PD: Renzi, fedele a ditta ma anche pronto a premiership

Cambiare partito? “No. Sono rimasto nel Pd e con Bersani non solo perché sono leale alla Ditta, ma anche perché penso che per l’Italia sia utile avere due grandi partiti”. Lo dice Matteo Renzi, in una intervista a l’Espresso in cui spiega anche che in caso di nuovo voto “se ci fossero le condizioni, ci starei” a fare il candidato premier. Renzi, annunciando tra l’altro che sta preparando un “Job act”, un «innovativo» piano per il lavoro, da presentare a breve, spiega la sua fedeltà al partito dicendo di ritenere utile “per l’Italia di avere due grandi partiti: non possiamo continuare con l’idea che ognuno si fa il suo partitino”. Assicurando poi di non essere “minimamente interessato a capire cosa farò da grande” in merito ad una sua possibile e futura candidatura alla segreteria dei Democrat, il sindaco spiega di volere “che ora facciamo sentire la nostra voce”. Ma se alla fine – insiste L’Espresso – salta tutto e si va alle elezioni Renzi si candida a premier o no? “Pensavo di sì. Da quando ho letto che anche Fioroni mi appoggerebbe mi è venuto qualche dubbio…”, risponde aggiungendo in un secondo momento che “se ci fossero le condizioni ci starei. Nonostante Fioroni. E senza Fioroni”.

I nomi dei candidati del M5S alla presidenza di Camera e Senato saranno resi noti entro questa sera. Lo ha annunciato in un video-comunicato la capogruppo designata alla Camera Roberta Lombardi. “I nostri candidati saranno persone in totale assenza di conflitti di interesse per il ruolo che ricopriranno”, ha assicurato Roberta Lombardi. L’incontro tra il Movimento 5 Stelle e i ‘pontieri’ del Pd è servito per avviare “una fase d’ascolto”. Lo ha precisato Lombardi. “Siamo qui – ha aggiunto – per avviare i lavori della macchina parlamentare portando le iniziative del M5S dentro le istituzioni”. E il Movimento lo fa, sottolinea Lombardi, “creando un metodo di trasparenza di lavoro per far funzionare il Parlamento”.

“Abbiamo voluto evidenziare che ci aspettiamo che all’interno della ricerca di queste figure si tenga conto del ruolo che i nostri concittadini hanno affidato alle forze politiche. Noi alla Camera siamo prima forza politica e anche al Senato siamo ben messi”. Cosi’ Lombardi nel video postato dopo l’incontro con il Pd sulle presidenze delle Camere. Sono arrivati in 12, nella sede del gruppo del Pd, i deputati del Movimento 5 Stelle che hanno incontrato i tre mediatori democratici per discutere di una collaborazione negli incarichi istituzionali. I 12 parlamentari, guidati dal capogruppo Roberta Lombardi, sono giunti alla spicciolata e si sono poi trasferiti dal gruppo del Pd in un’altra sala, insieme a Luigi Zanda, Rosa Calipari e Davide Zoggia.

“Un incontro positivo in cui si è condiviso l’obiettivo generale e la necessità di mettere in moto il Parlamento. Non servono prevaricazioni, cercheremo insieme la strada”. Luigi Zanda spiega così l’esito dell’incontro con i parlamentari grillini. “No, questo non lo ha chiesto”. Luigi Zanda del Pd risponde così, al termine dell’incontro con M5S, alla domanda se il capogruppo alla Camera Roberta Lombardi abbia rivendicato la presidenza della Camera per il movimento.”Il nostro compito non prevede alcun tipo di trattativa ma una ricognizione. Il nostro obiettivo è esplorare la possibilità di condividere un percorso per l’elezione delle presidenze dei due rami del Parlamento in modo molto trasparente ed aperto”. Luigi Zanda, al termine dell’incontro con M5S, spiega così l’obiettivo dei mediatori del Pd con gli altri partiti.

“Siamo prontissimi a discutere la nostra proposta sulla revisione dei finanziamenti pubblici ma non siamo dell’idea che la politica sia solo dei miliardari. Discutiamo di una nuova logica con piccoli finanziamenti privati ma non basta: serve una norma sulla trasparenza della vita interna dei partiti”. Così Pier Luigi Bersani al Tg2. “Vedere un ex ministro della giustizia e la seconda carica dello Stato andare ad occupare uffici giudiziari è sconvolgente, una cosa senza precedenti. Una ferita gravissima al tessuto costituzionale e democratico”. E sull’incontro tra le delegazioni di Pd e M5S in Senato: “E’ un sentiero stretto ma le altre possibilità non sono autostrade. Ora ciascuno si assuma la sua responsabilità… – dice Bersani – Noi non facciamo trattative ma una proposta per cambiare. Se si vuole cambiare o no, lo si dica davanti al paese”.

Intanto Pier Luigi Bersani spiega il programma sul lavoro del Pd per un governo del cambiamento: via l’80% dell’Imu sulle prime case, un piano straordinario di investimenti per le infrastrutture, restituzione dei crediti della p.a. alle imprese. Bersani sottolinea la necessità di “mettere lo sguardo sulle urgenze del Paese dal lato della moralità pubblica e del lavoro” ed elenca la proposta del Pd sul lavoro. “Primo – elenca Bersani – bisogna dare liquidità alle piccole imprese” e dunque restituire loro i crediti che hanno con la p.a.; poi “intervenire sul lavoro facendo in modo che un’ora di lavoro stabile sia più conveniente si un’ora di lavoro precario; poi bisogna rimettere in moto gli investimenti con un piano straordinario” per le infrastrutture, dalle scuole agli ospedali; e ancora “mettere mano alla fiscalità per farla più equa” con “l’esenzione dell’80% delle prime case dall’Imu. Serve, insomma, “una scossa alla situazione economica”.