Il 58° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, presentato dal Censis il 6 dicembre 2024, offre un quadro allarmante dell’ignoranza diffusa in Italia. Secondo il rapporto, il 50% degli italiani non sa collocare temporalmente la rivoluzione francese, circa il 30% ignora l’anno dell’Unità d’Italia e l’entrata in vigore della costituzione, mentre il 42% non conosce la data dello sbarco dell’uomo sulla luna. Inoltre, il 13% non ha chiaro cosa sia stata la guerra fredda.
Questi dati evidenziano una crescente diffusione dell’analfabetismo funzionale, che colpisce il 27,7% della popolazione italiana tra i 16 e i 65 anni, posizionando l’Italia tra i peggiori paesi europei in questo ambito.
Il fenomeno è aggravato dall’infodemia, ovvero l’eccesso di informazioni spesso non verificate provenienti dai social media, che contribuisce a confondere le idee anziché chiarirle.
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Interessante quanto descritto dal giornalista Antonio Polito, il quale osserva che l’ignoranza è diventata uno “status” esibito in televisione e sui social media, alimentando l’odio nel dibattito pubblico e la demagogia in quello politico. Questa tendenza è esacerbata da una polemica contro gli intellettuali e le élite, storicamente parte integrante della nazione.
Il rapporto del Censis sottolinea anche il declino del reddito disponibile pro capite, diminuito del 7% negli ultimi 20 anni, indicando una “sindrome italiana” di stagnazione. Polito conclude che è necessario uno scatto di volontà e coesione nazionale, promosso da una leadership adeguata.
L’ Arcivescovo di Milano nel suo discorso di Sant’Ambrogio, ha evidenziato una diffusa stanchezza nella popolazione, dovuta a lavori insufficienti per vivere dignitosamente, orari e spostamenti esasperanti, incidenti sul lavoro e difficoltà dei giovani nel trovare occupazione. Lo stesso attribuisce queste problematiche a una gestione miope della cosa pubblica, a servizi che costringono a ricorrere al privato e a un’amministrazione che non valorizza le risorse della società civile. Critica inoltre una cronaca che ingigantisce il male e ignora il bene, e i social media che veicolano narcisismo, volgarità e odio.
In sintesi, il rapporto del Censis e i vari interventi dipingono un quadro preoccupante dell’Italia contemporanea, caratterizzato da ignoranza diffusa, declino economico e una società stanca e disillusa. È urgente un intervento deciso per invertire queste tendenze e promuovere una rinascita culturale e sociale del Paese.