Procura Napoli ad Alfano: ‘Su intercettazioni decidono i giudici’

ROMA – Ammette che leggerle puo’ anche ”essere divertente” ma quelle intercettazioni agli atti dell’inchiesta P4 finite su tutti i giornali ”non sono penalmente rilevanti” e, soprattutto, ”non sono gratis”. Il ministro della Giustizia e segretario in pectore del Pdl parla alla tavola rotonda organizzata da Confindustria ma le sue dichiarazioni, proprio mentre nella maggioranza si ipotizza un’ennesima stretta per via legislativa, innescano uno scontro con la procura di Napoli che mal digerisce il ”penalmente irrilevante” con cui il ministro liquida la mole di ascolti captati dagli inquirenti tra politici, imprenditori e un sottobosco di faccendieri. Ma in serata il ministro insiste, lamentando che quelle intercettazioni sono state usate senza alcuna prudenza. ”Quando i pm di Napoli affermano che e’ l’autorita’ giudiziaria a dover valutare la rilevanza di un’intercettazione dicono un’ovvieta’ ma dimenticano che proprio un giudice di Napoli, su una loro richiesta, le ha dichiarate nei confronti di un parlamentare tanto illegittime da non citarle neanche nella sua ordinanza”. Henry John Woodcock, il pm titolare dell’inchiesta assieme a Francesco Curcio, non replica ma si limita a far osservare che ”parlano gli atti processuali, che sono stati gia’ esaminati da un giudice e saranno esaminati da altri giudici”. A scendere in campo a difesa dell’inchiesta e’ poi il procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore: ”La rilevanza o meno delle intercettazioni va valutata dal magistrato requirente e dal giudice giudicante, cosa regolarmente avvenuta”. ”Eravamo obbligati a depositare le intercettazioni – spiega – per metterle a disposizione della difesa”. Ma Alfano lamenta anche l’alto costo delle intercettazioni che, seppure diminuito di un terzo dal 2008 ad oggi ”grazie alla strategia del fiato sul collo” da parte del governo sulle ditte che operano nel settore, hanno portato il ministero della Giustizia ad accumulare un debito di circa un miliardo di euro nei confronti delle aziende e degli operatori telefonici. ”E’ chiaro – ribatte a distanza Lepore – che le intercettazioni hanno un costo, nulla è gratis. Se il governo pensa che gravino troppo sul bilancio, le vieti”. Il procuratore si dice ”certo che il ministro Alfano, persona intelligente e preparata, voleva solo rivolgere un invito a limitare le intercettazioni per la crisi economica, ma la crisi non può bloccare il lavoro dei magistrati”. Nel corso della tavola rotonda sulle spese di giustizia organizzata da Confindustria,Alfano parla di ”servizi giusti, perche’ le intercettazioni si devono fare” tenendo pero’ conto che ”non sono gratis”. Poi specifica come il deposito alla difesa deve riguardare solo le intercettazioni rilevanti mentre le altre vanno distrutte.”Conoscere i particolari della vita privata di alcuni degli intercettati – aggiunge – ma ne’indagati ne’coinvolti nell’indagine solo per caso ascoltati doveva imporre ben altra prudenza”.