Ritardo nei trasferimenti ‘Entro domani libera’

Berlusconi scommette sulla Tunisia per fermare quello che ha definito uno “tsunami umano” in arrivo dal Nord Africa: soldi e mezzi in cambio dello stop alle partenze e del via ai rimpatri (fino a 100 al giorno). Ma è scontro tra Regioni e Governo sulle tendopoli per i migranti. Intanto, l’unica attiva, quella di Manduria (Taranto) è nel caos, mentre i lavori per quella di Torino sono stati bloccati.
Proseguono dunque le difficoltà a trovare posto per i 22mila stranieri arrivati arrivati nei primi tre mesi dell’anno, nonostante le continue riunioni al Viminale, a Palazzo Grazioli ed a Palazzo Chigi. E si affaccia la “scorciatoia”: concedere un permesso di soggiorno temporaneo per far defluire i tunisini verso altri Paesi, Francia in testa.

RIMANDATA A LAMPEDUSA OPERAZIONE TRASFERIMENTO – Rimandate a dopo mezzogiorno a Lampedusa le operazioni per verificare la possibilità di trasbordare i migranti sulla nave “La Superba”, in rada davanti a Cala Croce. Le prime operazioni di verifica erano previste per le sette di stamane, ma il vento di maestrale che spira a 16 nodi, con raffiche fino a 28, ha finora bloccato il piano. Le operazioni prevedono che una motovedetta si affianchi alla nave per fare da ponte nei trasferimenti, ma perché questo accada bisogna attendere che il vento cali di intensità. Come messo a punto nella riunione di ieri sera tra i vari corpi delle forze dell’ordine, i migranti, attualmente circa 3.900 nell’isola, dovrebbero essere condotti con motovedette e scialuppe fino a “La Superba”, che può trasportare 2.800 persone, ed essere imbarcati dal portellone sinistro di poppa.
“La Superba” si è spostata da Cala Pisana e adesso è in rada davanti al porto di Lampedusa dove nella tarda mattinata dovrebbero cominciare le prime operazioni di imbarco dei migranti. Il vento sta scemando e attualmente è di circa nove nodi da nord ovest. Se dovesse calare ulteriormente, non è escluso che la nave possa tentare un attracco nel molo di Cala Pisana ed evitare così il trasbordo dei migranti attraverso le scialuppe. Intanto, mentre monta l’attesa tra gli extracomunitari in vista di un trasferimento che finalmente sembra imminente, un aereo della Guardia costiera si è alzato in volo circa un’ora fa per perlustrare il Canale di Sicilia, spingendosi fino a circa 80 miglia a sud dell’isola. Con il miglioramento delle condizioni del mare, infatti, aumentano le probabilità di nuovi sbarchi: l’ultimo registrato a Lampedusa risale all’una di notte di mercoledì scorso.

Appresa la notizia che i trasferimenti da Lampedusa sarebbero stati ancora rimandati di qualche ora per le cattive condizioni del mare, un gruppo di migranti, al porto vecchio dell’isola, si è incamminato in corteo dirigendosi verso il municipio per chiedere spiegazioni al sindaco dell’ennesimo ritardo. Gli extracomunitari sono stati rassicurati dal commissario Corrado Empoli, che è il responsabile dell’ordine pubblico al porto, il quale li ha radunati dicendo loro: “Entro stasera andiamo tutti via, anch’io”. Le parole del poliziotto hanno riportato la calma e adesso i migranti sono seduti a terra sul molo e stanno discutendo tra di loro, ma il tentativo di protesta si è già placato.

MANDURIA, DOPO FUGHE 1.600 IN TENDOPOLI – Sono 1.602, secondo dati non ancora ufficiali, gli immigrati tuttora ospitati nella tendopoli di Manduria dopo gli arrivi e le fughe registrate tra ieri e oggi. Sarebbero dovuti essere 2.300, ma per una serie di circostanze a loro favorevoli – come per esempio un varco nella recinzione per lavori in corso – circa 700 ne hanno approfittato per allontanarsi dal momento che la quasi totalità dei migranti ha l’obiettivo di lasciare l’Italia per raggiungere connazionali e famigliari già stabilitisi da tempo in altri paesi, soprattutto in Francia. Alcune centinaia degli immigrati tuttora nel campo di Manduria sono stati rintracciati e riportati nel centro dalle forze di polizia durante la notte: sono stati trovati soprattutto nelle stazioni ferroviarie di Taranto e di Oria (Brindisi), dove tentavano di prendere treni per il nord Italia, e anche lungo le strade statali e provinciali della zona.

