Emilio Vavarella, un dottorato ad Harvard in Studi Cinematografici e Visivi, intitola “Animal Cinema” l’insieme di alcuni cortometraggi che vedono protagonisti e registi inconsapevoli un polipo, un granchio, un orso, uno scoiattolo, un macaco, un leone, un cane e un’aquila. Il lavoro presentato al Torino Film Festival, nella sezione dedicata ai documentari, è il prodotto di un intenso lavoro di ricerca e raffinazione di ogni singolo fotogramma iniziato da alcuni spezzoni video reperiti su Youtube che immortalano come si manifesti il mondo agli occhi degli animali ai quali è stata data la possibilità di impossessarsi di una videocamera lasciata a loro disposizione incustodita ed accesa. “E’un modo di riconoscere le forme alternative all’ umano. Non ci sono più confini tra forme biologiche e nuovo tecnologie, ma solo un’intensità di queste immagini che varia” spiega l’artista. Il risultato, agli occhi dello spettatore, è uno straniamento percettivo che sovverte qualsiasi certezza narrativa ed ogni stereotipo cinematografico finora accostato alle specie animali: non più fiere che parlano, cantano e ballano come nei film targati Disney, ma la loro vita, priva di formalismi o mistificazioni, ripresa da una videocamera nascosta tra le chele o le zampe.
AUTORE M.M. C.I. AV1539290