Scomparsa da 2 giorni, donna trovata sgozzata

TERAMO – E’ stato portato nella notte all’obitorio dell’ospedale di Teramo il corpo di Carmela Rea, detta Melania, 29 anni – originaria del Napoletano, ma residente a Folignano (Ascoli Piceno) – scomparsa il 18 aprile da Ascoli Piceno e trovata morta ieri in una zona boscosa di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo). Per il momento le indagini vengono svolte dagli inquirenti teramani, in attesa che si riesca a chiarire se Carmela sia stata uccisa nel luogo in cui è stato trovato il corpo oppure altrove e poi trasportata in Abruzzo. In quest’ultimo caso la competenza territoriale è della Procura di Ascoli Piceno. Importante, anche a questo fine, sarà l’esito dell’autopsia che – secondo quanto si è appreso – sarà affidata oggi dal sostituto procuratore di Teramo Greta Aloisi. Dall’esame si attendono elementi per stabilire la data e le cause della morte. Non si esclude che l’esame autoptico possa essere eseguito oggi stesso, al più tardi domani. L’incarico dovrebbe essere affidato – secondo indiscrezioni – ad un anatomopatolo marchigiano. La vittima ha la gola squarciata, lividi e segni di percosse sul resto del corpo, una svastica incisa sul collo e due siringhe conficcate: una al collo, l’altra al pube. Non ci sarebbero segni di violenza sessuale.

Il cadavere è stato trovato dopo una telefonata anonima al 113 di Teramo, in un’area pic nic ad alcune centinaia di metri da un bivio della strada provinciale 53. Tutta l’area è stata delimitata dagli investigatori, impedendone l’accesso. Le indagini sono condotte dal Comando operativo dei carabinieri di Teramo ai quali i loro colleghi ascolani – che collaborano fattivamente – hanno inviato copie della documentazione riguardante la scomparsa della giovane donna, avvenuta alle 15 di lunedì scorso. Carmela stava facendo una scampagnata sul pianoro di Colle San Marco, vicino ad Ascoli, assieme al marito – Salvatore Perolisi, caporalmaggiore dell’esercito in servizio presso il 235/o Reggimento Piceno – e alla loro bambina di 18 mesi. Alle 15 si era allontanata dicendo che doveva andare in bagno, ma non é arrivata a un chiosco lì vicino. Dopo una ventina di minuti, il marito, non vedendola tornare aveva dato l’allarme ed erano cominciate le ricerche. Secondo i familiari, la vita di Carmela-Melania non aveva ombre. Da due anni aveva raggiunto il marito, anch’egli campano, a Folignano. Sembra che il sottufficiale dovesse trasferirsi tra pochi mesi nel Lazio.

ATTESO ARRIVO DEI RIS SU LUOGO RITROVAMENTO – Sul luogo del ritrovamento del corpo di Carmela ‘Melania’ Rea è atteso per oggi l’arrivo dei carabinieri del Ris per una serie di rilievi che si annunciano abbastanza complessi. L’area è boscosa, vicino alla strada provinciale 53 che collega la provincia di Teramo a quella di Ascoli, e a una località chiamata Casermette e sulla quale si svolgono esercitazioni militari di tiro. Il luogo del ritrovamento è abbastanza nascosto e poco conosciuto, anche se vi è un’area attrezzata per il picnic. Stamani è prevista una riunione in Procura a Teramo tra il sostituto procuratore Greta Aloisi, che coordina le indagini, e gli investigatori, per fare il punto su quanto emerso in queste ore e stabilire un programma di indagini. I carabinieri stanno vagliando ogni voce o segnalazione nella speranza di poter acquisire elementi. Sono stati ascoltati sommariamente i parenti della vittima, arrivati ieri sera dal Napoletano: il padre Gennaro, che aveva parlato al telefono con la figlia tre ore prima della scomparsa e che l’aveva trovata “serena e felice” per la scampagnata; il fratello Gennaro, che ha effettuato il riconoscimento e che a caldo aveva commentato: “E’ inspiegabile, inspiegabile…”, e la madre Vittoria. Una delle voci riguarda un’auto con alcune persone, vista il pomeriggio del 18 aprile nel punto in cui si sarebbero perse le tracce di Carmela Rea. Un lavoro difficile anche perché con il passare delle ore aumentano le segnalazioni sulle quali occorre comunque lavorare per stabilirne l’attendibilità, dato che, al momento, non sembrano esserci zone grigie nella vita della coppia o in quella della vittima e che i segni, oltre alle ferite mortali, trovati sul suo corpo nudo non

EVERYONE, FORSE MATRICE IN CULTO NAZISMO – “Un atto di spietata barbarie che dovrebbe indirizzare le indagini delle autorità verso gli ambienti neonazisti più fanatici”. E’ il commento di Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, all’uccisione di Carmela Rea, 29 anni, il cui corpo è stato trovato ieri in una zona boscosa di Ripe di Civitella del Tronto (Teramo), con la gola squarciata e una svastica incisa sul collo. “Il crimine – dicono – sembra avere la matrice di un orrido culto della disumanità nazista e non è un caso che il corpo della povera Carmela sia stato trovato il 20 aprile, anniversario della nascita di Adolf Hitler. Da tempo il nostro gruppo, che fa parte dell’organizzazione UNITED, impegnata a livello internazionale contro il riaffiorare del nazifascismo nel mondo, denuncia la crescita esponenziale dei gruppi di nostalgici del periodo delle camicie brune e nere, che predicano antisemitismo, odio per i Rom e i gay, violenza contro gli individui disagiati. Ma i neonazisti fanno del sadismo e della crudeltà un principio di comportamento, in antitesi con la ‘pietas’ che è alla base della civiltà dei diritti umani”. “Il Gruppo EvceryOne, anche a nome di UNITED, chiede al governo italiano di attivare ogni strumento di inchiesta per evitare che le atrocità che hanno condotto alla morte di Carmela Rea restino impunite, come avviene per tante tragedie che colpiscono gli individui più deboli, i cui perpetratori restano spesso a piede libero, pronti a colpire ancora”.