‘Rossella Urru e’ libera’, ma mancano conferme

(di Rossella Benevenia) Giornata di angoscia e speranza per i familiari di Rossella Urru, la cooperante sarda di 30 anni sequestrata lo scorso 23 ottobre in un campo profughi dell’Algeria sud-occidentale

Ginsieme a due colleghi spagnoli, un uomo e una donna. Il tam tam che annunciava la sua liberazione é partito poco dopo mezzogiorno, rilanciato prima da fonti sempre anonime di Paesi africani (un giornale senegalese, un sito mauritano), poi anche dalla questura di Oristano e da familiari a Samugheo, paese d’origine della giovane. Ma mentre le fonti africane fornivano un numero sempre maggiore di dettagli, non arrivavano conferme ufficiali e, due ore dopo la prima notizia, i clacson delle auto hanno smesso di suonare a festa a Samugheo. Poi, al telefono, i genitori hanno detto di non aver avuto alcuna conferma della liberazione dall’Unità di crisi della Farnesina. E un po’ più tardi uno zio della giovane ha spiegato: “Stamattina pensavamo di poter festeggiare … Invece non abbiamo nessuna conferma … non sappiamo ancora assolutamente nulla”.

A chiudere ogni speculazione, almeno per oggi, l’inviato speciale per le emergenze del ministero degli Esteri, Margherita Boniver. “Fino a quando la notizia della liberazione di Rossella Urru – ha detto – non sarà verificata, e le verifiche sono in corso, essa va considerata come non veritiera”. Nel frattempo siti di media africani continuavano comunque a fornire dettagli: la Urru – dicevano – è stata liberata in cambio della scarcerazione di un militante tuareg dell’organizzazione Aqmi (‘al Qaida nel Maghreb islamicò), l’ala nordafricana delle rete terroristica, ed è in viaggio verso Bamako, capitale del Mali.

Con lei – aggiungevano – è stato rilasciato anche un gendarme mauritano sequestrato un paio di mesi dopo Rossella Urru, il 20 dicembre, vicino al confine con il Mali. Nulla sui due spagnoli, un uomo e una donna, che erano stati catturati con lei nel campo profughi saharawi di Rabuni il 23 ottobre e che con lei erano ripresi nel video di rivendicazione reso pubblico il 12 dicembre 2011 da un gruppo dissidente di Aqmi, il ‘Movimento Unicita’ e Guerra Santa nell’Africa Occidentalé, proprio a dimostrazione del fatto che i tre cooperanti erano nelle loro mani. In serata però l’attenzione dei media si è spostata proprio sui due spagnoli, Ainhoa Fernandez de Rincon e Enric Gonyalons: secondo fonti maliane è arrivato a Bamako il ministro degli esteri spagnolo José Manuel Garcia-Margallo.

A Madrid bocche cucite ma le fonti anonime del Paese africano garantiscono che il ministro “é venuto per occuparsi della sorte dei suoi due compatrioti”. Le stesse fonti avevano poco prima riferito all’agenzia di stampa France Presse che per i tre rapiti i sequestratori avevano chiesto un riscatto di 30 milioni di euro, 10 a testa. Quando non si sa. A chi non è precisato. A fine giornata la situazione di Rossella Urru resta un’incognita. I familiari ribadiscono delusione e speranza; negli uffici stampa dei politici è calato il silenzio; sul Twitt di gioia di Fiorello (hip, hip, Urrù) resta il buio di una nuova attesa.