Renzi: ‘Ok Letta ma piccoli passi non bastano’

CUPERLO 'AVVERTE' RENZI, SI CORRE SOLO PER LA SEGRETERIA‘La sfida più grande sarebbe certamente la posizione di premier e per questo diventa importante il partito. Chi vince le primarie aperte dovrebbe essere il candidato a guidare il Governo. Certo, non vorrei diventare capo del Pd per cambiare il partito, ma per cambiare l’Italia’. Lo ha detto Matteo Renzi in un’intervista a Faz. “Enrico Letta è un amico, solido, abile, competente ed è un grande europeista”- ha aggiunto dicendosi però convinto che per la grande coalizione con cui governa, “tutto quello che fa è pragmatico e non rivoluzionario. E nella nostra situazione piccoli passi non bastano”.
Quando il problema del deficit sarà superato, l’Italia avrà in Europa “un ruolo più forte della Francia, dove la crisi ancora peggiorerà”, ha detto spiegato Matteo Renzi. “Finora la Germania per noi è ancora un modello, ma presto si andrà avanti insieme” continua Renzi convinto che l’Italia debba sistemare il debito “non perché lo chiede la Signora Merkel” ma “perché obbligati a farlo di fronte agli italiani del futuro”.

CUPERLO, NON USARE PARTITO COME TRAMPOLINO PER INCARICHI – “Il congresso che faremo non dovrebbe solo regolare il traffico all’interno del partito o creare una leadership solitaria. Dobbiamo essere più ambiziosi, rimettere in moto un popolo e una speranza. Ma per questo serve investire sul Pd. Non usarlo come trampolino per altri incarichi o la corvé da fare per diventare sindaco, parlamentare o premier. Chiunque si candiderà a guidare questa fase, dovrà candidarsi a fare questo mestiere”. Lo ha detto il candidato alla guida del Pd Gianni Cuperlo, a Bologna, parlando durante un incontro promosso dal Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. Parlando poi a margine con i giornalisti, Cuperlo ha spiegato di ritenere “giusto separare la carica di segretario da quella, di candidato premier nel senso di un automatismo che finora c’é stato e che già Bersani aveva tolto. Oltretutto noi oggi esprimiamo il presidente del Consiglio, Enrico Letta è stato vicesegretario del Pd. L’idea che si inizi a fare una cosa impegnativa come questa, pensando che la si farà per un breve arco di tempo perché poi c’é qualcosa di più impegnativo da fare, non funziona”. Non un appello a Prodi. Ma un appello al Pd perché faccia quelle scelte, che lo convincano ad avere fiducia nei democratici. E’ la posizione del candidato alla segreteria del Partito democratico Gianni Cuperlo, che da Bologna ha parlato dell”allontanamentò del professore dagli orizzonti del partito. “Romano Prodi – ha detto Cuperlo – non solo è il fondatore, uno dei fondatori di questo progetto. Ma è la personalità che in qualche modo incarna le pagine più belle dell’esperienza del centrosinistra e del Pd per una parte della sua esistenza in questi anni. Quindi non c’é da fare nessun appello al presidente Prodi, io faccio un appello a noi stessi: che noi possiamo trovare le energie e la forza, la coerenza e la convinzione per compiere quelle scelte che convincano il presidente Prodi e tanti altri, come lui, ma soprattutto lui che c’é ancora lo spazio per avere fiducia in questo progetto”.

FASSINA, REGOLE? BASTA VITTIMISMI – “Credo non se ne possa più di parlare di regole, non dobbiamo fare un congresso di azzeccagarbugli, basta vittimismi”. Lo ha detto il sottosegretario all’Economia Stefano Fassina a Prato per un’iniziativa della Cna. “Le regole sono state cambiate per far partecipare alla competizione anche Renzi – ha proseguito Fassina parlando del Congresso del partito -. Il Pd garantisce la massima apertura: parliamo un po’ dei problemi che abbiamo di fronte. “Le regole, come sempre, garantiranno la massima apertura e consentiranno a tutti quelli che vogliono sostenere il Pd di partecipare”, ha proseguito Fassina che, a chi gli chiede se lui si candiderà risponde sottolineando che Pd, e soprattutto quella parte “in cui mi riconosco di più, deve affrontare prima i nodi politici”. Poi si parlerà di candidati: “ci sono già ottime candidature in campo – prosegue parlando a margine di un’iniziativa della Cna pratese -. Dobbiamo affrontare i nodi politici e capire chi meglio può interpretare e affrontare questa fase. Poi parlare di candidature” Per il viceministro, insomma, il problema non sono le regole, anche perché “il Pd garantisce la massima apertura, e per fortuna non è un partito padronale: ha tante personalità che possono interpretare la fase che è davanti a noi e credo che ora dobbiamo concentrarci sui nodi politici”. Nodi che per Fassina partono “dall’identità del Pd, le sue radici nel mondo del lavoro”.