.

D’ALEMA CONFERMA, CHIEDO DEROGA SE VINCE RENZI – Massimo D’Alema ha confermato che “chiederà la deroga” per candidarsi alle legislative se dovesse essere Matteo Renzi a vincere il ballottaggio delle primarie del centrosinistra. “Ma mi sembra un’eventualità abbastanza lontana, dati i numeri e le tendenze” ha aggiunto parlando a Bruxelles.

BERLUSCONI, CON RENZI PARTITO SOCIAL-DEMOCRATICO – Per le primarie del Pdl “stiamo valutando con grande senso di responsabilità e vediamo quello che sta succedendo nell’altra parte, anche con Renzi con il quale l’Italia potrebbe avere un partito social-democratico e non che si rifaccia all’ideologia comunista”. Così il leader del Pdl Silvio Berlusconi a “La telefonata” di Maurizio Belpietro.”Chi vincerà? A me non piace guardare in casa degli altri,vincerà chi avrà più voti. Tutti siamo curiosi di vedere cosa succederà”.

BERSANI-RENZI, MERCOLEDI’ IL CONFRONTO SU RAI1 – Faccia a faccia tra Bersani e Renzi mercoledì in prima serata. Sarà Monica Maggioni a condurre ‘Il confronto finale’, in onda dalle 21.10 a cura di Rai1 e Tg1. Ai candidati le domande elaborate dalla redazione e quelle degli elettori collegati in diretta dai comitati. Il confronto avverrà sulla base di regole condivise.

LA DOMENICA DEL VOTO – Sin dal primo mattino del 25 novembre si capisce che la sfida per la premiership avrà grandi numeri: alle 11 hanno votato già 940 mila persone, come comunica tempestivamente il comitato di Renzi, attentissimo al dato della partecipazione perché più gente vota più, nelle previsioni, il sindaco di Firenze ha chance di vittoria. Ai seggi, al nord come al sud, si formano file nonostante i 100 mila volontari ma non c’è il caos temuto alla vigilia. Bersani è tra i primi ad andare a votare, accompagnato da moglie e figlie. Un po’ di emozione gli fa scordare di ritirare il certificato ma non di commentare l’alto afflusso: “Oggi è una festa, la contesa è finita”. Le stesse parole di soddisfazione arrivano dal principale sfidante Matteo Renzi, che ha deciso di sciogliere la tensione dell’attesa partecipando alla maratona di Firenze e rimandando al pomeriggio il momento del voto, che gli costerà una fila di oltre due ore e mezzo. Nichi Vendola, come Bersani, attendono l’esito in famiglia. I seggi restano aperti oltre l’orario di chiusura e al comitato per le primarie, una sorta di Viminale per l’occasione, sale la tensione.

La scelta di Susanna Camusso di rompere il voto del silenzio e di dichiarare il suo voto per Bersani manda su tutte le furie Matteo Renzi, accusato di essere “un problema” in caso di vittoria.