MARTEDI’CONFERENZA REGIONI, POI CABINA REGIA – Il presidente Vasco Errani ha convocato la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per le ore 10 del 5 aprile a Roma, in via Parigi 11. All’ordine del giorno le “determinazioni da assumere a seguito della riunione della Cabina di regia nazionale sull’emergenza umanitaria – Immigrazione dai Paesi del Nord Africa, che si è svolta ieri. Il ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto “a seguito di quanto concordato nella riunione politica” di ieri mattina ha poi convocato – come già anticipato ieri – un ulteriore incontro sempre per martedì 5 aprile alle ore 12,30 che si svolgerà presso la sala Verde di Palazzo Chigi.

IN TENDOPOLI PALAZZO 483 PERSONE, CLIMA SERENO – E’ trascorsa in un clima sereno la parte finale della notte nella tendopoli di Palazzo San Gervasio (Potenza), dove, in tre gruppi divisi, dalle ore 1 alle 3, sono arrivate 483 persone, la quasi totalità giovani tunisini. Dopo l’arrivo, avvenuto con dieci pullman, agli immigrati è stata consegnata una cena a sacco e poi sono stati indirizzati nelle tende. Da qualche minuto, alcuni di loro si sono svegliati, sono usciti dalle tende e hanno chiesto sigarette. Il campo – che è sotto la gestione della Croce Rossa e che è stato predisposto per ospitare 512 persone – è presidiato dalle forze dell’ordine, ma finora non si sono registrati momenti di tensione. Secondo quanto si è appreso, stamani dovrebbero cominciare le operazioni di identificazione degli immigrati che ieri erano arrivati a Taranto da Lampedusa a bordo della nave “Catania”, rimasta nel porto pugliese diverse ore prima che le persone presenti fossero fatte sbarcare e divise nei pullman, dieci dei quali sono partiti per Palazzo San Gervasio.

IN CAMPO IL COLLE. PREMIER,UE COLLABORI
di Lara Sirignano
Nei giorni scorsi ha più volte parlato del ruolo dell’Europa nella gestione dell’emergenza immigrazione, sollecitando gli Stati membri a superare le “riluttanze” e a scegliere una politica unitaria per far fronte a quello che non può essere considerato come un problema solo italiano. Oggi (ieri, ndr), il capo dello Stato Napolitano ha fatto un passo importante garantendo al ministro dell’Interno Maroni, ricevuto al Quirinale per un aggiornamento sulle iniziative del Governo, l’impegno ad appoggiare in sede europea le richieste dell’Italia. Un coinvolgimento, quello dell’Ue, evocato da maggioranza, premier in testa, ed opposizione, che sembra farsi più concreto.

In serata una telefonata tra Silvio Berlusconi e il presidente della Commissione Ue, José Manuel Durao Barroso, pare rassicurare l’Esecutivo. “L’emergenza immigrazione è un problema che riguarda tutta l’Europa e, come tale, deve essere affrontato e risolto a livello europeo”, avrebbero concordato il capo del Governo e Barroso. Ma se il premier può portare a casa l’impegno di Bruxelles a una condivisione dell’emergenza, sul fronte della politica interna deve fare i conti con un’opposizione sempre più critica e con i dubbi del ministro Maroni pressato dalla base del Carroccio. La Lega non perde occasione per ribadire che i clandestini vanno rimpatriati. E’ tornato a ripeterlo il governatore del Veneto Luca Zaia. “Resta ferma l’idea – ha ribadito – che l’unica destinazione degli immigrati tunisini sia il loro Paese. Cosa questa che il Governo, in maniera molto intelligente, sta già cercando di praticare con le autorità tunisine”. Maroni e Berlusconi ostentano in pubblico sicurezza e lasciano intravvedere il traguardo dei 100 rimpatri al giorno. Una soluzione ottimale su cui il capo del Governo, in realtà, avrebbe qualche dubbio. E ciò anche per la difficoltà di trovare un interlocutore istituzionale stabile in Tunisia, paese ancora in preda a fibrillazioni. Berlusconi è tornato a definire gli esodi dai Paesi nord-africani uno “Tsunami umano” di cui dovrebbero farsi carico tutte le regioni. Da qui il gelo della Lega, riluttante a spingere per questa strada. Molto certo dipenderà da come andrà l’incontro di lunedì tra Berlusconi e le autorità tunisine. Un appuntamento che sta a cuore anche al Pd che, nel suo “contropiano” sull’immigrazione, auspica, appunto, un accordo con il Paese nordafricano che preveda in particolare “uno stop agli arrivi, oltre che una gestione programmata dei rientri”.