Processo Ruby bis: Mora, e’ vero c’e’ stato abuso di potere e degrado

LELE MORA, NON SENTO BERLUSCONI DAL GENNAIO 2011Il caso Ruby e quello che e’ successo attorno alle serate ad Arcore di Silvio Berlusconi e’ stato un caso di ”dismisura, abuso di potere, degrado, tre parole che ho letto sui giornali e che condivido”. Lo ha detto Lele Mora, rendendo dichiarazioni spontanee al processo ‘Ruby bis’ e facendo dunque una sorta di ‘mea culpa’. ”Io ne sono stato passivo concorrente”, ha aggiunto l’ex talent scout.
”E’ vero ho partecipato alle feste di Silvio Berlusconi ad Arcore, e’ vero ho accompagnato alle cene alcune ragazze, ma non ho mai voluto condizionarle, non ho mai giudicato i loro comportamenti e non ho mai orientato le loro condotte con costrizione”. Mora ha anche voluto sottolineare che rispetta e non contesta ”l’attivita’ di indagine della procura”.

Nelle sue dichiarazioni spontanee al processo, Lele Mora, parlando del caso Ruby come di una vicenda di “abuso di potere, dismisura e degrado”, ha fatto riferimento implicito alle tre parole spesso utilizzate nei suoi articoli dal giornalista di ‘Repubblica’ Giuseppe D’Avanzo, morto nel luglio del 2011, e che tanto aveva scritto in relazione ai presunti festini ‘a luci rosse’ ad Arcore e alle pressioni di Silvio Berlusconi sui funzionari della Questura di Milano.

Martedì scorso, il giorno dopo la sentenza sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, condannato a 7 anni, il direttore di ‘Repubblica’, Ezio Mauro, aveva riportato in un editoriale alcuni passaggi degli articoli di D’Avanzo, in cui il cronista parlava appunto di “abuso di potere” e “dismisura” da parte del Cavaliere. “Con l’intervento a favore di Ruby – scriveva D’Avanzo – quel potere che sempre privatizza la funzione pubblica muove un altro passo verso un catastrofico degrado rendendo pubblica finanche la sfera privatissima dell’Eletto”. “Senta signor Stalin, lei di che giornale è?”, aveva detto Berlusconi a D’Avanzo in una pausa dell’udienza dell’aprile 2011 del processo Mediaset, quando il cronista gli aveva chiesto perché non avesse reso dichiarazioni ai giudici invece che alla stampa. Un passaggio quello sull’abuso di potere, il degrado e la dismisura che Mora ha pronunciato ‘a braccio’, davanti ai giudici, facendo appunto riferimento ad articoli letti sulla stampa dopo la sentenza. Passaggio che, però, non è riportato nella nota scritta delle sue dichiarazioni. Nelle dichiarazioni scritte, tra le altre cose, l’ex talent scout ammette di aver “accompagnato a dette cene delle ragazze” e aggiunge: “So che l’ignoranza della legge penale non perdona, ma voglio dire che che non ho mai voluto né percepito di poter condizionare la volontà di queste ragazze, né credo di averlo fatto”. E “non ho mai giudicato i loro comportamenti – scrive – forse qui sbagliando, ma non ho mai inquadrato le loro condotte come prostituzione”.

Mora ha anche chiesto ”scusa” ai giornalisti, e in particolare al conduttore di ‘Piazza Pulita’ Corrado Formigli. ”Mi vergogno – ha spiegato – di tante polemiche che ho fatto in passato contro i giornalisti e i comunisti e voglio chiedere scusa senza se e senza ma”. L’ex manager dei vip ha detto di voler ”uscire da questa bufera infernale che mi ha tolto la luce”.

“Ad Arcore non c’è stato niente di male, quando in aula ho parlato di ‘degrado’ ho detto quello che ha riportato un giornale”. Così Lele Mora, parlando con i cronisti in una pausa dell’udienza del processo ‘Ruby 2’, ha fatto una sorta di ‘retromarcia’ rispetto alle sue dichiarazioni spontanee davanti ai giudici “la prostituzione ad Arcore non c’é mai stata”, ha spiegato ai giornalisti l’ex talent scout.