Rami Malek (Freddie Mercury) migliore attore Oscar 2019

Oscar 2019 a Los Angeles, al Dolby Theatre. Peter Farrelly con la commedia “Green Book” e migliore attore Malek-Freddie Mercury, migliore attrice la regina della “Favorita” Olivia Colman (e grande delusione per Glenn Close). Tre Oscar a Cuaron per “Roma” film straniero, oltre che la regia e fotografia. Lady Gaga vince per la migliore canzone.  la butta in politica: “Il nostro Paese è stato fatto dai sacrifici degli schiavi e dei nativi americani. Le elezioni sono alle porte, facciamo la cosa giusta: votiamo per l’amore e non per l’odio”. Ma cominciamo dal primo Oscar… che va all’attrice non protagonista Regina King, “Se la strada potesse. parlare”, quindi nulla per “La Favorita” con Emma Stone e Rachel Weisz. Oscar per il miglior documentario a “Free Solo”. L’Oscar alla King era scontato. Il film di Barry Jenkins, ambientato ad Harlem negli anni Settanta, è tratto da uno dei più famosi e amati libri di James Baldwin, romanzo sul razzismo, scritto dopo l’uccisione di Martin Luther King e Malcolm X. Al trucco, la statuetta va al veterano Greg Cannom (in carriera già 4 volte compresa quella per “Mrs Doubtfire”) creatore della trasformazione in Dick Cheney di Christian Bale in “Vice”. Oscar ai costumi e alla scenografia per “Black Panther”. Il primo Oscar a “Roma” è quello per la fotografia, firmata dal regista Alfonso Cuaron. A Emilia Clarke, la regina Daeneris del Trono di spade, il compito di introdurre la prima pausa musicale, e subito dopo “Bohemian Rhapsody” guadagna in scioltezza l’Oscar al miglior montaggio musicale, così come quello per il miglior montaggio sonoro. Notevole anche il terzo Oscar di “Bohemian”, quello del montaggio. Ancora “Roma” come miglior film straniero. Migliore attore non protagonista è Mahershala Ali, per “Greeen Book”. Ali, il pianista Don Shirley on the road affiancato da Viggo Mortensen, è al secondo Oscar da non protagonista, dopo quello già vinto con “Moonlight”. L’Oscar al miglior film d’animazione è per “Spider-Man: un nuovo universo”, cui ha collaborato una italiana che si chiama Sara Pichelli. La statuetta per gli effetti speciali va “Il primo uomo”, la storia di Neil Armstrong raccontata da Damien Chazelle, ma il vero effetto speciale della serata è il duetto che segue: Bradley Cooper e Lady Gaga salgono sul palco. Gaga al pianoforte accompagna e duetta con Bradley “Shallow”. Il secondo Oscar a “Green Book” è quello guadagnato per la migliore sceneggiatura originale, firmata Peter Farrelly, l’ex regista di film tipo “Tutti pazzi per Mary”. Ma è l’Oscar alla sceneggiatura non originale, consegnato dall’amico Samuel Jackson, quello che infiamma la serata: a vincerlo è Spike Lee, “Blackkklansman”. Anche per Lady Gaga arriva l’Oscar (piange e ringrazia), per aver scritto la migliore canzone “Shallow”. Subito dopo sul palco arriva Barbra Streisand. Presenta uno dei più potenti e politici film in corsa tra i migliori, quello appunto firmato da Spike Lee, già vincitore di un Oscar alla carriera nel 2016. Poi arriva il momento del migliore attore, ovvero Rami MalekFreddie Mercury… standing ovation. “Ringrazio mia mamma, e mio padre che mi guarda da lassù. Ringrazio i Queen per essere stato una parte piccolissima di voi. So che io non ero la prima scelta.. Noi abbiamo voluto raccontare la storia di un bambino in cerca di un’identità, di un uomo gay, immigrato, che ha vissuto la sua vita essendo semplicemente se stesso. Anch’io sono figlio di immigrati egiziani. Vi ringrazio, e ringrazio la mia Lucy, sei il mio cuore”. Per la migliore attrice: batte la favoritissima Glenn Close, la Regina Anna di Gran Bretagna Olivia Colman, straordinaria monarca disturbata e straziata dal peso del potere e dalla mancanza d’amore della “Favorita” di Lanthimos. Olivia non sa quasi cosa dire: manda un bacio a Lady Gaga, sorride, si scusa con Glenn che resta a mani vuote, alla settima nomination. E’ Guillermo Del Toro a premiare il migliore regista, e la “famiglia” latinoamericana si ritrova ancora una volta insieme ai vertici dell’Academy: il migliore regista è Alfonso Cuaron, che nel discorso di ringraziamento non manca di citare Netflix ma soprattutto parla in questo modo: “Una storia che racconta di una ragazza india, di un’ultima nella catena sociale. Parla di chi non è mai guardato. Il nostro compito è spostare lo sguardo altrove. Grazie Messico”. “Green Book”, di Peter Farrelly il miglior film. Lo stesso dedica la vittoria a Spielberg e all’amica Carrie Fisher.