Il Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl di riforma dei reati agroalimentari. Tra le principali novità, l’introduzione del reato di “agropirateria”, il concetto di tutela del patrimonio agroalimentare e la definizione dei comportamenti a rischio non solo nella fase del commercio ma anche a partire dalle condizioni di allevamento degli animali o anche nell’uso di prodotti chimici in campo.
Il ddl riorganizzando la normativa in materia ha un duplice scopo e cioè di tutelare la salute e l’ordine economico.
Come detto una delle principali novità consiste nell’introduzione del reato di agropirateria che consiste in una sorta di associazione a delinquere di stampo “agrimafioso”.
Importanza riveste anche la redifinizione del reato di frode ampliato anche a fasi precedenti il commercio, infatti saranno punite ad esempio le indicazioni ingannevoli come nel caso di falso biologico e falsa indicazione di origine.
La notizia del ddl di riorganizzazione del settore agroalimentare è stata accolta con favore dalla Coldiretti.
“Siamo il cuore dell’agroalimentare di qualità e non possiamo che esprimere soddisfazione – commenta Coldiretti Siena – . Con il volume d’affari annuale del business delle agromafie che è salito a 24,5 miliardi in Italia è importante la riforma dei reati in materia agroalimentare per aggiornare le norme attuali, risalenti anche agli inizi del 1900, dalla lotta all’agropirateria e al falso made in Italy all’introduzione del reato di disastro sanitario fino alla possibilità di assegnare in beneficenza, alimenti e bevande confiscati che, seppure non commerciabili, siano utilizzabili e non dannosi per la salute”.