Yara, Inquirenti: pista rituale non prevalente ‘volonta’ omicidiaria e’ poco chiara’

BREMBATE – La pista rituale nella morte di Yara Gambirasio, da alcuni media gia’ definita ”satanica”, non e’ tra le prevalenti. Lo hanno precisato all’ANSA gli inquirenti. ”Come ho gia’ detto e’ una delle tante ipotesi che seguiamo – ha detto il sostituto procuratore che coordina le indagini, Letizia Ruggeri – ma non e’ tra quelle prevalenti su cui si stanno concentrando gli investigatori”. Quanto al cadavere, e al fatto che avesse subito una forte emorragia o meno, il pm ha precisato che ”il corpo ha perso poco sangue per le ferite…e comunque non risultava privo di sangue”. Yara, quindi, non e’ morta dissanguata. E sui tagli sulla schiena, il magistrato ha confermato che in effetti ”e’ strano”, ma che non e’ possibile, al momento, parlare di simbolo, confermando solo che ci sono due lesioni parallele, e due altre che si incrociano: ”Ho visto la ricostruzione fatta da alcuni media su un ipotetico disegno – ha aggiunto la pm – ma non mi sembra proprio che sia quello che si vede sul cadavere”.
INQUIRENTI, VOLONTA’ OMICIDIARIA E’ POCO CHIARA Nel caso dell’uccisione di Yara Gambirasio mancano al momento non solo una chiara ”causa di morte” ma anche una definita ”volonta’ omicidiaria dell’ offender”. Lo ha detto all’ANSA il sostituto procuratore dell’inchiesta, Letizia Ruggeri. Sarebbe proprio per questo motivo, oltre che per il fatto che ”riguarda l’uccisione di una bambina” che l’altro giorno il pm, rispondendo ai giornalisti, aveva parlato di ”faccenda inquietante”. Ma soprattutto, a rendere il caso diverso da tanti altri, sarebbe ”la mancanza di un quadro chiaro, dovuto a delle lesivita”’ che concorrono ma al momento ”non indicano la causa della morte” e a una ”chiara volonta’ omicidiaria”. Non si capisce, infatti, se ”l’offender ha colpito Yara per ucciderla, se la morte era voluta, non era voluta…” e, nelle modalita’ con cui sono state fatte le lesioni ”…con che logica sono state fatte, se per tramortire, ferire o uccidere”. Dubbi, questi, che rendono il caso ancora piu’ complesso.

FUNERALI IN PALESTRA, DATA ANCORA INCERTA – Dovrebbero tenersi nel centro polisportivo di Brembate Sopra (Bergamo) i funerali di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa dalla cittadina il 26 novembre scorso e i cui resti sono stati trovati tre mesi dopo in un campo di un paese vicino. La data delle esequie, pero’, e’ ancora incerta. Dopo un incontro avvenuto ieri, tra il sindaco di Brembate e la famiglia, dove si e’ parlato di come organizzare le esequie nel rispetto dei desideri della famiglia, dopo aver sentito il parroco, che dovrebbe officiare la Messa insieme al vescovo di Bergamo, pare che la scelta sia caduta sul moderno centro sportivo di Brembate. Lo stesso luogo dove il 26 novembre Yara scomparve dopo essere uscita dalla palestra. La struttura, pero’, non sarebbe stata scelta per un motivo simbolico, ma in quanto abbastanza grande da ospitare un ampio numero di partecipanti al chiuso, dato che le previsioni meteorologiche prevedono tempo incerto per i prossimi 15 giorni. Le alternative ipotizzate pubblicamente nei giorni scorsi riguardavano il grande cortile della casa di riposo comunale e la piazza antistante il municipio, che pero’ sono all’aperto. Sulla data delle esequie, invece, c’e’ ancora incertezza. Si sperava che il corpo potesse essere restituito ai familiari la prossima settimana, ma al momento non c’e’ alcuna conferma sul particolare, non e’ detto quindi che nei prossimi sette giorni si possano organizzare i funerali.

MISTERO SU CAUSE, NON ESCLUSA VIOLENZA dell’inviato Fabrizio Cassinelli

E’ finalmente nelle mani degli inquirenti, in Procura, a Bergamo, la tanto attesa relazione preliminare sui primi esiti medico legali dell’autopsia sul corpo di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso a Brembate Sopra (Bergamo), e il cui corpo e’ stato poi trovato il 26 febbraio scorso in un campo di un paese vicino. Si tratta di una relazione preliminare, inviata via mail, con molti allegati, tanto attesa ma che, di fatto, poco ha spostato nelle ipotesi degli investigatori che di quella relazione, a parte gli aspetti formali, sapevano gia’ tutto. Anzi, i patologi non hanno potuto sciogliere i nodi piu’ intricati posti dai quesiti investigativi. Ma qualche passo avanti e’ stato comunque fatto.

”I dati acquisiti – ha detto oggi il sostituto procuratore che coordina le indagini, Letizia Ruggeri – non ci permettono di trarre conclusioni certe. Io per il risultato definitivo ho dato 90 giorni alla dottoressa Cristina Cattaneo”. Tanto che nemmeno l’assenza di violenza sessuale sarebbe un dato incontrovertibile. Semplicemente ”potrebbe non essere riuscita”. Ma intanto gli inquirenti hanno escluso il ”soffocamento” come casa di morte, nonostante i segni di strangolamento trovati, e hanno confermato il particolare delle due armi del delitto e l’individuazione di due tracce genetiche, maschile e femminile.

”Se gli esperti ci dicono che c’e’ un profilo maschile e femminile non ho motivo di dubitare”, ha detto aggiungendo che il particolare ”non avrebbe dovuto uscire”. Ma la questione principale, la causa esatta di morte, rimane al momento irrisolta. ”L’epicrisi non e’ ancora nota”, ha detto il magistrato confermando che l’assassino o gli assassini hanno colpito Yara al corpo con ”una lama” e alla testa, ripetutamente ”con un altro oggetto” non ancora individuato che pero’ potrebbe essere compatibile ”con una pietra, con un martello o con il calcio di qualche oggetto”.

Sul soffocamento, invece, gli inquirenti paiono piu’ sicuri: ”Non penso che sia morta per asfissia” ha detto il sostituto lasciando la Procura, dove poco prima c’era stato un vertice con il Vice questore vicario, Francesco Messina, e il Comandante provinciale dei Carabinieri, Colonnello Roberto Tortorella. Le indagini, quindi, vanno avanti in tutte le direzioni in attesa delle comparazioni genetiche, gia’ avviate almeno per quanto riguarda i principali sospettati e in attesa degli esiti delle analisi sui tamponi da parte dei Ris di Parma, che oggi hanno ricevuto anche i vestiti trovati sul corpo. Il magistrato ha risposto anche alle domande su un’eventuale ‘pista rituale’, avanzata da alcuni media, che potrebbe essere indicata dall’interpretazione delle lesioni praticate sul corpo della ragazzina. ”Non lo possiamo escludere – ha detto – anche se i tagli sono di difficile interpretazione”. E alla replica che questo comporterebbe scenari inquietanti ha risposto: ”Tutta la vicenda e’ inquietante”.