Stop di Bersani a Monti: ‘No ai partiti di uno solo’

ROMA – “Noi siamo stati lealissimi con monti, francamente non avremmo immaginato una contesa. Se è così non abbiamo nessuna difficoltà. L’unica cosa di principio é che non credo che facciano bene all’Italia formazioni politiche create intorno alle persone”. Così Pier Luigi Bersani a Sky tg24.
“Son curioso di sapere che cosa Monti deciderà ma in attesa dico: noi siamo stati lealissimi con Monti, francamente non avremmo immaginato che sarebbe stata una contesa, se è così non c’é nessuna difficoltà o problema. L’unica cosa di principio è che non credo che facciano bene all’Italia formazioni politiche intorno alle persone. Tre anni fa ho detto che non avrei mai messo il mio nome sul simbolo, le formazioni devono avere chiarezza, autonomia, devono essere guidate dalle persone e costruite intorno ai programmi e non alle persone”. Quanto a Monti, il segretario Pd ribadisce che il suo “rigore e competenza sono un punto di non ritorno ma dobbiamo cercare di mettere un po’ di equità è di lavoro, perché il tema sociale è prioritario e fin qui è stato affrontato in modo insufficiente”.

Intanto stamani il premier Mario Monti ha visitato lo stabilimento di Melfi (Potenza) dove è stato accolto dagli applausi degli operai. E’ stato ricevuto dai vertici della Fiat, il presidente John Elkann e l’ad Sergio Marchionne.

“Siamo solo all’inizio delle riforme strutturali. Occorrerà anche per l’Italia migliorare ogni giorno”.”L’azione del governo è solo all’inizio anche se quella di questo governo è terminata”, ha aggiunto alludendo alla necessità di continuare il processo di riforme avviato. “Penso che sarebbe irresponsabile dissipare i tanti sacrifici che gli italiani si sono assunti”, ha aggiunto.

“Oggi, da Melfi, parte un’operazione che non è per i deboli di cuore, ma noi sappiamo che può emergere un’Italia forte di cuore”, ha affermato il presidente del Consiglio. “Mi sembra che l’Italia sappia rimboccarsi le maniche nonostante le difficoltà evidenti e che sappia guardare con ritrovata fiducia” al futuro.

Tredici mesi fa “l’Italia aveva febbre alta e non bastava un’ aspirina” ma una “medicina amara non facile da digerire ma assolutamente necessaria per estirpare la malattia”.