Storia dell’automobile: l’autolavaggio

Tra i servizi offerti al distributore di benzina c’è l’autolavaggio: che si svolga in impianti automatici o con sistemi self-service, è un’operazione che coinvolge abitualmente circa il 20% degli automobilisti. Non è un servizio recente, anzi: il lavaggio era offerto nelle gas stations americane fin dagli anni ’20, quando la pulizia dell’auto era richiesta dai farmer, agricoltori e allevatori che arrivavano al distributore con le loro vetture sporche e ammaccate. Il gestore dell’impianto arrivava con un bloc-notes in mano, quasi fosse il cameriere di un ristorante, e si segnava le varie commesse prima di prendere in consegna l’auto.

Nel 1914, due personaggi di Detroit aprirono la prima attività di autolavaggio, e la chiamarono “Lavanderia automatica”, ma che di automatizzato aveva ben poco.

Le auto venivano spinte a mano all’interno di un tunnel simile ad una catena di montaggio, dove si trovava un operatore che insaponava e spugnava l’auto al suo passaggio e poi la spingeva ad un’altro operatore che la risciacquava e a sua volta spingeva ancora l’auto ad un terzo operatore che l’asciugava.

Viene attribuita ad un uomo di nome Thomas Simpson l’invenzione del primo sistema semi-automatico di autolavaggio. Era il 1946.

Il sistema prevedeva l’utilizzo di un nastro trasportatore che si agganciava al paraurti delle automobili, un irrigatore ad acqua sopraelevato con tre set di spazzole azionate manualmente e un aeratore da 50 HP per aiutare ad asciugare la macchina.

Poi, nel 1951, Archie, Dean ed Eldon Anderson hanno la grande idea di automatizzare completamente il loro autolavaggio. Secondo la storia, il team Anderson ha inventato il primo vero autolavaggio completamente automatico. Le auto trascinate all’interno del tunnel venivano insaponate, spazzolate, risciacquate e asciugate, con l’utilizzo di grandi spazzole, di ugelli per l’acqua e il sapone e grandi ventole per l’aria, il tutto automaticamente.

Come per le pompe di benzina, anche nel campo lavaggio si assisté, negli anni ’50 e ’60, all’introduzione delle prime forme di self-service grazie al gruppo mobile per il lavaggio, un macchinario compatto, semplice da usare e che poteva essere “munito di gettoniera”.

Col tempo il lavaggio divenne sempre più tecnologico e razionale; con l’introduzione delle spazzole, il lavoro divenne sempre meno manuale e più alla portata dell’automobilista, e con l’avvento dei depuratori e dei detergenti ecologici, infine, anche l’impatto ambientale andò via via riducendosi, permettendo a questo servizio di sopravvivere e rimanere popolare ancora oggi.