Unicredit: partono gli esuberi

Alla fine dello scorso anno Unicredit aveva preannunciato un piano di esuberi per l’Italia e puntualmente in questi giorni con una lettera ai Sindacati si è dato il via alla procedura con l’ufficializzazione di circa 6 mila esuberi e la chiusura di di 450 sportelli.

La motivazione? L’attività dei clienti allo sportello si è più che dimezzata in pochi anni, il numero delle operazioni effettuate in filiale è calato del 55% mentre è «costante» l’aumento di clienti che fanno uso esclusivo di canali internet o telefonici e per questo la banca punta sempre più a digitalizzare processi e servizi. Solo per fare un esempio, secondo i dati forniti da Unicredit, ci sono state 20,3 milioni di operazioni in meno dai 36,8 milioni del 2016, con oltre 300 milioni di transazioni registrate in media solo negli ultimi dodici mesi sui canali «evoluti», ovvero web e via smartphone.

Quanto ai tempi del confronto, nella lettera ai sindacati Unicredit spiega che intende cercare “in ogni caso entro e non oltre il limite del primo trimestre 2020 attraverso il confronto sindacale soluzioni condivise idonee ad attenuare per quanto possibile le ricadute sociali del nuovo piano” sui lavoratori.

Immediata la risposta dei sindacati. In merito al numero degli esuberi, il leader della Fabi — il principale sindacato dei bancari — Lando Maria Sileoni ritiene la cifra inaccettabile. Che rilancia: ogni due esuberi vogliamo «almeno un’assunzione» e uscite solo concordate. Di numero «spropositato» parla anche il segretario generale della Fisac-Cgil, Giuliano Calcagni.

Il confronto fra sindacati e Unicredit sugli esuberi in Italia dovrebbe partire venerdì prossimo, il 14 febbraio.