70 anni Battisti, un cantante per amico

Lucio Battisti oggi avrebbe compiuto 70 anni. A quasi 15 anni dalla morte (9/9/1998) le sue canzoni restano indelebili nella memoria di tante generazioni.
E in occasione del settantesimo anniversario della nascita Sony ha pubblicato una raccolta dell’opera dell’artista, intitolata ‘Lucio Battisti 70mo’. In quattro cd l’antologia unisce per la prima volta i successi dell’era Mogol (da ‘Un’Avventura’ ai brani dell’ultimo LP composto dalla storica coppia, ‘Una Giornata Uggiosa’) e le canzoni scritte da Battisti con il poeta e paroliere Pasquale Panella, oltre a rarità in inglese e spagnolo (‘Mi libre cancion’, ‘To feel in love’, ‘Una muchacha por amigo’ e ‘La cinta rosa’) per un totale di 70 tracce.

(di Stefano D’Agostino) – UN MITO CHE NON MUORE

Se ne è andato il 9 settembre del 1998. Erano le 8 di una fresca mattina, di una triste giornata per la musica. Dalla famiglia la consegna del silenzio. Poi il bollettino medico. Alle 10,34 il flash dell’ANSA: “LUCIO BATTISTI E’ MORTO”.
La notizia inaspettata e cattiva si diffuse in un attimo. Un groppo in gola. Insieme a lui si era spento anche qualcosa dentro. Radio e televisioni rivoluzionarono i palinsesti. Redazioni dei giornali alla ricerca ardua di qualche dettaglio. Internet preso d’assalto, quel giorno un milione di accessi sul sito dell’ANSA. Il suo canto libero si propagò dalle radio. I tg della sera gli tributarono l’apertura. Dopo un esilio volontario era tornato in tv, ma non come l’avevamo tanto atteso. Ci venne da piangere…

MOGOL VS PASQUALE PANELLA
“Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati/al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti …” (da “I giardini di marzo”).
A Mogol il merito dei testi, ma solo Lucio Battisti era in grado di interpretarli così. Con la voce esile e roca, le note straordinarie della chitarra. Piccoli miracoli che si ripetevano. E per magia una sua canzone riusciva a catturare le emozioni, ad accompagnare le avventure: da brividi sulla pelle.

“Le bionde trecce gli occhi azzurri e poi/le tue calzette rosse/e l’innocenza sulle gote tue due arance ancor più rosse…” (da “La canzone del sole”).
E’ questa forse una delle canzoni più suonate sulla chitarra, nelle gite in pullman o nelle feste tra amici. Battisti per facilità espressiva, istinto e ispirazione è stato uno dei più grandi musicisti italiani, che conquista ancora oggi nuovi fan senza distinzioni di età, gusti e ceto.

“Ma che colore ha una giornata uggiosa?/Ma che sapore ha una vita mal spesa?…” (da “Una giornata uggiosa”).
In quasi 30 anni di carriera Lucio Battisti ha inciso 18 album, oltre a numerose raccolte. Il sodalizio con Mogol si è chiuso dopo 12 ellepì. Poi una piccola parentesi con Velezia (la moglie, con “E già”).

Infine, 5 cd con Pasquale Panella come paroliere: il cosiddetto periodo ermetico, enigmatico, volutamente senza legami con il passato.

“In nessun luogo andai/per niente ti pensai/e nulla ti mandai/per mio ricordo…” (da “Le cose che pensano”).

E’ tuttora aspro il dibattito sulla discografia post Mogol. Qualcuno è arrivato a dire che con Panella Battisti ha rinnegato la sua stessa essenza. Ma il genio c’è sempre. Canzoni senza refrain, cascate di parole, non casuali, immerse in suoni e atmosfere misteriose. Il tutto ostico all’ascolto. Ma solo al primo, preconcetto, e superficiale ascolto…

“Straziante d’estri tristi annegherà/la più assetata arsura nel frullio/Un ingordo gorgo umido è l’addio/Dopo di noi: non spioverà/Dopo di noi: il diluvio…” (da “Il diluvio”).